In occasione della ventinovesima edizione di “Pienza e i fiori”, manifestazione primaverile che anima per una decina di giorni la meravigliosa “città ideale” rinascimentale (frutto, al principio degli anni Sessanta del Quattrocento, della volontà di papa Pio II e della sapienza dell’architetto Bernardo Rossellino), il Museo di Palazzo Borgia ospita una Natura Morta di frutta inedita e di alto livello di uno dei maggiori pittori naturalisti toscani del XVII secolo, il lucchese Simone del Tintore (1630-1708).
Il dipinto proviene da una collezione privata e costituisce un’importante aggiunta all’ancora ristretto corpus di opere certe del pittore, di cui, anzi, può essere considerato uno dei risultati più notevoli e rappresentativi, ben esprimendo il fragrante e materico caravaggismo, sia pur storicamente fuori tempo massimo, che ne connota le nature morte e le scene di cucina.
Accompagna l’esposizione un agile catalogo che ripercorre criticamente, con dovizia di immagini e confronti, tutta la produzione di Simone del Tintore, ponendosi come un prezioso strumento di lavoro per gli studi futuri sul pittore, sin qui poco provvisto di adeguati approfondimenti monografici. La mostra e il catalogo sono a cura di Francesca Baldassari, ben nota specialista di pittura italiana del XVII e XVIII secolo (autrice di monografie dedicate a Carlo Dolci, Cristoforo Munari, Giovanni Domenico Ferretti, Simone Pignoni, nonché del monumentale repertorio La Pittura del Seicento a Firenze. Indice degli artisti e delle loro opere), alla quale si deve la riscoperta dell’opera in mostra a Pienza.
Lu. Bo., 11/04/2013
