Giovanni Cardone Luglio 2022
Fino al 11 Settembre 2022 si potrà ammirare presso il Palazzo delle Albere Trento la mostra Banksy l’artista del presente. An Unauthorized Exhibition da un’idea di Vittorio Sgarbi A cura di Stefano Antonelli, Gianluca Marziani e in collaborazione con MetaMorfosi Eventi. L’esposizione è una coproduzione del Museo MART di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, con il sostegno di Casse Rurali Trentine, Casse di Trento - Credito Coperativo Italiano,Rotary e Trentino. Finalmente anche Trento ospita una mostra su Banksy, quattro mesi per conoscere o approfondire l’opera del più invisibile tra gli artisti viventi. In mostra una selezione di serigrafie originali, quelle che Banksy considera tracce fondamentali per diffondere i suoi messaggi etici. Sono queste le immagini che hanno decretato il successo planetario di un artista tra i più complessi, geniali e intuitivi del nostro secolo. «Presentiamo a Trento – spiegano i curatori Stefano Antonelli e Gianluca Marziani – anche una sezione dedicata alla produzione video, ad oggi uno degli aspetti meno noti dell’artista ma non meno importante per intuizioni e messaggi.
E ancora: una sezione ‘data’ in cui offriremo maggiori strumenti scientifici, decisivi per indagare le ragioni dietro un successo che non ha eguali nella storia recente». L’esposizione propone un Banksy rigorosamente non commerciale, trattandolo per la prima volta come se fosse uno dei grandi artisti classici. «
Banksy l’artista del presente non è una mostra immersiva di riproduzioni - concludono - ma un’incredibile collezione di pezzi originali e autenticati che permettono agli spettatori di scoprire il misterioso universo di Banksy». Mentre afferma il presidente di MetaMorfosi Pietro Folena : “
Banksy l’artista del presente è una mostra che racconta il senso dell’insorgenza artistica degli anni 2000 di cui l’anonimo artista di Bristol è il massimo esponente mondiale. Approfondendo la riflessione sull’arte urbana di Banksy attraverso una prospettiva accademica, la mostra apre sull’artista una visuale inedita. Noi ci occupiamo di questo artista con lo stesso metodo che usiamo per i grandi del Rinascimento. Con noi, anche Banksy diventa un “classico”, studiato e proposto con rigore e qualità”. In una mia recensione storiografica e scientifica sulla figura di Banksy apro il saggio dicendo : Che la stessa Treccani afferma la difficoltà di offrire “una puntuale identificazione del campo” e di conseguenza spetta ad ogni singolo creatore o fruitore di queste “opere” stabilire se siano artistiche o meno, se siano belle o brutte e siano giuste o sbagliate. “Non esiste una definizione perché la street art non esiste oppure sono semplicemente tutti i metodi di espressione comunicativa effettuati in strada .Tutto quello che viene strutturalmente creato in strada è potenzialmente street art. Poi all’interno del grosso calderone possiamo fare mille suddivisioni, e ti assicuro che saranno diverse per ogni writer- street artist a cui chiedi.” Se oggigiorno la street art è cosi famosa è anche e soprattutto grazie ad internet. Come per ogni altro tipo di arte, dalla pittura alla musica, dalla fotografia al cinema, il web ha reso possibile una divulgazione che precedentemente non era neanche immaginabile. I social network in primis hanno dato grande visibilità a tutte quelle persone che altro modo non avevano per potersi far conoscere. Molti artisti contemporanei misurano la propria fama e la propria bravura in base a “likes” e visualizzazioni, raggiungendo cifre astronomiche. Ora è possibile ammirare opere provenienti da tutto il mondo seduti comodamente sul divano di casa. Questo nuovo tipo di fruizione ha totalmente cambiato le regole del gioco: non è più il gallerista a decidere chi avrà visibilità e chi no ma il pubblico stesso. Si parla di una sorta di processo di democratizzazione dove ognuno, su internet, ha le stesse possibilità degli altri.
Con l’avvento di internet si viene anche a sviluppare sempre di più una nuova forma di street art più vicina alla concezione moderna: stencil, installazioni, adesivi, poster etc. Una realtà completamente differente da quella del writing vero e proprio; mutano i riferimenti culturali, le tecniche, gli stili e i supporti. Mutano le motivazioni e gli obiettivi. Non è più importante la firma e la riproduzione spasmodica della medesima; viene a mancare l’utilizzo di caratteri spesso criptici e comprensibili solo ai facenti parte del movimento e di conseguenza si modifica il rapporto con il pubblico; cambia il concetto di unicità dell’opera basti pensare agli stencil, riproducibili ipoteticamente all’infinito varia il rapporto con i canali dell’arte ufficiale e di conseguenza con le gallerie; si affina il mescolamento con linguaggi differenti quali grafica, fotografia, disegno ma anche musica o altri. Una grande differenza tra le due pratiche, writing e street art, è che mentre la prima può essere considerata una cultura a tutti gli effetti “che non può prescindere da fattori umani e passionali oltre a quelli prettamente estetici, la seconda sembra esaurirsi nell’esecuzione asettica di singole opere nel tessuto urbano, senza alcun codice né quadro di riferimento condiviso”. “L’estetica era completamente diversa c’è stato un cambiamento di estetica così forte, così repentino, che il writer si è trovato davvero spiazzato, anche perché per il writer la street art era un sottoprodotto del writing, però questi sono arrivati, erano bravi, erano tanti, usavano lo spazio in modo molto diverso perché mentre il writer usa il muro come se fosse una tela, invece gli street artist dialogano con lo spazio e gli oggetti, usano la superficie.” Considerato da tutti lo street artist più famoso del mondo, Banksy, la cui vera identità rimane tutt’ora un mistero, cresce a Bristol ed inizia proprio qui, nella cittadina inglese, la sua attività artistica. Difficilmente si potrebbe racchiudere in poche decine di righe un profilo completo ed esaustivo di questo personaggio misterioso; neanche le decine di libri scritti sul suo conto sono stati probabilmente in grado di raccontare in maniera completa la sua figura. Probabilmente una delle sue opere più famose ed importanti, “Flower Thrower”, fatta nel 2003 a Gerusalemme, sul muro di un edificio privato, rappresenta al meglio il suo personaggio.
Sottolineo la parola “personaggio” dal momento che, quando si parla di lui, nulla può essere dato per certo e di conseguenza si può solamente parlare di ciò che lui lascia e, soprattutto, vuole lasciar trapassare al pubblico. Quest’opera rappresenta un ragazzo con il viso coperto, un cosiddetto “delinquente”, che al posto di lanciare un sasso o una molotov, lancia un mazzo di fiori, unico elemento colorato del disegno. Racchiude in sé molti dei messaggi cosi cari a questo artista: ribellione al sistema, ironia, speranza, pace, arte, protesta. Non bisogna inoltre dimenticarsi del luogo nel quale è stata fatta, ovviamente, come nel caso di tutti i lavori di Banksy, non scelto a caso; si tratta infatti di Gerusalemme, dove nello stesso anno fu terminata la costruzione del muro che avrebbe separato i territori palestinesi da quelli israeliani, muro sul quale, per altro, Banksy realizzerà diversi murales anche loro a scopo di protesta. Questo murales ha fatto il giro del mondo ed è stato un simbolo per molti ragazzi, un simbolo di protesta e di speranza, un simbolo di manifestazione pacifica. Esempio ne è il ragazzo che il 31 Gennaio 2014, durante la manifestazione contro gli sfratti nel quartiere Lavapies di Madrid, lancia un mazzo di fiori a dei poliziotti in assetto antisommossa. Banksy diventò famoso grazie alla tecnica dello stencil, ovvero una maschera che viene realizzata tramite il taglio di alcune sezioni della superficie del materiale ad esempio un foglio di cartoncino per formare un negativo fisico dell'immagine che si vuole creare. Applicando della vernice o del pigmento sulla maschera, la forma ritagliata verrà impressa sulla superficie retrostante lo stencil, in quanto il colore passerà solo attraverso le sezioni asportate. Le caratteristiche principali di questa tecnica sono: la rapidità di realizzazione dell’opera una volta preparata la maschera e la possibilità di riprodurla, ipoteticamente, all’infinito. Questo ha consentito a Banksy di dipingere, negli anni, in luoghi molto sorvegliati e difficili da raggiungere: giunge sul luogo prescelto, sempre molto simbolico e mai a caso, applica la maschera sulla parete, dipinge e scappa, senza che nessuno abbia nemmeno il tempo di accorgersene. Durante un’intervista Banksy affermò: “È questa la chiave dei graffiti: l’ubicazione” .
Per essere veramente efficace , la street art di Banksy deve essere collocata nel contesto giusto. L’arte di strada deve comunicare con il luogo nel quale viene creata, deve interagire con l’ambiente circostante; solo cosi il pubblico riuscirà a non vederla più come un semplice “disegno” esteticamente bello ma come qualcosa di più. Quando dunque le sue opere vengono rimosse dal loro luogo originale per poi essere vendute ed affisse ad una parete di qualche ricco salotto, perdono tutto il loro valore, perdono la loro anima. È cosi che con il tempo l’artista di Bristol decise di non firmare più le proprie opere; cosi facendo avrebbe, in primis, evitato un possibile arresto e soprattutto avrebbe evitato che le sue opere, rivolte a tutti, libere e gratuite venissero rimosse da qualche “businessman”: in assenza della sua firma infatti sarebbe stato difficile autenticare le opere; l’unico modo per farlo era, ed è tutt’ora, quello di rivolgersi all’agenzia Pest Control letteralmente “servizio di disinfestazione” che certifica le stampe e i dipinti autentici di Banksy. L’unico problema è che non vengono autentificati i pezzi di strada perché “i proprietari delle case tendono ad incazzarsi parecchio quando gli sparisce una porta perché c’era dipinto uno stencil”. Ogni pezzo di Banksy ha una fattore molto forte di critica verso un problema della società. Ogni sua opera apre un dibattito che potrebbe durare ore, questiona su argomenti fondamentali per il nostro tempo, mette in discussione ogni cosa. In base alle interviste effettuate risulta molto spesso che Banksy venga visto come una vox populi, come un Robin Hood contemporaneo. Non si sa chi sia; un uomo che ha mandato avanti la forza del suo messaggio a discapito della fama della sua persona. Un uomo che la gente apprezza per la sua presunta sincerità. Dico presunta perché nessuno sa in realtà quali siano i suoi scopi, cosa lo spinga a perseguirli e chi ci sia dietro alla maschera. C’è chi pensa che sia solamente un prodotto commerciale, che non sia più solo una persona ma che sia un’azienda. C’è chi dice che sia ricchissimo e che quindi non sia più coerente con quello che predica. Dicono che tutto ciò che ha fatto l’abbia fatto solo per la fama. Tutto ciò è possibile, anzi probabile; nessuno mette in dubbio che ormai non sia più solo uno: sarebbe impossibile aver creato questo impero da solo. Ma anche i cartoni animati e i supereroi sono finti; dietro si nasconde sempre qualche ricca e avida casa di produzione e nonostante questo continuano a farci sognare. Dipingere Graffiti è il modo più onesto in cui puoi essere un artista. Non servono soldi per farlo, non è necessaria una formazione per comprenderli e non c'è alcuna tassa di ammissione. Le figure geniali, capaci di creare un cocktail potente di celebrità, satira e voyerismo e che hanno saputo trasformare la loro arte in un evento straordinario , penso che uno di questi sia Banksy.
Le Opere in mostra
GIRL WITH BALLOON
La “ragazza con palloncino” e? forse l’immagine piu? popolare di Banksy, votata nel 2017, in un sondaggio promosso da Samsung, come l’opera piu? amata dai britannici. Banksy dipinge per la prima volta
Girl with Balloon, con la tecnica dello stencil, in forma non commissionata su un muro al lato di un ponte della zona di Southbank, Londra, nel 2004. L’artista firma l’opera su una cassetta elettrica, situata in basso a destra dell’opera, e accompagna l’immagine con un testo che recita: “C’e? sempre una speranza”.
LOVE IS IN THE AIR
Conosciuta anche con il nome di
FlowerThrower (Lanciatore di Fiori) appare per la prima volta nel 2003 come stencil non commissionato a Gerusalemme, sul muro costruito per separare israeliani e palestinesi nell’area della West Bank. Nel corso dello stesso anno realizza l’edizione su fondo rosso.
Love Is In The Air cita e manipola l’immaginario degli attivisti durante le rivolte universitarie che attraversarono Stati Uniti e Gran Bretagna nel periodo del Vietnam, e prende il titolo da una famosa canzone, pubblicata nel 1977, del cantante australiano John Paul Young. Banksy trasfigura l’estetica e ribalta l’esito violento del giovane militante collocandogli nella mano una figura retorica evocativa di pace e bellezza: il mazzo di fiori.
LOVE RAT
I topi sono tra i soggetti più rappresentati da Banksy che su di loro scrive: «Esistono senza permesso. Sono odiati, braccati e perseguitati. Vivono in una tranquilla disperazione tra la sporcizia. Eppure sono capaci di mettere in ginocchio intere civiltà». L’artista coglie un parallelismo tra i topi e la condizione dello streetartist e ci mette in guardia dalle tranquille ma ambigue moltitudini. I topi di Banksy sono prelevati dall’immaginario di un altro streetartist, il francese Blek Le Rat, che nel corso degli anni Ottanta li dissemina per Parigi con una visione simile a quella dell’artista britannico. Il topo di
Love Rat è rappresentato con un grande pennello in mano mentre ha terminato di tracciare il contorno di un cuore rosso su un muro invisibile. Il simbolismo suggerisce che la street art - non importa quanto insignificante possa sembrare a prima vista - è degna di amore e che questi piccoli contributi possono avere un impatto luminoso sulla comunità circostante.
BOMB HUGGER
E’ un’immagine che parla di guerra e quindi attualissima. Ha un titolo ufficiale e uno adottato dal pubblico: quello ufficiale e?
Bomb Love. Tuttavia il pubblico lo ha accolto come
BombHugger, ovvero, colei che abbraccia la bomba. L’immagine e? stata pubblicata in 750 copie serigrafiche da Pictures On Walls, proprio durante le manifestazioni in Gran Bretagna per criticare l’intervento congiunto con gli USA contro l’Iraq. Su uno sfondo rosa pop, una bambina abbraccia una bomba come se stesse abbracciando un orsacchiotto. L’artista sta parlando della guerra nella versione fornita dai governanti e dai media allo scopo di giustificare l’attacco all’Iraq, ovvero, una guerra per “esportare la democrazia”. L’immagine e? stata riprodotta in vari formati, e? apparsa sui muri di citta? europee tra cui Berlino, realizzata a stencil ma anche su cartelli distribuiti al pubblico in occasione delle proteste antimilitariste. Seppur risalente al 2000, Banksy documenta alcune
BombHugger a stencil monocromo su muro pubblico nel 2003, realizzate nella zona est di Londra e poi a Brighton.
CND SOLDIERS
E’ uno stencil che Banksy ha realizzato nei pressi del Parlamento britannico nel 2003, rapidamente rimosso dalle autorità. Considerata la sua più iconica dichiarazione artistica contro la guerra, rappresenta la risposta al coinvolgimento della Gran Bretagna nella battaglia in Iraq e testimonia come Londra, in quel periodo, fosse investita da una seria protesta guidata dall’attivista per la pace Brian Haw. L’immagine può essere vista da due prospettive critiche: la prima sottolinea l’inutilità della libertà di parola, non a caso milioni di persone, inclusi i militari, si unirono alla protesta contro l’invasione dell’Iraq; la seconda suggerisce l’uso paradossale dei militari, adoperati per diffondere “pace e democrazia”. Nel suo libro Wall and PieceBanksy scrive: «Mi piace pensare di avere il fegato di far sentire la mia voce in forma anonima in una democrazia occidentale ed esigere cose in cui nessun altro crede come la pace, la giustizia e la libertà...».
GOLF SALE
Apparsa nel 2003, Golf Sale è una delle prime immagini pubblicate ufficialmente da Banksy. Non è mai stata realizzata come opera nello spazio pubblico, ma solo come serigrafia su carta e come stencil su vari supporti commerciali. Il lavoro manipola la fotografia Tank Man scattata da Jeff Widener a Piazza Tienanmen nel 1989, quando il fotografo ritrasse un giovane nell’atto di fermare una colonna di carri armati, interve- nuta per sedare la protesta degli studenti cinesi. L’immagine di Widener è considerata in Occidente un simbolo iconico di opposizione non violenta al potere. Nella versione di Banksy la scena è in bianco e nero - tipico del suo stile del periodo - e il manifestante, oltre alla sua opposizione fisica, segnala ai carri armati che poco lontano si tiene una svendita di materiale da golf. Nel black book
Banging Your Head Against a BrickWall l’artista scrive: “Non possiamo fare nulla per cambiare il mondo finché il capitalismo non si sgretola. Nel frattempo, dovremmo andare tutti a fare acquisti per consolarci”.
BARCODE
Spesso chiamata anche
Barcode Leopard Tiger, è un’opera creata da Banksy nel 2004 e commercializzata da Pictures On Walls nello stesso anno. È la prima immagine in cui l’artista utilizza il codice a barre, che poi sfrutterà in altre composizioni. Lo stencil è stato realizzato, in forma non commissionata, sul muro di una casa di Pembrock Road a Bristol, in una data imprecisata tra il 1999 e il 2000. L’opera è scomparsa nell’agosto del 2010 durante la ristrutturazione della proprietà, ma è riemersa quattro anni dopo in una scuola nelle vicinanze, dove una delle insegnanti ha rivelato che suo marito era stato uno degli operai sul cantiere. L’insegnante e suo marito riconobbero lo stencil, che doveva essere demolito, come opera di Banksy e ricevettero il permesso dal proprietario della casa di asportare il dipinto. Lo hanno tenuto nascosto sotto il proprio letto per quattro anni, fino a quando non è stato mostrato al pubblico. Un’altra rappresentazione dello stesso stencil è stata esposta durante la mostra Existencilism del 2002 presso la galleria 33 1/3 a Los Angeles.
TOXIC MARY/VIRGIN MARY
Virgin Mary e? anche nota come
Toxic Mary a causa del simbolo del veleno sul biberon. Secondo alcuni l’immagine rappresenta una dura critica al ruolo della Religione nella Storia; secondo altri e? una critica al modo in cui stiamo educando i nostri figli. L’opera riprende una Madonna con Bambino nello stile del Rinascimento. L’immagine presenta delle colature che riportano un elemento peculiare della street art. E? una tipica immagine popolare che Banksy sottopone ad un “de?tournement”. Si tratta di un processo che consente di sfruttare immagini gia? cristallizzate nella memoria, manipolandole e collocando elementi che ne mettano in crisi il significato acquisito. L’opera viene presentata per la prima volta nel 2003 come dipinto a stencil su tela nel corso della mostra Turf War.
Infine si vuole sottolineare che l’artista noto come Banksy non è coinvolto in alcun modo nella mostra e non ha fornito alcuna approvazione o supporto né opere d’arte per questo progetto, organizzatori e curatori sottolineano che le opere sono state autenticate e il catalogo approvato dall’ente legale di Banksy, Pest Control Office Ltd., dopo essere state sottoposte a controlli di accuratezza e autenticità. La mostra è accompagnata da un catalogo edito da Sagep che offre agli ammiratori una comprensione più approfondita dell’opera di Banksy, con una serie di analisi interdisciplinari da parte di curatori d’arte e professori che legano insieme vari temi complessi.
Palazzo delle Albere Trento
Banksy l’artista del presente. An Unauthorized Exhibition
dal 19 Giugno 2022 all’11 Settembre 2022
Martedì al Venerdì dalle ore 10.00 alle ore 18.00
Sabato e Domenica dale ore 10.00 alle ore 19.00