Sabato 28 marzo. Ore 11. Museo Glauco Lombardi. Salone delle Feste.
Parma. Strada Giuseppe Garibaldi, 15
Presentazione del volume Caravaggio e i Carvaggeschi in Emilia, di Emilio Negro e Nicosetta Roio (con un testo di Paolo Nucci Pagliaro)

parma(1)Caravaggio e i caravaggeschi in Emilia, per i tipi di Artioli Editore (Modena 2014), è un libro molto particolare: il il nome del genio lombardo non vi compare, infatti, come una sorta di richiamo pubblicitario, dal momento che non veste il ruolo di assoluto protagonista, bensì, in sostanza, quello di co-ispiratore di un percorso artistico che segnò inevitabilmente in qualche misura anche un ambiente dominato dai tre Carracci, Annibale, Agostino e Ludovico, tanto che, come si chiarisce nella Introduzione, le novità della sua pittura non furono “tra le più apprezzate e comprese”.


Il volume è firmato da Emilio Negro e Nicosetta Roio che presentano - tra le altre cose - un dipinto raffigurante un San Giacomo Minore a suo tempo attribuito a Caravaggio dallo scomparso Maurizio Marini, tra i massimi esperti del Merisi, il cui parere i due autori, sulla base di un ancor più accurato confronto di tipo tecnico-stilistico, accompagnato da una rimarchevole disamina dei possibili precedenti che ne possono aver determinato la costruzione iconografica (figg. 2,3), ritengono di poter sottoscrivere.5(7)
Lasciamo naturalmente al lettore la condivisione o meno di quanto proposto. Quel che ci preme sottolineare è la bontà del lavoro di Negro e Roio, che hanno argomentato con molta chiarezza le loro indagini, presentando degli elementi originali molto importanti che hanno già costituito materia discussione fra gli addetti ai lavori.
3(17)Ci riferiamo tra le altre cose all’eccezionale accostamento che i due studiosi hanno individuato, e ora propongono, tra il noto Amor Vincitore (fig. 4) - uno dei capolavori più conosciuti di Caravaggio - e un dipinto di Ottavio Semino, risalente al settimo decennio del XVI secolo ma ancora ben visibile a Milano (fig. 5), precedentemente mai preso in esame come punto di riferimento del Merisi nonostante le molte coincidenze stilistiche, e anche di vita, che fanno apparire il pittore ligure (Genova, 1530 ? - Milano, 1604) alla stregua di un Caravaggio ante litteram: scontroso, intrattabile, frequentatore di bettole e bordelli, nonché omicida anch’egli.
10(7)Ma il libro di Negro e Roio mette a fuoco molto altro materiale su cui discutere: innanzitutto, va precisato, riguardo al metodo di lavoro, incentrato sulla consapevolezza che l’esame dei fenomeni artistici debba essere inserito nel campo più ampio dell’interrelazione tra fattori storici, economico-sociali, geoambientali, e culturali latu sensu, dai quali non si può prescindere, come dimostra il saggio di Paolo Nucci Pagliaro, specialista di medicina che analizza, con gli strumenti tipici dell’ambito scientifico cui appartiene, “problemi sociali, credenze popolari e malattie al tempo di Caravaggio”.
11(6)Il costante parallelismo che si configura nel libro tra la ricerca storico-artistica stricto sensu e l’analisi contestuale riesce a far convergere in un’unica direzione i diversi ambiti di indagine, consentendo ai due autori una rappresentazione chiara di quanto il loro lavoro si riprometteva, vale a dire come, perché, e soprattutto in quale misura, le rivoluzionarie invenzioni caravaggesche penetrarono nell’ambito di un territorio già in larga misura arato dalle esperienze dei Carracci.
E non a caso la loro risposta porta a ridimensionare molto le influenze e le relazioni reciproche  (fig 6) che, al contrario, sia pure solo in alcuni casi, fino a quanto grazie a questa pubblicazione oggi si può registrare, erano considerate determinati.

Per le novità che propone, il volu16(2)me si presenta, insomma, come un punto di partenza per chiunque vorrà sostanziare, magari con nuove acquisizioni documentarie, le argomentazioni di Negro e Roio, tenendo bene in conto che la loro metodologia di ricerca è quella in grado di rispondere meglio a questo scopo.
Pietro Di Loreto, 25/03/2015

Parma, Museo G. Lombardi.
Sabato 28 marzo, ore 11.
Caravaggio e i caravaggeschi in Emilia