Bataclan

di Paolo Signore

(L’arte racconta la contemporaneità)

 
in concorso al Premio internazionale Art rooms 2017


 
Paolo Signore, artista che abbiamo già avuto il piacere di conoscere il mese scorso, grazie ad un intervista da lui rilasciata a News-art in occasione della sua prima personale a Roma, torna oggi sulla scena presentando “Bataclan” un’opera dal forte impatto visivo, in gara in questi giorni al Concorso Art rooms 2017 e che sta riscuotendo un notevole successo
 
Orrore, morte, caos, sono questi i tre elementi che giungono alla mente di chi osserva “Bataclan”, sin dal primo sguardo.  Espressioni atterrite, movimenti concitati e colore; un colore vibrante, violento, come quello usato dai Fauves che vuol fuoriuscire dalla tela, invadendo gli spazi e rendendo ancor più palpabile e tragico il dramma che si sta rappresentando.
Bataclan di Paolo Signore nasce nel gennaio 2016, qualche mese dopo il terribile attentato che a Parigi, in quell’omonimo locale, distrusse la vita di tante persone, lì riunite per un concerto, un momento di breve spensieratezza.
Di questo attentato è proprio quest’ultimo aspetto ad aver destato più orrore: la consapevolezza che la violenza, la brutalità possa ormai arrivare ovunque; non più nei Palazzi simbolo del potere ma tra la gente comune, in un semplice locale. Non esiste più un motivo per uccidere (anzi non c’è neanche bisogno di trovare un pretesto per farlo).. si uccide e basta, solo per il piacere di seminare terrore, di costringerci a cambiare le nostre abitudini e impedirci di vivere.
 
Queste stesse considerazioni hanno fatto scaturire in Paolo quel flusso di emozioni/sensazioni che lo hanno portato a voler comprendere meglio cosa fosse accaduto li dentro. Non rimane infatti, alcun filmato o foto che documentino quel tragico frangente ed è così, riflettendo su quei momenti, che egli “ha visto un’immagine nella sua mente”, come fosse un’istantanea,  da riportare poi fedelmente sulla tela.
 
Nessuna traccia degli assassini in questa visione, “non meritano di essere ritratti” afferma l’artista. In verità Signore vuol concentrarsi sulla rappresentazione del momento di terrore, panico e confusione vissuto dalle innocenti vittime di questo attacco, raffigurate mentre scappano in cerca di una via di fuga o che, ormai colpiti dai letali colpi, si accasciano al suolo, inermi di fronte a cotanto abominio.
Terrore e morte che insieme trasformano l’essere umano: i corpi dei malcapitati sembrano perdere la loro consistenza materica, apparendo via via che lo sguardo si sposta verso il centro del dipinto, come fantocci, dotati di occhi enormi ed irreali, elemento che acuisce maggiormente il senso di panico dominante, e corpi che sembrano sgretolarsi come granelli di sale sotto i colpi di spietati assassini.
 
Figure stilizzate vanno a comporre così un’immagine di notevole impatto visivo dando allo stesso tempo la sensazione di un “non finito”, un bozzetto che in qualche modo ricorda le sinopie degli antichi affreschi. Forse il formato 70x50 sacrifica un po’ la lettura dell’opera, ma allo stesso tempo potrebbe rappresentare una scelta azzeccata se non altro per il fatto che la costrizione delle figure in uno spazio così ridotto accresce maggiormente quel senso di angoscia e dramma; un po’ come avveniva nel Cristo morto del Mantegna.
 
Al di là di questi aspetti puramente tecnici, tuttavia, ciò che conta è il messaggio che scaturisce da quest’opera, fortemente simbolica, ovvero che di fronte alla morte siamo tutti uguali! Paolo Signore non si sofferma a descrivere in dettaglio nessuna delle vittime. L’osservatore riesce soltanto a cogliere qualche differenza nello sguardo, ma per il resto ciò che si avverte è soprattutto il caos e il terrore. Persone a terra, ormai esanimi, grida, passi e gesti concitati che ci sembra di poter udire, mentre sulla destra la citazione di due grandi opere sull’angoscia e la violenza, quali L’urlo di Munch e Guernica di Picasso, sembrano alludere al fatto che non sarà questo né il primo né l’ultimo delittuoso atto sul quale ci troveremo a riflettere (come dimostra l’ennesimo attacco avvenuto a Dacca qualche giorno fa).
Ci troviamo alla fine di un vecchio mondo che lascia il posto a uno nuovo, a volte incomprensibile, violento, fuori dal concepibile ma che richiede al tempo stesso di essere studiato e compreso nel profondo, perché probabilmente è uno dei segni evidenti di un’era che si è conclusa e di un’altra, ancora dal profilo incerto, che sta iniziando.
 
La vera minaccia della contemporaneità non potrà essere però combattuta su un campo di battaglia ma nel quotidiano e in questo incessante susseguirsi di attentati, che rendono anche la morte una mera consuetudine, forse proprio l’arte può aiutare per lo meno a non dimenticare, conferendo eternità a momenti storici, che, seppur tragici, abbiamo il dovere di ricordare.
 
Bataclan di Paolo Signore rappresenta, dunque, quel nuovo approccio che l’arte contemporanea dovrebbe avere nei confronti degli avvenimenti che caratterizzano l’epoca odierna;  un approccio silenzioso, in cui l’artista entra in punta di piedi nel dramma, senza giudicare, senza la pretesa di trovare delle soluzioni, limitandosi a descrivere e immedesimarsi nell’altrui dolore in un mix di emozioni e sensazioni destinate a rimanere a lungo nella mente di chi l’osserva!
 
BATACLAN, olio su tela, 70x50, 2016
Link Concorso Art-rooms:
http://www.art-rooms.org/2017-artist-profile/?id=7138551391130ab4e828ddadf938a61e
Sito web artista:
http://www.paolosignore.com/