Caravaggio_San Matteo_Copertina_Medusa edizioniAndreas Prater, Hildegard Kretschmer, Angela Hass, Herwarth Röttgen, Irving Lavin, Caravaggio. Dov’è Matteo? Un caso critico nella Vocazione di San Luigi dei Francesi, Presentazione di Maurizio Cecchetti, Milano, Medusa 2012, pp. 105, euro 14,50.

È stato pubblicato alla fine del 2012, per i tipi dell’editore Medusa, un interessante volumetto che raccoglie una serie di saggi dedicati al problema dell’identificazione della figura di Matteo nella Vocazione dell’apostolo dipinta da Caravaggio per la chiesa di San Luigi dei Francesi a Roma. Dopo tre secoli di pacifica accettazione dell’autorevole opinione di Giovan Pietro Bellori (1613-1696), che riconosceva il protagonista della tela nel personaggio più anziano con il cappello collocato nella parte sinistra dell’opera e ripreso nell’atto di indicare (all’apparenza) se stesso, un piccolo gruppo di studiosi ha avanzato l’ipotesi che il pittore potesse invece aver ritratto Matteo nella figura posta all’estremità del tavolo, intenta a contare il denaro e totalmente indifferente alla presenza di Gesù. La proposta ha suscitato tra gli specialisti un certo dibattito, trovando spazio sulle pagine di alcune importanti riviste di storia dell’arte, soprattutto tedesche e inglesi: l’edizione che qui si segnala presenta una selezione degli scritti di maggiore rilievo sul tema, offrendoli in traduzione al lettore italiano.

Caravaggio_Vocazione di San Matteo_Roma_San Luigi dei Francesi_Cappella Contarelli_1599-1600(part_1)La questione dell’identità dell’evangelista costituisce la chiave per intendere il senso dell’esegesi prodotta dall’immagine rispetto alla fonte. La soluzione del dilemma, in altre parole, consente di chiarire in che modo il pittore (o chi per lui) abbia inteso il significato dell’episodio messo in scena e lo abbia reso visibile. L’interpretazione del dipinto, infatti, cambia e di molto a seconda di chi si identifichi come Matteo.

D’altra parte, l’atteggiamento delle due figure che si contendono il ruolo di protagonista, per così dire, è profondamente diverso, e ciò non può non implicare una differenza notevole sul piano del significato generale dell’opera. Nei Vangeli di Marco, Luca e dello stesso Matteo la vicenda della vocazione è narrata in maniera estremamente laconica: Gesù dice al pubblicano Levi (altro nome dell’evangelista) di seguirlo e Levi obbedisce all’istante.

Sebbene il racconto sia ridotto ai minimi termini, il senso dell’episodio risulta del tutto chiaro. Esso costituisce un esempio di conversione e redenzione: Levi-Matteo è un gabelliere, addetto alla riscossione delle tasse, e come tale figura incline al peccato e moralmente negativa nella cultura antica. Chiamato da Gesù, tuttavia, egli si redime e diventa un esempio per i peccatori.Dunque, la tela del Merisi prospetta virtualmente due possibilità: se Matteo è il giovane collocato nel margine sinistro del quadro, l’artista ha messo in scena la chiamata del Salvatore, ma non i suoi effetti ultimi.

Caravaggio_Vocazione di San Matteo_Roma_San Luigi dei Francesi_Cappella Contarelli_1599-1600(part_2)Insomma, come scrive Andreas Prater nel saggio che ha contribuito ad aprire la querelle interpretativa (p. 32), «il Matteo di Caravaggio, al momento della chiamata, non è più il peccatore, ma non è ancora l’apostolo». Se, invece, Levi è l’uomo più avanti con gli anni, l’artista ha voluto sottolineare la coscienza della salvezza espressa dall’apostolo e la sua conversione in atto. Per la prima ipotesi propendono, con vari argomenti, il già citato Andreas Prater e Angela Hass. Per la seconda, invece, si esprimono Herwarth Röttgen, Irving Lavin e, meno risolutamente, Hildegard Kretschmer.

Al centro della disputa risiede l’interpretazione dei gesti della coppia di personaggi. In particolare, a fare problema è la funzione dell’indice del più maturo, che risponde chiaramente all’enfatico gesto di Gesù: egli sta indicando se stesso (esprimendo con le dita la domanda “chi, io?”), o, piuttosto, il giovane a capo chino (formulando in tal caso digitalmente il quesito: “chi, lui?”)?

Il libro, che vanta un’equilibrata presentazione di Maurizio Cecchetti, non prospetta alcuna soluzione definitiva del nodo. Fornisce però al lettore, anche non specialista, una buona dose di informazioni per orientarsi nei meandri dell’enigma e prendere eventualmente posizione. Che è, in fondo, quanto chiede Caravaggio allo spettatore, invitato a scegliere i giusti tra coloro che rispondono alla chiamata del Signore e quelli che invece continuano indifferenti a curare i propri affari di fronte all’epifania sacra.

Caravaggio_Vocazione di San Matteo_Roma_San Luigi dei Francesi_Cappella Contarelli_1599-1600(part_4)L’iniziativa editoriale, in ogni caso, ha il (grande) merito di riportare l’attenzione su questioni legate al funzionamento e al significato delle opere di Caravaggio – anzi, delle opere d’arte tout court – prospettando una salutare alternativa alle tendenze della maggior parte della letteratura specialistica recente, che si è applicata in modo quasi esclusivo a problemi di attribuzione, datazione, indagine diagnostica e valore pecuniario dei lavori del pittore milanese. Il volume, insomma, garantisce una lettura gustosa anche per chi, non addetto ai lavori o magari poco interessato all’estenuante filologia caravaggesca, desideri farsi un’idea sui modi in cui un artista ragiona per rendere adeguatamente il senso dei testi con i quali si confronta.
   Francesco Sorce, 16/8/2013



Caravaggio_Vocazione di San Matteo_Roma_San Luigi dei Francesi_Cappella Contarelli_1599-1600(part_3)Indice del volume

Maurizio Cecchetti
, Presentazione, p. 7
Andreas Prater, Dov’è Matteo. Osservazioni sugli esordi di Caravaggio come pittore monumentale nella Cappella Contarelli, p. 23
Hildegard Kretschmer, Sulla Vocazione di Matteo nella Cappella Contarelli, p. 39
Angela Hass, La Vocazione di san Matteo di Caravaggio: una riconsiderazione, p. 51
Herwarth Röttgen, Ecco Matteo, p. 69
Irving Lavin, La vocazione di san Matteo di Caravaggio. L’identità del protagonista e la conversione degli ebrei, p. 79