
La mostra presenta il lavoro di
Christian Guémy (Bondy, 1975),
street-artist francese residente a Parigi ma nomade per vocazione (come molti dei più importanti graffitari), meglio noto con lo pseudonimo di
C215.
Con questo nome, infatti, Guémy è divenuto una tra le personalità più celebri della
street-art internazionale, come ha ratificato l’anno scorso
la mostra Au-delà du street art che si è svolta al
Musée de La Poste di Parigi, dove i suoi lavori sono stati esposti assieme a quelli di alcuni fra i protagonisti di questa particolare espressione artistica urbana, come
Invader (nato in Francia nel 1968), il misterioso
Banksy (Bristol, 1974?) e l’americano
Shepard Fairey (Charleston, 1970). Il suo terreno privilegiato sono tipicamente le pareti dei grandi ambienti metropolitani di tutto il mondo, che arricchisce con i suoi interventi pittorici eseguiti con mano sicura e stile inconfondibile con la
tecnica dello stencil.
Dopo una laurea in Storia dell’Architettura e un PhD in Storia dell’Arte presso l'Université Paris-Sorbonne (Paris IV), Christian Guémy ha cominciato la sua carriera artistica nel 2005. Dopo avere dapprincipio esplorato essenzialmente le potenzialità del bianco e nero, C215 ha progressivamente sviluppato il suo linguaggio visivo sino a pervenire alla ricchezza cromatica che caratterizza il suo lavoro attuale.

I “segni” che C215 lascia negli spazi urbani con cui sceglie di interagire creano un’arte strettamente legata allo specifico spazio che l'ospita e che da essa viene trasformato. Le espressioni attentamente studiate dei suoi
ritratti (il suo genere di elezione) mirano a creare una potente dinamica comunicativa con la massa degli spettatori - attenti o più spesso distratti e nella gran parte casuali - che sia capace di suscitare una risposta emotivamente forte, una sorta di rigenerazione empatica attraverso l’esperienza della visione.
Protagonista delle immagini di Guémy è un’umanità dolente che trova espressione nei suoi volti sofferti di poveri, emarginati, senzatetto, vecchi, stranieri, immigrati. Le storie raccontate da quei volti sono ordinarie, essenziali e intense, d’accordo col
modello e punto di riferimento prediletto dall’artista, Caravaggio.

Come il titolo della mostra romana suggerisce (
Mea Culpa), Guémy si concentra qui sul concetto psicologicamente sottile e controverso di ammissione della colpa, con l’intento di rimarcare l’importanza, da un lato, della riflessione sul passato, dall'altro, dell’assunzione di responsabilità personale e politica rispetto alle proprie azioni.
In occasione dell’inaugurazione sarà presentato il volume C215, edito da Castelvecchi, scritto da Sabina de Gregori con interventi di Jef Aerosol, Obey, Logan Hicks, Martha Cooper, Sten & Lex, and Wooster Collective.
In coincidenza con la mostra Guémy sarà anche impegnato a dipingere i muri di Roma in un outdoor nel quartiere Ostiense, in collaborazione con il network artistico romano NUfactory.
L’evento è promosso dall’Institut Français, Centre Saint-Louis di Roma.
Lu.Bo., 23/03/2013
Christian Guémy (C215), Mea Culpa
a cura di Giuseppe Ottavianelli, con un saggio critico di Ilaria Goglia
23 Marzo – 24 Maggio 2013
Wunderkammern, Via Gabrio Serbelloni 124 - Rome
Tel.349 811 2973
wunderkammern@wunderkammern.net
http://www.wunderkammern.net/