IL MERCANTE DI NUVOLE

GAM, Torino

Un viaggio fantasioso con Franco Audrito che ha celebrato i 50 anni del Pop Design Italiano attraverso un'esposizione tutta da “giocare”. Gli oggetti, tutti ordinatamente disposti lungo “le piazze” del piano sotterraneo della Gam, hanno raccontato la loro storia. Sedie, letti, divani e persino una città di gomma per tornare ad essere bambini.

Prossimamente in programma a Riyadh (ottobre 2016) e a Jeddah (febbraio del 2017).

Tutti, almeno una volta, da bambini, abbiamo desiderato toccare le nuvole, poterci sedere o sdraiare su di esse e lasciarci poi teneramente cullare dal vento e scaldare dal sole.

Le nuvole sono l'emblema di tutto ciò che esiste ed è percepibile con i sensi ma non è monetizzabile. Ho creato quest'allegoria per ridare un senso alle cose davvero profonde come la fantasia del bambino che continua a vivere in noi e che spesso si dimentica. Se tutti tornassimo ad essere un po' bambini, vivremmo sicuramente in un mondo migliore. Solo loro hanno infatti il coraggio di credere nei loro sogni e di lottare per realizzarli”.

Così ha spiegato “Il mercante di nuvole” Franco Audrito mentre guidava i visitatori assorti, lungo il percorso storico di Studio65, nell'ultimo giorno della sua esposizione al piano sotterraneo della Galleria di Arte Contemporanea di Torino.
È qui che si è tenuta la prima tappa in Italia per celebrare i 50 anni dei protagonisti del Pop Design italiano che hanno fondato a Torino, nel 1965, uno studio composto da un collettivo di futuri architetti tutti accomunati dalla voglia di “cambiare quel mondo pieno di conformismo imperante” racconta ancora Franco Audrito mentre mostra le copertine delle riviste dei primi anni '70 raffiguranti le loro opere. 

La mostra, a cura di Maria Cristina Didero, è stata strutturata in piazze con oggetti curiosi, ognuno dei quali “racconta di sè” : dalle poltrone a forma di bocca, alle sedie con i volti, al divano componibile e scomponibile fino ad arrivare alla poltrona gigante “Mickey” e a quella “Money money” raffigurante un portamonete e al monumento sonoro “contenente la gloria”.

Tutti spazi interattivi, da toccare e giocare per far rivivere i propri sensi perchè - afferma l'architetto prima di rivelare il suo profondo segreto - “ La realtà si conosce più attraverso i sensi che la ragione”.
Una mostra che ha riscosso grande successo perchè ha visto i protagonisti parte integrante dell'opera d'arte. Al termine di questa prima tappa torinese la squadra di Studio65 si sposterà fino in Medio Oriente (in programma Riyadh ad ottobre 2016 e Jeddah a febbraio del 2017) per dimostrare oltre i confini italiani che “le nuvole” fanno parte di una memoria condivisa che neanche i potenti possono comprare, neppur sedendosi sulla sedia di Paperon de Paperoni.

Una provocazione lunga cinquantanni che non si stanca di far guerra al sistema, di indignarsi quando qualcosa non va. “Il bambino dinnanzi ad un'ingiustizia si indigna. Perché noi non siamo più capaci?” commenta l'artista mentre spiega la profonda volontà di trasmettere il senso di ribellione che anima amcora ciascuna delle sue opere parlanti perchè “alle fate lo Studio65 ha sempre preferito le streghe, almeno le loro hanno qualcosa da dire, anche a costo di essere messe sul rogo”.

 di Flavia Zarba