Insolito supporto dei disegni a cera (a fine agosto ne erano stati esposti 40 alla Cittadella di Assisi) sono pagine di giornali, anzi l'intero giornale come frammento di quotidianità, che riportano notizie e immagini di fatti di rilevanza sociale, umanitaria, etica, politica, storica, oppure fotografie pubblicitarie di prodotti della opulente società consumistica occidentale: gioielli, abiti, borse, penne stilografiche rigorosamente griffati, spesso presentati da splendide fotomodelle. Fragili fogli di carta destinati al macero, seguendo le modalità dell'Arte Povera, diventano così l'arena o il Foro sopra il quale il Maestro, rallentata la sua attività di noto avvocato penalista, esercita le sue capacità di persuasiva ma silenziosa eloquenza.
Ritratti di san Francesco su pagine di Avvenire (21 e 31 marzo e 19 maggio 2013) rendono un devoto omaggio al neoeletto pontefice, che sceglie non solo di essergli omonimo ma di seguire le orme del Poverello d'Assisi, ispirandosi all'iconografia tracciata da Cimabue ("Dio sorprende sempre") e da Caravaggio ("Unità in preghiera e carità").

Di tragica attualità la violenza sulle donne dei due "Ridotta al silenzio" con volti muliebri tumefatti e coperti di ecchimosi sulle campagne pubblicitarie di Gucci (con blasonata
testimonial Charlotte Casiraghi) su la Repubblica 12/3/13. Un quartetto di disegni sono dedicati alla spiritualità del "Monaco tibetano" contrapposta alla materialità della fotomodella occidentale, sopra la réclame di gioielli con modella
en déshabillé incitata dall'imperativo: "Vèstiti Stroili" (Corriere della Sera 13/4/13). Alcuni ritratti sono dedicati alla spiritualità di mistici filosofi poeti: Angelo Silesio, del quale Gentili evoca la concezione della bellezza dell'anima, affiancandola alla posa meditativa quasi estatica della bellissima modella dei gioielli di Giorgio Visconti; Juan de la Cruz, dalla bocca del quale esce quasi una cascata della sua parola di "Doctor Mysticus", la cui volontà di liberare dal senso del possesso è contrapposta alla modella nuda avvinta alla borsa con monete; Maria Maddalena de' Pazzi, contrapposta alla lucida ragione della Scienza, impersonata dalla foto di Rita Levi Montalcini. Presaghi di atroci destini i bambini del ghetto di Varsavia, ripresi da fotografie scattate da un ufficiale nazista, mentre mangiano per strada o su una carretta verso Auschwitz (col cinico e sadico motto incentivo, sopra l'ingresso, "
Arbeit macht frei").
N

on casuale è la scelta, da parte di Marcello Gentili, di una produzione artistica esclusivamente grafica. Scegliendo quale supporto dei suoi disegni l'effimera carta di un (intero) giornale, egli seleziona un frammento di quotidianità, conferendo un valore artistico atto a prolungarne la durata. Etimologicamente, il verbo greco "
graphein" significa scrivere, descrivere o delineare un'immagine (con la linea del disegno o con le parole). La sua creazione interviene sopra un testo scritto (magari soltanto un titolo) con una o più immagini fotografiche, disegnandovi sopra un ritratto o una o più figure di personaggi che dialogano per analogia o per opposizione con la/e fotografia/e.
I personaggi sono testimoni di ingiustizie, violenze, soprusi, torture, vittime che chiedono di non perdere la Memoria, cercano la Verità e chiedono Giustizia. Non a caso Gentili passa alla Storia come avvocato patrocinante dei familiari dell'anarchico Pinelli (accusato ingiustamente della strage in piazza Fontana), di Sofri, della Comunità dell'Isolotto, ma soprattutto dei
desaparecidos (difesi gratuitamente) e delle vittime delle Fosse Ardeatine, riuscendo ad ottenere l'estradizione di Priebke e la condanna di alti ufficiali argentini responsabili della scomparsa di oppositori politici.
Come l'ultimo neoplatonico, la bellezza che colpisce Gentili non è semplicemente quella delle splendide modelle nelle campagne pubblicitarie, perché coincide col Bene, con la Verità della sua fede di cattolico praticante ma aperto al dialogo e al confronto, curioso e rispettoso verso tutte le religioni (suo padre era un libero pensatore esiliato in Svizzera, suo bisnonno era un rabbino a Mantova). Ecco allora che dal suo interesse per la spiritualità di varie religioni scaturiscono i ritratti del poeta e mistico islamico al Rumi, di san Pio da Pietralcina, di Cristina Campo, ma anche di filosofi come Nietzsche, Wittgenstein, Giordano Bruno, o poeti come Alda Merini (sulla reclame della lavabiancheria Ariston, metafora della centrifuga cerebrale), ai confini della follia.

Attinge al
pathos del
Vesperbild la familiare del "
Reaparecido" (alla prematura e interrotta libertà del quale allude la passeggiata in bicicletta "Atala"), o la disperazione dei familiari di ragazzi uccisi ad Algeri (sui titoli e sulla foto del cadaverino del neonato issato dal padre dopo i bombardamenti dei jet israeliani per eliminare il leader palestinese Hamas), oppure i ragazzi/ni ebrei al(l'ennesimo) funerale del colono rabbino Shapiro (uno dei quali si toglie - forse per raffrenata disperazione - la
kippah). Altrettanto toccanti sono le "Quattro mani" "zoomate" dalla
Deposizione di Pontormo nella chiesa fiorentina di Santa Felicita (sopra il titolo "4 goal pieni di lacrime") oppure i rudi
Crocifissi lignei del Museo di Bressanone.
Ecco allora che il pallore, la magrezza e la nudità della modella nella reclame della parure di oreficeria di Pasquale Bruni, evoca nel ritratto di Hannah Arendt (autrice de "
La banalità del male", frutto dell'esperienza di testimone, quale cronista per il New Yorker, del processo al gerarca nazista Eichmann), con lo sguardo all'indietro, la memoria degli ebrei deportati nei campi di sterminio e spogliati dell'oro. La notizia dell'ennesima strage palestinese, invece (con la foto della nonna che voleva vendicare, con le armi, il nipote ucciso dagli israeliani), fornisce al nostro artista/giurista lo spunto per creare il ritratto di Simone Weil, nell'associazione mentale tra il popolo palestinese e l'Olocausto.

Dalla foto del giovane modello in slip nella pubblicità della biancheria "Intimissimi" scaturisce, dalla mano di Gentili, "Bambina africana con una tanica". Il messaggio è palese: in Occidente sprechiamo l'acqua mentre nel Terzo Mondo c'è chi deve percorrere chilometri per qualche litro mentre il pianeta Terra diventa sempre più arido e desertifica.
Sopra il clamore della stampa quotidiana il Principe del Foro, per lottare contro l'amnesia e l'indifferenza, si arma di pastelli per difendere i diritti e i valori universali, per dar voce a chi non ne ha, ai più deboli, ai ridotti al silenzio, agli ultimi dei giusti e (dice Fabio Norcini, curatore della mostra fiorentina) "sbatte il giusto in prima pagina".
Con un sapiente e parziale lasciar affiorare o ricoprire di colore titoli, testi o immagini dal fondo della pagina, con un segno grafico che sa essere anche plastico ma sempre incisivo, l'artista/giurista diventa il paladino della coscienza dell'Uomo, trasmette la Memoria, rivendica la Giustizia, cerca la Verità inseguendo la Bellezza della spiritualità, e se individuale è la meditazione sull'originale connubio tra testi e immagini trovati e ri-creati, universale diventa il suo urlo silente.

Dal 20 al 30 novembre la mostra col titolo "
Il silenzio sopra le parole (disegni sui giornali)" sarà ospitata nelle antiche scuderie di Palazzo Doria Pamphilj nella galleria della Biblioteca Comunale Rispoli in via della Gatta/p.zza Grazioli 4.
Catalogo edizioni Qudulibri in Bologna, presentazione critica di Antonio Giordano.
Antonio Giordano, 15/11/2016