Dopo il nostro articolo di ieri che registrava il parere di
Vittorio Sgarbi abbiamo oggi raccolto le
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considerazioni di due noti studiosi, tra i più preparati sull’argomento, autori di numerosi studi e ricerche sulla vita e le opere di Caravaggio nonché curatori di varie esposizioni che ne hanno messo a fuoco le idee e la poetica, i Proff
Claudio Strinati e Alessandro Zuccari con dichiarazioni che non mancheranno di suscitare ulteriori discussioni.
Registriamo con molto piacere i loro importanti pareri lasciando come sempre la più ampia libertà di intervento.
La domanda molto semplice per entrambi è: registriamo un gran parlare tra gli addetti ai lavori e non solo circa questa versione che alcuni credono originale
della Giuditta ed Oloferne di Caravaggio; qual è la sua opinione?
Alessandro Zuccari :
Ho visto le immagini e
devo ritenere che il dipinto presentato in Francia non sia l’originale che Caravaggio dipinse a Napoli nel 1607.
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Cominciamo però col dire che il quadro -da quanto è dato a vedere nelle belle
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immagini trasmesseci- è di notevole qualità ed è dunque in ogni caso degno del massimo interesse, come peraltro è confermato dalle radiografie. Ci sono dei brani veramente significativi e di grande forza espressiva; questo mi porta a dire che si tratta dell' opera di un pittore provetto, non certo un mero copista né tanto meno un semplice mestierante. Proprio di fronte all’ alto valore qualitativo, la prima osservazione è che il dipinto dello stesso soggetto conservato in
Palazzo Zevallos non sia la "copia da originale perduto" del quadro di Merisi attribuita alla mano di
Louis Finson ma a sua volta “copia da”; a mio avviso è invece questa
Giuditta francese la copia redatta da
Finson dall'originale perduto” ma non è l’originale redatto da Caravaggio.
Su questo occorre essere molto chiari; riguardo alla questione molto complessa delle caratteristiche tecniche, devo rilevare che i cosiddetti pentimenti, almeno per quanto si può vedere dalle immagini che ci hanno trasmesso, non sono tali da poter dire che si tratti di autentici cambi di conduzione dovuti a ripensamenti dell’artista; si tratta in effetti di piccoli aggiustamenti di poco rilievo, come nel caso di quel dito che si vede in foto, che secondo me è un semplice ritocco ossia un ‘pentimento’ di entità modesta; inoltre se ragioniamo sulla provenienza, la collocazione francese può voler significare molte cose, a cominciare dalla circostanza che se il quadro è di
Finson l'abbia portato lui in Francia
. Su questo poi mi sento di poter aggiungere qualche osservazione:ma siamo proprio sicuri che esista una
Giuditta ed Oloferne effettivamente redatta da
Caravaggio ? mi spiego meglio: è possibile che questa tela francese redatta -a mio parere- da Finson provenga da un dipinto di questo soggetto si di Merisi ma forse da lui solo abbozzato, lasciato non intero e sul quale poi abbia rimesso le mani Finson ? Ecco un tema che credo meriterebbe approfondimenti.
Insomma, premesso che stiamo facendo delle valutazioni a caldo che potrò completare qualora mi sarà data la possibilità di vedere il quadro dal vero, mi sento di concordare col parere di
Gianni Papi circa il fatto che sia di Finson questa versione francese della
Giuditta ed Oloferne. Ma per entrare più a fondo in un’analisi stilistica, il quadro di Tolosa presenta a mio avviso dei caratteri non caravaggeschi; la bellissima Giuditta presenta però degli elementi che non si conciliano con la produzione di
Merisi a Napoli, vari dettagli mi paiono troppo rifiniti stilisticamente; i tendaggi appaiono dipinti in uno stile ‘corposo’ che però sarà successivo, tipico del periodo siciliano dell’artista; né mi convince la testa di
Golia, che in effetti esprime un grande naturalismo ma nella torsione rilevo degli impedimenti, come se una invenzione geniale, che dovesse esprimere la tragedia dello sgozzamento, rimanesse in qualche modo impedita, espressa difficoltosamente, tanto da non rendere bene l’idea; a volta pochi particolari bastano a ridimensionare un’espressione.

La vecchia poi sembra un modello tipico del linguaggio di un pittore dei
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sacri monti di Varallo, con quell’eccesso di naturalismo che non è certo quello di Caravaggio, così caricato, mentre quello di Caravaggio va interpretato.
Ecco se mettiamo a confronto questa figura con quella della vecchia del martirio di
sant’Andrea di
Cleveland ci accorgiamo subito come qui questo elemento sia una nota stonata : l’opera di Caravaggio va osservata nell’insieme e nei dettagli, in questo caso notiamo l’incertezza compositiva impensabile in un dipinto autografo del Merisi perché l’insieme non si ricompone: nessuno come lui era in grado di esporre alla perfezione tutti gli elementi compositivi e creare capolavori.
Claudio Strinati
Sono veramente in difficoltà a dare un giudizio attendibile, innanzitutto perché non ho visto direttamente il dipinto ma anche perché non riesco ad

inquadrare l’autore in una qualche figura che mi sia nota.
Può essere Caravaggio ? non posso esserne certo; sospenderei il giudizio , direi che di fronte alle immagini mi trovo nella condizione di chi da un lato è arrivato dall’altro è distante dalla soluzione. Riconosco tuttavia che la qualità del dipinto appare notevole, e posso solo aggiungere che va inquadrato bene, perché almeno dai segnali che provengono dalle foto la composizione è di tutto riguardo .
Una cosa mi sento però di affermare; si fa il nome di
Louis Finson come autore di questa
Giuditta ed Oloferne ritrovata in Francia; ecco devo dire che non sono d’accordo, se il verosimile spesso si avvicina al vero, in questo caso il vero è distante dal verosimile; voglio dire che i tratti caratteristici della pittura di Finson non mi paiono proprio compatibili con quanto si può vedere dalle immagini relative al dipinto
sub judice.
Ma riguardo al dipinto veramente redatto da Caravaggio, chi ha detto che corrisponda a quello descritto nella lettera di Pourbos all’agente del duca di Mantova ? ; cosa c’è scritto in quella lettera ? “
Ho visto qui doi quadri bellissimi di mano de M. Angelo da Caravaggio “, uno era la
Madonna del Rosario e l’altro “
un quadro mezzano da camera di mezze figure et è un Oliferno con Giuditta, et non lo dariano a manco 300 ducati”. Dunque? Mi pare che il dipinto
sub judice come pure quello di palazzo Zevallos non c’entrino per nulla con quello descritto da Pourbos; ergo : l’originale descritto dalle fonti dev’’essere ancora scovato