2_02-Birolli-I-giocatori-di-polo-GNAM_120709114518Attraverso 99 dipinti, 17 sculture e 20 oggetti di design, opera dei più importanti artisti dell’epoca (fra cui Sironi, de Chirico, Savinio, Funi, Carrà, Licini, Cagli, Rosai, Soffici, Morandi, Donghi, Guttuso, de Pisis, Scipione, Mafai, Fontana, Melotti), la mostra rappresenta compiutamente un decennio cruciale nelle vicende storiche e artistiche italiane.
 
Le prime due sale sono dedicate ai principali centri artistici italiani, rappresentati attraverso opere di notevole impatto, esposte alle Biennali di Venezia o alle Quadriennali di Roma: il gruppo di Milano, con Sironi, Martini e Carrà e protagonisti del novecentismo come Wildt, Tosi, Funi; Firenze con Soffici, Rosai, Lega e Viani; Roma, divisa tra classicismi e realismi (Donghi, Carena, Ceracchini); la Torino di Casorati, che guarda anche alla Francia con Chessa, Menzio, Paulucci, Mori.
La sezione successiva mette in luce i nuovi artisti emergenti nel decennio, la cui attività è caratterizzate da significative aperture sovranazionali, con riferimento soprattutto ai primitivismi e agli espressionismi europei.


La produzione futurista e astrattista si apre alle suggestioni dell'avanguardia internazionale: da Licini a Prampolini, da Radice a Crali. La circolazione delle opere e degli artisti salda le esperienze dei romani Scipione, Mafai, Pirandello, Cagli e Gentilini con quelle dei milanesi Birolli, Sassu, Fontana, Marini e Melotti, del siciliano Guttuso e dei friulani fratelli Basaldella.
 
5_05-Cagli-Trionfo-di-Roma-Veduta-Roma-a-Privata_1207090330022_10-Mafai-Demolizione-dei-Borghi-big_120920043526La parte della rassegna dedicata all’arte pubblica vede la comunicazione di massa entrare prepotentemente nell'ambito dell’arte. Può esserne considerato simbolo Mario Sironi, sostenitore della funzione “politica” del pittore in quanto comunicatore di messaggi rivolti al grande pubblico. Tale filone viene esemplificato in mostra attraverso bozzetti e disegni preparatori e con la scultura di Fontana Il fiocinatore, nella prima versione in gesso colorato, ideata per il mercato del pesce di Milano.
 
La sezione “Contrasti” propone un parallelo tra Italia e Germania, dove dopo la presa di potere nazista l’arte moderna venne bollata come “degenerata” e messa a confronto con quella che si riteneva la “pura” arte tedesca. Quest’ultima è rappresentata in mostra dal dipinto considerato il capolavoro della pittura nazista, I quattro elementi di Adolf Ziegler, consigliere artistico di Hitler: un quadro di enorme successo nella Germania d’allora, appeso nel salotto del Führer e reso popolare da un’enorme quantità di riproduzioni.

La sezione dedicata al design si concentra sulla dialettica tra oggetto riproducibile e oggetto unico, mentre l’ultima sezione della mostra è incentrata su Firenze, culla delle riviste culturali più importanti e propositive, con opere di Soffici, Rosai, Viani, Romanelli, Manzù.

1_04-Funi-Malinconia-NOVECENTO_1207091117151_22-Chessa-Figura-PITTI_120709113638Tra le opere più significative esposte in mostra, si segnalano nella prima sezione, “Centri e scuole”: La famiglia di Mario Sironi (1932), Pescatori di Carlo Carrà (1935), I muratori di Ottone Rosai (1933), Malinconia di Achille Funi (1930), Estate di Felice Carena (1933), Donna al caffè di Antonino Donghi (1931), Ragazza in bianco di Gigi Chessa (1930).

Nella seconda sezione, “Giovani e irrealisti”: I giocatori di polo di Renato Birolli (1933), La piovra di Scipione (1929), Demolizione dei Borghi di Mario Mafai (1939).

Nella terza sezione, “Artisti in viaggio”: Gli zingari di Massimo Campigli (1928), Partenza del figliol prodigo di Alberto Savinio (1932), Canzone meridionale di Giorgio de Chirico (ca. 1930).


4_05-Martini-Vittoria-TREVISO_1207091221326.17-Baldessari-Luminator-CASVA_120709044528(1)Nella quarta sezione, “Muralismo e arte pubblica”: I fiocinatori di Lucio Fontana (1934) e la Testa di Vittoria di Arturo Martini (1938).

Nella quinta sezione, “Contrasti”: Dopo l’interrogatorio di Georg Grosz (1935), Trionfo di Roma di Corrado Cagli (1937) e Il seggiolone di Afro Basaldella (1942).


Nella sesta sezione, “Il design e le arti applicate”: Luminator (Prototipo di lampada da terra) di Luciano Baldessarri (1929) e Mitragliera di Franco Albini (1938).
Nella settima e ultima sezione, “Firenze”: Gli amici nell’atelier di Guido Peyron (ca. 1928), Industria di Ram (Ruggero Alfredo Michahelles, 1931) Composizione di nudi di Onofrio Martinelli (1938) e David di Giacomo Manzù (1938).
 
Anni Trenta. Arti in Italia oltre il fascismo
Mostra curata da Antonello Negri con Silvia Bignami, Paolo Rusconi, Giorgio Zanchetti e Susanna
Ragionieri per la sezione Firenze
22 settembre 2012-27 gennaio 2013
Palazzo Strozzi
Piazza Strozzi, 50123 Firenze