Il collage digitale NFT (
non-fungible token, risoluzione di 21.069 pixel x 21.069 – 316.939.910 byte) del trentanovenne
graphic designer Beeple (all’anagrafe Mike Winkelmann della Carolina del Sud) dal titolo “
Everydays – The First 5000 days” è stato assegnato per la cifra esorbitante di 69,3 milioni.
Beeble ha gioito insieme ai suoi familiari, dopo aver seguito gli ultimi istanti dell’asta nel suo salotto di casa, mentre nell’arco di mezz’ora il prezzo della sua creazione si è più che quadruplicato.

La sua reazione? “Santo cielo!”. E’ rimasto infatti esterrefatto davanti allo schermo, mentre la sua opera in pochi secondi “sprintava” dall’importo di 25 milioni di dollari ad oltre 60 milioni sul
marketplace digitale MakersPlace
Beeple ha reagito con un
tweet a caldo dopo l’aggiudicazione, che lasciava trasparire un certo stupore: “non c’è mai stata la possibilità di possedere e collezionare l’arte digitale. Stiamo assistendo ad un nuovo capitolo della storia dell’arte”. Ribadito anche da Davis Art Specialist di Christie’s: “ci attendono delle
exciting possibilità con questo mercato nascente”. Un
market apprezzato per il 40% dai giovanissimi con portafoglio di investimento pari a 3 miliardi di dollari. Eh si, perché l’età dei potenziali acquirenti i cosiddetti Millennials (tra i 24 e i 39 anni) e Gen Z (1997 –2012) costituiscono rispettivamente il 58%-64% e il 6%). A questi segue il 33% della Gen X (1965-1980) e il 3% dei Baby Boomer (1946-1964).
Volete qualche numero sui contenditori di Everydays? 33
bidders (offerenti) con oltre 350 rilanci da 11 nazioni, 91%
new entry per Christe’s (55% proveniente dall’America, 27% dall’Europa, il 18% dall’Asia). Negli ultimi minuti d’asta hanno assistito 22 milioni di persone.
Il progetto di Beeple ha avuto come
start il 1 Maggio 2007 (
the end 7 Gennaio 2021), data in cui il
designer iniziò a creare un’opera d’arte al giorno senza
stop. Successivamente il collage di tutti questi piccoli tasselli (5.000) in forma digitale è diventato un capolavoro virtuale. Gli
steps sono stati pubblicati sui suoi profili di Twitter e Instagram.

Il risultato di questo sconfinato lavoro è stato un ciclopico jpeg, che ha generato un’asta on line a 8 cifre l’11 Marzo alle h 16 (la trattativa avviata il 25 di Febbraio, è partita da una base di soli 100 dollari (senza stima pre-asta) e si è conclusa con un
exploit finale inimmaginabile).
L’acquirente, il programmatore di Singapore
Metakovan (che ha raggiunto la “meta” ambita da tutti i concorrenti, tagliando per primo il traguardo) pseudonimo del co-fondatore di Metapurse (il fondo NFT), già proprietario della più grande raccolta di opere di Beeple, ha affermato: “le tecniche sono replicabili e l’abilità è superabile, ma l’unica cosa che non puoi hackerare digitalmente è il tempo”. Un suo portavoce, che si fa chiamare Twobadour Panaar, ha confermato l’acquisto in un’intervista con il Wall Street Journal. L’intenzione di Metakovan è quella di aprire ora un museo virtuale, che abbia in the First la
star della collezione. Sempre secondo il suo socio, l’obiettivo del mercato digitale dovrà essere quello di “democratizzare” le opere d’arte, appartenute fin d’ora solo ai Paperon dei Paperoni, anche attraverso il frazionamento delle opere stesse (tokenizzandole) di modo che, decentralizzandole, tutti possano condividere un pezzo di storia e di arte ( possedendo così un
token).
Per il momento ci troviamo dinanzi al terzo artista vivente al mondo sul podio dei
record dopo Koons (celebre per il suo coniglio “gonfiato”) e Hockney (noto per le sue silenziose e meditative piscine).
Ad aiutarlo in questa classifica, è stata anche la vendita per 6,6 milioni di dollari di un’altra opera di Beeple: un video di 10 secondi, in cui viene ripresa la sconfitta di Donald Trump.
Come perdente è stato anche
Sun il 31 enne miliardario cinese, che non ha vinto l’asta, pur avendo puntato 60 milioni di dollari, perché negli ultimi 20 secondi qualcuno ha tirato fuori l’asso nella manica ossia 69,3 milioni di dollari inclusi i diritti d’asta (Metakovan è stato veloce come Beep Beep del cartone animato “Willy il coyote” della Warner Bros, con un acquisto che viaggia sulla scia della volatilità).
Su Twitter ha aggiunto di aver portato la sua puntata a 70 milioni, ma di essere stato
rejected dal sistema di Christie’s, nonostante l’asta fosse ancora
open. “La puntata non ci è pervenuta in tempo”. Così ha dichiarato quest’ultima”.
Per la prima volta nella storia Christie’s ha accettato il pagamento in criptovalute. Del resto il mercato digitale è rimasto criptato per troppo tempo! L’asta non è stata l’unica occasione di visibilità per Beeple: le sue opere insieme a quelle di oltre 60 artisti saranno esposte infatti dal 26 Marzo alla mostra di
crypto art (Virtual Niche – Have you ever seen memes in the mirror? UCCA Center for Contemporary Art di Pechino).
E ora quale sarà il prossimo capitolo della Storia dell’arte nello scenario delle aste
on line? Si pispiglia riguardo ad una vinciana
Gioconda pixelata, ovvero una Pixel Lisa!
Quanto varrà? Riuscirà a battere il
record di 450,3 milioni di dollari (2017) del Salvador Mundi (guardacaso di Leonardo)?
Secondo Foster il co-fondatore del marketplace Nifty Gateways (acquistato nel 2019 dai Winklevoss, i fratelli miliardari del Bitcoin (moneta digitale), gli NFT sono il futuro e non c’è un limite massimo, di quanto un’opera d’arte potrebbe valere e potrebbe toccare un valore, in grado di “bypassare” quello di un’opera fisica.
I clienti più giovani collezionano l’arte dei loro tempi e pensano infatti che Mike Winkelmann potrebbe diventare il prossimo Da Vinci. Un Beeple tra le
young people!
Comunque per il momento è ancora tutto
top secret. Solo un
tweet: “C’mon man. I’ve been shilling this for weeks. I’m the original”.
Pixel Lisa diventerà anche lei una
First…
lady?
Maria Cristina Bibbi
Marzo 2021