Una equazione, una formula, una espressione, definiscono con segni (matematici) concetti e speculazioni cruciali per lo sviluppo del pensiero e della conoscenza del mondo. Un non matematico può scoprire in questi segni e nelle loro modalità di aggregazione una bellezza formale sostanziata dalla componente enigmatica e misteriosa che comunque sottostà alla parte simbolica. Insomma una scrittura misteriosa che viene dalle profondità del pensiero umano e dalle sue misteriose intuizioni. Direi un fascino paragonabile alla sacralità dei glifi Maya ai geroglifici dell'antico Egitto alla scrittura cuneiforme . Il significante cioè la faccia esterna del segno matematico può avere un valore estetico indipendentemente dal significato e delineare nello spazio del foglio armonia e bellezza.
EQUAZIONE TEOFANICA o EQUAZIONE DI DIO
c ( N/0 + 0/N ) = DIO
N è un numero qualsiasi ,c è la costante teofanica che è definita dalla velocità della luce
La luce con il suo calore ha permesso la vita cosciente nell'universo. La materia emersa dal Big Ben senza la luce e il calore emanato dalle stelle non poteva generare le reazioni chimiche che hanno nei miliardi di anni portato alla vita sulla terra e presumibilmente nell'universo conosciuto. N/0 ( N fratto 0 )rappresenta matematicamente l'infinito incommensurabile ,ineffabile che trascende il tempo e lo spazio. 0/N ( 0 frattoN )rappresenta il nulla assoluto inizio e fine di tutte le cose . Dio è appunto sostanziato da queste due entità matematiche che sommate e moltiplicate per c lo potrebbero definire. Aggiungo che i segni matematici sono simboli che esprimono speculazioni del pensiero che per sua natura esplora anche i territori misteriosi dove abita la metafisica . Qualsiasi valore assuma N l'equazione conserva sempre il suo significato. Potendo così assumere infinite configurazioni conferma la sua natura teofanica.
L’universo osservato è emerso da un esplosione di materia in assenza di segnali relativi ad alcunché di preesistente.
La materia emersa sembra obbedire a un “principio generale di aggregazione”.
L’aggregazione che forma nel tempo complessità prima inorganiche poi organiche appare sottoposta ad una azione convulsa e senza scopo se non la pura esplorazione di “possibilità” formali poi esistenziali.
Nel dispiegarsi degli eventi e del tempo relativo, una serie di impedimenti naturali ha escluso gran parte delle ”possibilità“ di appartenere con continuità allo spazio e al tempo
La materia organica, nello sviluppo dei fenomeni, possiede grande capacità di esplorare possibilità e diversità, ma scarsa resistenza a permanere nel tempo.
I fenomeni appaiono sottoposti tutti a vincoli ferrei. ( leggi della fisica )
I vincoli della fisica e le criticità ambientali hanno lasciato FILTRARE dopo un tempo, in scala umana molto lungo, la vita cosciente nel nostro pianeta. E’presumibile che il fenomeno non sia rarissimo nell’universo.
La coscienza emersa dalla materia permette al mondo di essere osservato e di "rivelarsi”alla vita animale e all’uomo attraverso un complesso sistema sensoriale.
Definisco il fenomeno “autorivelazione del mondo o principio narcisista”.
L’interazione tra coscienza umana e universo osservato ha consentito all’uomo mediante la speculazione intellettuale di dilatare la sua esperienza spaziale e temporale fino alle origini del mondo e proiettarsi nel futuro remoto.
La coscienza appare così come una possibilità o addirittura come strumento di emancipazione dagli stretti vincoli materiali e spazio temporali dell’essere.
La selezione esercitata dai vincoli ambientali e dalle leggi della fisica ha permesso al mondo materiale di dotarsi, con la vita cosciente, di una “possibilità di trascendere”la mera materialità .
Ritengo che la materia che forma l’universo obbedisca a un “principio di emancipazione” dai suoi vincoli strutturali e che abbia un destino finalizzato ad accedere a possibilità esistenziali ulteriori nascoste e imprevedibili. La selezione naturale” sottostà” al principio di emancipazione. La vita individuale contribuisce al processo in atto lasciando comunque un “orma” nello spazio e nel tempo fisico. Questa “orma” apparterrà per sempre all’eternità delle cose che sono entrate nel tempo per partecipare e dare impulso al processo “evolutivo”. Forse un "grande attrattore”nel caos cosmico originale ha favorito tra miliardi di possibilità l’emergere della coscienza dall’universo per permettere alla vita di superare la fase strettamente fisica che la supporta per aprire alla “possibilità” di accedere a dimensioni trascendenti e ulteriori.
Il senso della vita è nella partecipazione al processo descritto.
DIO è una proiezione della coscienza verso l’infinito, pura possibilità che si perde in lontananze remote e inaccessibili. E’in questi luoghi fuori dal tempo che il desiderio di trascendenza degli uomini sostanzia dio nella bellezza del mondo . Dio è un “precipitato”spirituale tra desiderio e possibilità.
Roma 17 / 6 / 2016 di Franco LUCCICHENTI