D. Che bilancio si può fare della mostra dedicata ad Augusto alle scuderie del Quirinale?
R. E' uno di quei casi in cui i numeri parlano da soli! 170.000 visitatori in 16 settimane di programmazione, equivalenti a oltre 1500 persone al giorno. Il catalogo (oltre 4000 copie di prima tiratura) è andato immediatamente esaurito (dopo un solo mese) e ovviamente subito ristampato. Sono dati numericamente significativi per una mostra a carattere archeologico, per sua natura diretta a un pubblico più ristretto rispetto alle grandi mostre di pittura, capaci di convogliare enormi masse di pubblico e di diventare, talora, perfino occasioni di must collettivo (penso a Caravaggio alle Scuderie, qualche anno fa). Una mostra archeologica a Roma deve inoltre fare i conti con una grande offerta di rassegne di analogo carattere, quasi in contemporanea presenti in altre sedi museali (in parallelo, tra le altre, anche la mostra su Cleopatra al Bramante, Apoteosi a Castel S. Angelo, Mostri a Palazzo Massimo).
Mostra e catalogo sono stati anche ottimamente recensiti su importanti quotidiani internazionali (Washington Post, NYTimes, Frankfurter Allgemeine, e altri). Il pubblico, a giudicare dai referee fornitici, ha apprezzato molto anche le soluzioni legate alla didattica in mostra, con il sistema integrato di pannelli e didascalie, differenziato in lunghezze e contenuti: aspetti di carattere generale nei pannelli di sala (la cultura augustea, il nuovo linguaggio artistico...), o specifici su singoli contesti (il tesoro di Boscoreale, i rilievi Medinaceli...), cui si sposava la scelta delle didascalie lunghe, capaci di raccontare in poche righe il senso della singola opera esposta.
Ciò perché una mostra archeologica ha più bisogno delle altre di essere “raccontata”, per evitare che il fil rouge che collega le opere nelle varie sezioni sia poco percepibile, e che l'allestimento sia colto esclusivamente come una galleria di ritratti, di rilievi e così via. Non era così, le opere erano state attentamente selezionate sia in base alla loro qualità artistica, sia in base ai temi iconografici.
D. In che modo la mostra romana è stata modificata e arricchita per approdare al Grand Palais?

R. Le due mostre nascono su un progetto condiviso, ma sono pensate già in origine con lievi differenze una rispetto all'altra, sia nell'allestimento sia in alcune opere aggiuntive in ciascuna delle due sedi, proprio per adattarle a tipi di pubblico diversi, con diverse aspettative e abitudini culturali.
A Parigi l'allestimento ha avuto il compito di integrare nell'offerta didattica aspetti legati alla topografia urbana della città di Roma, o questioni legate all'estensione inusitata dell'Impero in età augustea. Rispetto alle opere presentate in mostra a Roma, a Parigi è più ampia la selezione del materiale destinata al racconto della vita nel mondo provinciale, suddiviso a seconda della provincia di riferimento. Spiccano, tra gli altri, i corredi delle tombe di Antran e di Arras, l'elmo da parata dell'esercito di Varo (adesso a Kalkriese), la decorazione del ninfeo di Glanum...
Una differenza non da poco è data anche dagli spazi allestitivi: l'edificio delle Scuderie del Quirinale ospita per sua vocazione di norma mostre inerenti tematiche storico-artistiche, e le stesse sale espositive, nella riprogettazione di Gae Aulenti, nascono in quella logica. Allestire all'interno una mostra di archeologia, con sculture a tutto tondo di dimensioni anche colossali, o elementi architettonici e rilievi in marmo, non è cosa semplice, anche a ragione del peso massimo che le sale possono tollerare. L'allestimento a Roma ha quindi dovuto tenere conto di questi aspetti. Diversa è la situazione negli spazi del Grand Palais a Parigi, di diversa e maggiore cubatura, che non hanno richiesto adattamenti in tal senso.
D. Cosa si può dire riguardo all'accrescimento delle conoscenze storico-archeologiche riguardo all'età augustea, e in che modo esse hanno influenzato il profilo scientifico della mostra?

R. Il profilo della mostra, in entrambe le sedi, era essenzialmente di taglio storico-artistico: una riflessione aggiornata sul cambiamento del linguaggio figurativo in età augustea, e sull'altissimo livello raggiunto dalle botteghe artigianali e dagli artisti (spesso greci) in quasi tutti i settori, dalla glittica alla scultura a tutto tondo, alla produzione in materiale prezioso (argento, oro), fittile (ceramiche in sigillata), vitrea, ai vetri-cammeo.
Poter esaminare una accanto all'altra queste produzioni è stata una occasione unica, che ne ha fatto percepire il loro eccezionale livello e la straordinaria novità rispetto alla tradizione. Nel solco degli studi degli ultimi anni, uno dei settori più innovativi era proprio il focus sulla creazione di un nuovo linguaggio artistico (chiamato in mostra: la nuova classicità), capace di assorbire e fondere in un linguaggio del tutto nuovo le esperienze precedenti dell'arte greca. Non solo dell'arte greca di età classica, come si credeva fino a qualche anno fa, ma dell'intero patrimonio dell'arte greca, utilizzato in modo sapiente a seconda dei temi prescelti (ad es., per gli dei si fece ricorso a un linguaggio che emulava lo stile di età arcaica, in modo che le immagini sembrassero il più possibile “venerabili e antiche”).
D. Realizzare mostre temporanee nella "città eterna" sull'arte e la storia dell'antica Roma è molto diverso che farle a Parigi, come cambia il punto di vista?

R. In primo luogo, cambiano ovviamente le esigenze. A Roma, non vi era necessità di mettere in mostra la città di Augusto, se non tramite un sistema di riferimenti e rimandi ai contesti originari delle sculture, in modo da interessare il pubblico ed eventualmente rendere possibile la visita a straordinari monumenti, dislocati a pochi chilometri di distanza. A Roma, è la città stessa a pullulate di monumenti augustei: si pensi, tra gli altri, al Foro di Augusto, all'Ara Pacis, alla Casa di Augusto sul Palatino, al Tempio di Apollo Sosiano, al Teatro di Marcello... Non aveva pertanto alcun senso avere in mostra modellini o plastici di edifici aperti al pubblico, in buono stato di conservazione e visitabili a poca distanza dagli spazi delle Scuderie. Bastava solo inserirli in un circuito mentale, in modo da innestare la curiosità della visita, e, se possibile, immaginare in quei contesti i materiali visti in mostra.
Totalmente differente, ovviamente, la situazione a Parigi: non solo per ovvie ragioni topografiche, ma anche per una minore familiarità del grande pubblico con il linguaggio architettonico augusteo e con il segno che quei monumenti hanno lasciato sull'impianto della città moderna. In questo senso, si è reso necessario per l'esposizione parigina un più complesso sistema di rimandi alle evidenze monumentali urbane, tramite immagini a parete in grande formato capaci di restituire complessi quali la Villa della Farnesina, la passeggiata sulla via Appia antica, in modo da integrare gli oggetti in mostra contesti e spazi espositivi originari.
D. Negli ultimi anni sono state organizzate mostre sugli imperatori Vespasiano e Nerone, quest'anno quella su Augusto, ci sono altri progetti in questa direzione?

R. Le esposizioni monografiche su singole figure storiche sono di solito legate alla celebrazione di ricorrenze quali bimillenari, di norma la nascita o la morte dell'Imperatore, o la ricorrenza della sua ascesa al trono. Mostre di questo genere continueranno a nascere in questa logica: l'occasione fornita dalla celebrazione di questi anniversari si presta infatti ottimamente per presentare al grande pubblico riflessioni aggiornate su quelle figure storiche, alla luce delle più recenti acquisizioni critiche.
Altra cosa è proporre mostre a taglio tematico trasversale, come è il caso del ciclo quinquennale I Giorni di Roma, di cui sono state già presentate ai Musei Capitolini le prime tre rassegne (L'Età della Conquista; Ritratti; L'Età dell'Equilibrio): in questo caso, temi per lo più inerenti la formazione di un linguaggio artistico squisitamente romano, di cui si esaminano modelli di riferimento e risultati, originali e inediti, cui si pervenne. In tal caso, non vi è naturalmente alcuna necessità di attendere l’“evento”, essendo il concetto stesso del ciclo di mostre del tutto indipendente dalla celebrazione di un singolo avvenimento storico.
Tommaso Casini, 04/04/2014
http://www.grandpalais.fr/fr/evenement/moi-auguste-empereur-de-rome
Courtesy immagini: “Daniel Roger/musée du Louvre” per tutte le immagini. DSC0145: “Didier Plowy/Réunion des Musée nationaux”.