01_Henriette_Hertz_Foto_Biblioteca_HertzianaIn occasione del centenario della morte di Henriette Hertz, scomparsa a Roma il 9 aprile del 1913, la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, in collaborazione con la Biblioteca Hertziana, dedica una rassegna alla collezione che la cosmopolita signora tedesca lasciò in dono allo Stato italiano. Una mostra modesta, nel complesso, ma non priva di elementi di interesse.


L’iniziativa si colloca al centro di un particolare intreccio di ricorrenze. Nello stesso 1913, infatti, grazie al cospicuo lascito testamentario di Henriette, fu istituita la Biblioteca Hertziana, una delle più importanti al mondo per quanto concerne gli studi storico-artistici. Il prestigioso centro di ricerca trovò la sua sede naturale in Palazzo Zuccari, che era stato la dimora romana della sua promotrice. Nel 2013, giusto ad un secolo dalla fondazione, la Biblioteca ha ripreso ad accogliere studiosi da tutto il mondo, dopo il decennio di restauri che l’hanno completamente rinnovata (https://news-art.it/news/menti-illuminate--apre-a-roma-la-nuova-biblioteca-hertziana.htm). La circostanza si intreccia, infine, con i sessanta anni dall’istituzione della Galleria Nazionale d’Arte Antica in Palazzo Barberini, aperta al pubblico nel 1953.

02_S_J_Solomon_Ludwig_Mond_Foto_National_Portrait_Gallery_1909caSingolare personaggio Henriette Hertz. Nata a Colonia il 5 gennaio 1846, fin dai tempi della scuola strinse un’amicizia duratura con Frida Loewenthal (1847-1923), futura moglie di Ludwig Mond (1839-1909). Mond si stabilì con Frida in Inghilterra, dove fece fortuna come industriale. Dalla metà degli anni Settanta, Henriette raggiunse la coppia, divenendo un vero e proprio membro aggiunto della famiglia. Iniziò quindi a studiare storia dell’arte sotto la guida di Jean Paul Richter, allievo di Giovanni Morelli. La Hertz arrivò a Roma la prima volta probabilmente nel 1883, cresciuta nel mito della città eterna. Cinque anni più tardi affittò parte di Palazzo Zuccari. Riuscì poi a comprare la prestigiosa dimora nel 1904, facendola ristrutturare integralmente nel corso dei quattro anni successivi. L’edificio, che era stato la “casa d’artista” di Federico Zuccari, fu scelto quale scrigno della raccolta che Henriette, insieme a Ludwig Mond, cominciò a costituire dagli anni Novanta dell’Ottocento, grazie anche alle fondamentali consulenze dello stesso Richter.

03_Palazzo_Zuccari_Foto_Bibl.Hertziana(1)04_Palazzo_Zuccari_InternoLa collezione, giunta a Palazzo Barberini soltanto nel secondo dopoguerra, dopo essere stata custodita presso Palazzo Corsini e Palazzo Venezia, non è espressione di linee di tendenza programmatiche: il filo rosso essenziale che unisce i dipinti è dato dall’appartenenza perlopiù al Rinascimento italiano, vagheggiato come età dell’oro contrapposta al presente considerato (immancabilmente) decadente. A quanto pare, del resto, Henriette comprava sul mercato antiquario, spesso insieme a Ludwig Mond, non sulla base di un progetto di completezza o di qualità, ma in ragione di infatuazioni di carattere emotivo, ancorché con una certa predilezione per la scuola toscana e quella veneta (si veda D. Seybold, Il desiderio di un “brano di vera anima dell’umanità”. Per una breve storia della collezione Hertz, in catal., in part. p. 28).

05_Filippo_Lippi_Annunciazione_1440ca06_Michele_Giambono_Madonna_col_Bambino_1450caPalazzo Barberini espone 43 dipinti nelle sale del percorso regolarmente fruibile dal pubblico, segnalando con un elegante sistema di pannelli i lavori appartenuti alla collezionista tedesca. Accanto ai pezzi più noti del nucleo proveniente da Palazzo Zuccari, di norma visibili negli ambienti dell’edificio barberiniano, la Galleria presenta anche diverse opere custodite nei suoi depositi. Così, se da un lato è possibile tornare ad ammirare, ad esempio, l’Annunciazione di Filippo Lippi, la Madonna col Bambino di Michele Giambono, e la Madonna col Bambino attribuita a Giulio Romano, dall’altro si ha l’opportunità di esaminare anche tavole e tele assai meno conosciute, di cui il catalogo della mostra prospetta lo stato degli studi più aggiornato.

Tra queste, spicca un paio di dipinti di qualche pregio: la Madonna col Bambino e un angelo di Gherardo di Giovanni di Miniato, acquistata dalla Hertz come Cosimo Rosselli, situabile cronologicamente nel nono decennio del Quattrocento e non lontana dai modi di Domenico Ghirlandaio; e la tavola di identico soggetto (ma di composizione del tutto differente) di Domenico di Bartolomeo Ubaldini detto Puligo (1520ca), espressione tipica della maniera dell’artista, formatosi con Ridolfo del Ghirlandaio e collaboratore di Andrea del Sarto.

08_Andrea_Solario_Ritratto_femminile_con_liuto09_Bachiacca_Donna_vaso_fiori_1550caDal mazzo di opere usualmente non visibili, invece, emerge senza dubbio la Suonatrice di liuto di Andrea Solario, eseguita verso il 1510 e perfettamente rappresentativa dello stile del pittore milanese, che seppe unire con maestria certi stilemi leonardeschi alla smagliante qualità del colore veneziano. Non meno interessante appare la Donna con vaso e fiori dipinta verosimilmente verso la metà del Cinquecento e attribuita al Bachiacca (Francesco Ubertini). Assunta come improponibile la vecchia ipotesi che identificava la figura con Maddalena, resta comunque difficile l’interpretazione del soggetto. Nondimeno, sembra preferibile riconoscere nel personaggio un’Allegoria dell’olfatto, piuttosto che un «modello della giovane donna pronta per l’amore virtuoso», come scrive Daniele Ferrara, non senza argomenti, nella scheda di catalogo (p. 136).

010_Pittore_raffaellesco_PuttoQuantomeno sul piano filologico richiedono attenzione, inoltre, gli affreschi (riportati su tela) raffiguranti Putti e forse provenienti da Villa Lante, la dimora commissionata nel 1521 a Giulio Romano da Baldassare Turini da Pescia, esecutore testamentario di Raffaello. È evidente, in effetti, la cultura figurativa raffaellesca della piccola serie e non è da escludere che l’autografia possa ascriversi a Giovan Francesco Penni, allievo e collaboratore dell’artista urbinate.
011_Pittore_veneto_Amanti_in_paesaggio_1510-20caVanno segnalati, ancora, gli Amanti in un paesaggio, la cui attribuzione oscilla tutt’oggi tra l’ambito di Giovanni Cariani e quello di Palma il Vecchio e il cui tema si inscrive nelle formule stereotipate del “giorgionismo” diffuso in Veneto tra primo e secondo decennio del XVI secolo; nonché il raro pannello con Storie di san Giuliano l’ospedaliere, assegnato a Luca Zotti da Gaggio, che l’avrebbe licenziato intorno al 1550, riprendendo schemi in certa misura riconducibili agli affreschi di Lorenzo Lotto nell’oratorio Suardi di Trescore Balneario, precedenti di un quarto di secolo rispetto all’opera in mostra. Una menzione merita, infine, il San Giorgio e il drago firmato da Camillo Procaccini. Il piccolo olio su rame viene datato agli anni Novanta del Cinquecento e costituisce una testimonianza nitida della fase tardo manierista nello sviluppo dello stile del pittore bolognese.

012_Luca_Zotti_da_Gaggio_Storie_di_san_Giuliano_1550caLa rassegna, insomma, è certamente destinata in primo luogo agli addetti ai lavori, per la qualità e il tipo di opere proposte all’attenzione. Non mancherà, tuttavia, di suscitare curiosità anche in un pubblico più ampio, in virtù dell’affascinante profilo intellettuale e umano della collezionista e della possibilità di osservare dipinti di norma esclusi dall’itinerario di Palazzo Barberini.

Postilla.
Una nota, da ultimo, sull’impianto dell’intera operazione. Dato il carattere piuttosto singolare della mostra (non si tratta della ricostituzione di una raccolta dispersa, non ci sono nuove proposte attributive, il gruppo di dipinti non si offre neppure ad uno sguardo d’insieme), è lecito chiedersi quali siano le conoscenze che i curatori hanno in animo di trasmettere al visitatore. Non sarebbe stato inutile, ad esempio, inserire, almeno nel catalogo, qualche informazione sulle tendenze del collezionismo dell’epoca. Una prospettiva comparativistica, in effetti, avrebbe consentito di inquadrare e valutare con maggiore nitidezza la politica di acquisizioni condotta dalla coppia Hertz - Mond, ponendo in luce le assiologie di riferimento all’interno della cornice culturale di pertinenza. Il progetto si sarebbe inscritto più utilmente in una generale storia del gusto, ambito che appare sempre un po’ più interessante delle pur lodevoli ricerche microstoriche.
                                                                   Francesco Sorce, 22/3/2013

013_Camillo_Procaccini_San_Giorgio_1590ca«Segno del mio amore verso il paese che io tengo in sì alta stima».
La donazione di Enrichetta Hertz 1913–2013
Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica in Palazzo Barberini
8 marzo – 23 giugno 2013
Orari di apertura: martedì – domenica 8:30–19:00


Elenco delle immagini
1. Henriette Hertz, foto Biblioteca Hertziana
2. S.J. Solomon, Ludwig Mond, Londra, National Portrait Gallery, foto N.P.G., 1909ca.
3. Palazzo Zuccari, foto Biblioteca Hertziana
4. Palazzo Zuccari, Appartamento Hertz
5. Filippo Lippi, Annunciazione, 1440ca.
6. Michele Giambono, Madonna col Bambino, 1450ca.**
7. Andrea Solario, Suonatrice di liuto, 1510ca. 10.
8. Bachiacca (Francesco Ubertini), Donna con vaso e fiori (Allegoria dell’olfatto?), 1550ca.**
9. Pittore raffaellesco (Penni?), Putto, 1520-30ca.**
10. Luca Zotti da Gaggio, Storie di san Giuliano l’ospedaliere, 1550ca.**
11. Pittore veneto, Amanti in un paesaggio, 1510-20ca.**
12. Camillo Procaccini, San Giorgio e il drago, 1590ca.**

**Laboratorio fotografico della Soprintendenza speciale per il patrimonio storico,
   artistico ed etnoantropologico e per il polo museale della città di Roma