L’arco cronologico preso in considerazione, per molti versi l’età d’oro dell’arte milanese, include dunque
tutta la signoria dei Visconti e poi degli Sforza, attraverso
circa duecentocinquanta opere. La rassegna odierna raccoglie i frutti di oltre cinquant’anni di studi, che hanno fatto registrare significativi passi avanti nelle conoscenze, nella conservazione e nella valorizzazione del patrimonio milanese e lombardo.
Il percorso espositivo si svolge attraverso una serie di tappe in ordine cronologico,
intrecciando pittura, scultura, oreficeria, miniatura, vetrate, frutto di una vitalità figurativa capace di rispondere alle esigenze della civiltà cortese e di conquistare rinomanza internazionale, sancita dalla definizione “o
uvraige de Lombardie”.

Dopo una sezione introduttiva che presenta una galleria di ritratti delle due dinastie di committenti, la prima sezione si rivolge ai decenni centrali del Trecento. Viene illustrata
la svolta impressa dai Visconti alla cultura lombarda, portando artisti “stranieri” come
Giotto e Giovanni di Balduccio, aprendo cantieri nelle capitali del ducato, nelle città satelliti, nelle campagne, e fondando biblioteche, come quella di Pavia, che fu una delle più importanti del mondo occidentale.
Tra i vari capolavori esposti si segnalano i manoscritti
Liber Pantheon del 1331 e il
Libro d’Ore Bodmer dalla Morgan Library, le vetrate dalla chiesa di Santa Maria Matris Domini di Bergamo, opere in marmo di
Giovanni di Balduccio, del Maestro di Viboldone e di Bonino da Campione, disegni, tavole e affreschi di
Giovanni da Milano, Giusto de’ Menabuoi e del Maestro di San Nicolò dei Celestini.
La seconda tappa si concentra sugli anni attorno al 1400
del grande cantiere del Duomo di Milano dominati da Gian Galeazzo Visconti. La collaborazione con la
Fabbrica del Duomo ha permesso di smontare dalle guglie ed esporre in mostra alcune statue della Cattedrale e vetrate, altrimenti difficilmente visibili.

Al volgere del nuovo secolo, grazie a Gian Galeazzo, la corte milanese allaccia strettissimi rapporti con le altre corti e gli altri grandi cantieri europei - specialmente Parigi, ma anche Praga, Vienna, Budapest, le Fiandre - contribuendo alla fioritura di una cultura tardo-gotica locale.
Protagonisti di questa stagione sono
Giovannino de’ Grassi e Michelino da Besozzo: entrambi lavorano al cantiere del Duomo, e vengono rappresentati a Palazzo Reale attraverso opere notevolissime come il
Taccuino di disegni, l’
Offiziolo Visconti e il
Landau Finaly 22 di
de’ Grassi, nonché il
Libro d’Ore di
Michelino da Avignone. Questa straordinaria congiuntura corrisponde all’apice del fasto della corte pavese, verso la quale convergono artisti di primissimo piano, italiani e stranieri come
Jean d’Arbois, Gentile da Fabriano e Pisanello.
Nella terza sezione si passa al lungo regno di
Filippo Maria Visconti, col quale comincia la crisi del ducato.
Michelino da Besozzo lascia Milano e si trasferisce a Venezia, Verona e Vicenza: di lui vengono presentate le tavole conservate presso i musei di Verona (Civici Musei d’Arte - Museo di Castelvecchio), Siena (Pinacoteca Nazionale) e New York (Metropolitan Museum), accanto al polittico con
Madonna col Bambino,
Santo e donatore (1447) del cosiddetto
Maestro Paroto; e ancora pale d’altare, messali, miniature, e infine i celebri
Tarocchi di
Bonifacio Bembo, del quale sarà eccezionalmente ricomposto in mostra il capolavoro costituito dall’
Incoronazione del Museo di Cremona e dalle due tavole che l’affiancavano, ora al Museo di Denver.

La quarta sezione mette a fuoco
lo snodo storico tra la fine dinastica dei Visconti, la presa di potere di Francesco Sforza e il governo di Galeazzo Maria Sforza, allorquando il progressivo spostamento della sede della corte da Pavia a Milano facilita l’avvento di nuove maestranze e nuove tendenze.
È il periodo delle botteghe che si spartiscono il lavoro delle
grandi imprese decorative al Castello Sforzesco a Milano e a Pavia, che vedono all’opera artisti come
Foppa, Bembo, Zanetto Bugatto, Bergognone. Si ammirano qui opere come i
Santi Stefano e Ambrogio di
Donato de Bardi, le tavole di
Vincenzo Foppa da Pisa e dalla Pinacoteca di Brera, un
Cristo in pietà tra i santi Ambrogio e Agostino, del
Maestro di Chiaravalle, la
Madonna con bambino e angeli di
Zanetto Bugatto dalla Collezione Villa Cagnola - Gazzada (Varese), riavvicinata agli altri elementi che l’affiancavano (
Santi ora in collezione privata), e infine il prezioso trittico di
Gottardo Scotti del Museo Poldi Pezzoli.
La quinta e ultima tappa è dedicata agli anni di
Ludovico il Moro e alla spaccatura provocata dalla sua caduta e dall’arrivo dei Francesi: un periodo di cambiamenti radicali nell’urbanistica, nell’architettura e in generale nella produzione artistica grazie alla presenza a Milano di
Bramante, Leonardo e Bramantino.

In questi anni Milano esporta beni di lusso come
smalti, oreficerie, ricami, spesso eseguiti sulla base di progetti elaborati da artisti di primo piano. La produzione artistica locale è animata da uno spirito di confronto e concorrenza rispetto alle altre corti padane, in particolare Ferrara, Bologna e Mantova. A dar conto di questa congiuntura, sono state convocate in mostra sculture in marmo di
Giovanni Antonio Amadeo,
vetrate dal Duomo di Milano e alcune
tavole di Bernardino Butinone e di Vincenzo Foppa, tra cui la mirabile
Annunciazione (1500 circa) dal Palazzo Borromeo all’Isola Bella (Stresa) e la
Madonna in trono con il Bambino e angeli dal Musée des Beaux-Arts di Digione; e ancora due tavole di
Bernando Zenale dagli Uffizi, la
Madonna in trono con il Bambino e il
Salvator Mundi di
Bergognone dalla collezione Borromeo, il celeberrimo manoscritto
Ore all’uso degli Umiliati, dalla British Library di Londra, e una
serie di strepitose opere di oreficeria, reliquiari, medaglioni, messali, manoscritti, bronzi.
La mostra si chiude con opere che attestano
l’enorme impatto avuto in Lombardia da Leonardo e Bramante, con dipinti di
Giovanni Antonio Boltraffio, Ambrogio de Predis, Bernardo Zenale.
Promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano con il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo, coprodotta da Palazzo Reale e da Skira editore, la mostra è parte di “Expo in città”, il palinsesto di iniziative culturali che si svolgeranno durante il semestre dell’Esposizione Universale.
Lu. Bor., 14/03/2015
ARTE LOMBARDA DAI VISCONTI AGLI SFORZA
Milano al centro dell'Europa
Milano, Palazzo Reale
12 marzo - 28 giugno 2015
ORARI:
Lunedì: 14.30-19.30
Martedì, Mercoledì, Venerdì e Domenica: 9.30-19.30
Giovedì e Sabato: 9.30-22.30
BIGLIETTI:
Intero € 12,00 - Ridotto € 10,00
www.viscontisforza.it
www.comune.milano.it/palazzoreale
CATALOGO SKIRA
DIDASCALIE IMMAGINI:
1. Michelino da Besozzo o Stefano di Giovanni, Madonna del roseto (Madonna col Bambino e Santa Caterina) (1420)
tempera su tavola trasportata su tela; 130 x 95 x 2,4 cm, Verona, Civici Musei d’Arte - Museo di Castelvecchio
2. Scultore lombardo, Bianca Maria Visconti (1460-1480)
marmo; 45x11,5 cm, Milano, Raccolte d’Arte Antica, Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco
3. Bottega degli Embriachi, Cofanetto con la storia di Piramo e Tisbe (Fine del XIV o inizi del XV secolo)
avorio e legno intagliato; 42 x 33 cm, Bologna, Museo Civico Medievale
4. Bonino da Campione, Prudenza (1360-1370 circa)
marmo, 67,7x19,1x15,2 cm, Washington, National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection
5. Maestro del De Natura Deorum, Cicerone, De Natura Deorum (1400-1402)
manoscritto; 30 x 23 x 3 cm, Parigi, Bibliothèque Nationale de France
6. Bonifacio Bembo, Trittico, Incoronazione di Cristo e Maria (pala centrale)
tempera su tavola; 103 x 68,4 cm, Cremona, Museo Civico “Ala Ponzone”