Alighiero Boetti, Faccine, 1977, Collezione Agata Boetti, Paris, Courtesy Archivio Alighiero Boe2(1)Omaggio a uno degli artisti più complessi e influenti della seconda metà del secolo scorso e al suo rapporto con la città dove ha vissuto per più di vent’anni, la mostra “Alighiero Boetti a Roma” al MAXXI presenta una trentina di opere dell’artista torinese, fra cui alcune inedite.


Alighiero Boetti, Orme II, 1990 ca, MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Comodato CPartendo da alcuni lavori presenti nella collezione permanente del museo, questa mostra vuole analizzare le influenze, le suggestioni e l’ispirazione che la capitale fornì all’artista dall’autunno del 1972, quando Boetti decise di lasciare Torino, dominata allora dalle tendenze “poveriste”, per trasferirsi nel cuore di Roma a Trastevere.
Questa città, come ricorda Anne Marie Souzeau, prima moglie dell’artista, rappresentava per Boetti un avamposto verso il tanto amato Oriente: “Roma era già Palermo e Palermo era già il Cairo”. È a Roma che Boetti scopre il colore e l’elemento decorativo, ispirato fors’anche dai mosaici di Santa Maria in Trastevere che gli si presentavano in tutta la loro luminosità dalle finestre della sua dimora romana.

Una tra le prime opere che si incontra nella Galleria 4 del MAXXI, Faccine (fig. 1), sapientemente collocata vicino ad altre due del periodo torinese, esprime al meglio questo cambiamento di rotta nel processo creativo dell’artista: realizzata nel 1977 a quattro mani con la figlia Agata all’età di cinque anni, costituisce infatti una delle prime dimostrazioni dell’avvento del colore nella sua arte. Ora è diventato quest’ultimo a generare la differenza, la variazione, il disordine, contrapponendosi all’ordine delle forme geometriche, secondo il binomio tanto caro all’artista.

Alighiero-Boetti-Mappa-1971-73-MAXXI-Museo-nazionale-delle-arti-del-XXI-secolo-Roma-Foto-RLa mostra espone inoltre alcuni dei lavori più famosi, fra cui la grande installazione Poesie con il Sufi Berang, qui presentata al pubblico per la prima volta in Italia. L’opera è costituita da cinquantuno riquadri ricamati dalla sapiente mano delle donne afgane nel 1989, in cui frasi in italiano si alternano a poesie composte dal maestro Sufi Berang, mescolandosi con i colori più diversi e generando così un complesso enigma che l’osservatore deve cercare di comprendere e risolvere.

Presenti anche alcuni lavori su carta, tra i quali i due Orme (fig. 2), i più grandi fra i lavori di questa serie mai realizzati dall’artista. Queste carte intelate, che si presentano come una sorta di compendio delle tecniche pittoriche, dal disegno alla pittura sino allo stencil, raccontano l’universo dell’artista. Qui il suo mondo privato scorre accanto alla realtà storica e sociale del periodo, come si può intuire leggendo le prime pagine dei quotidiani accuratamente riportate sulla carta.

Alighiero Boetti,Tutto, 1989, Collezione privata, Roma, Courtesy Fondazione Boetti, RomaNon potevano infine mancare le famosissime Mappe (fig. 3), accostate ad altri lavori tessili, come ad esempio un’opera della serie dei Tutto (fig. 4). Mosaico di forme che quasi si generano l’una dall’altra, quest’opera del 1989 costituisce un ulteriore tentativo boettiano di rappresentare visivamente l'infinita complessità e varietà del mondo, che solo un occhio attento e curioso può cogliere nella sua totalità.


Una mostra, dunque, che seguendo un attento ordine tematico ripercorre parte della vastissima produzione del "beduino in transito accampato accanto al Pantheon", come lo stesso Boetti si definiva, presentando anche alcuni lavori di altri due artisti, Luigi Ontani e Francesco Clemente, che come Boetti si trasferirono a Roma in quegli anni e coi quali l’artista condivise l’amore verso il lontano ed esotico Oriente, seppur letto con occhi differenti.
                                           Lucia Zapparoli, 10.04.2013

Didascalie immagini:
1.
Alighiero Boetti, Faccine, 1977, Collezione Agata Boetti, Paris,
Courtesy Archivio Alighiero Boetti, Roma © Alighiero Boetti by SIAE 2002
2. Alighiero Boetti, Orme II, 1990 ca, MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Comodato Collezione Matteo Boetti, Roma, Courtesy Archivio Alighiero Boetti, Roma © Alighiero Boetti by SIAE 2002
3. Alighiero Boetti, Mappa, 1971-73, MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo, Roma
Foto Roberto Galasso, Courtesy Fondazione MAXXI
4. Alighiero Boetti,Tutto, 1989, Collezione privata, Roma,
Courtesy Fondazione Boetti, Roma © Alighiero Boetti by SIAE 2002