Conditi da intuizioni brillanti e scoperte sensazionali - e naturalmente anche da opinioni ardite e azzardi attributivi che non sempre hanno trovato conferma negli studi successivi - gli scritti di Mahon rappresentano una pietra miliare nel
processo di pieno recupero storiografico della pittura del Seicento verificatosi nel corso del XX secolo, insieme a quelli di studiosi come
Hermann Voss,
Roberto Longhi,
Anthony Blunt,
Rudolf Wittkower e
Francis Haskell.
.jpg)
L’esposizione intende dar conto di questo itinerario umano e professionale, straordinario sotto vari rispetti, innanzitutto attraverso un congruo numero di
dipinti collezionati da Sir Denis nell’arco della sua lunghissima esistenza, e da lui poi generosamente donati a prestigiose istituzioni museali come la
National Gallery di Londra, l’
Ashmolean Museum di Oxford, il
Fitzwilliam Museum di Cambridge, la
Scottish National Gallery di Edimburgo e la
Pinacoteca Nazionale di Bologna (come felicemente ebbe a dire
Nicholas Penny, direttore della National Gallery di Londra, “quella di Sir Denis Mahon è la collezione privata più pubblica che esista”, proprio per la chiara determinazione dello studioso di rendere le sue opere fruibili dal maggior numero possibile di persone). A questo nucleo viene abbinata una scelta di dipinti di notevole rilievo, oltremodo rappresentativa della sua prassi filologica, comprese alcune delle più celebri messe a fuoco attributive legate ad autori come
Caravaggio, Reni, Guercino, Poussin.
Nel percorso espositivo emerge innanzitutto
il ruolo avuto da Denis Mahon nel rilancio della scuola bolognese. In primo luogo, è stato il suo impegno in favore del
Guercino - a partire dal 1938, data del suo scritto di esordio sul pittore - a rivelarsi straordinariamente fruttuoso: ancora nel secondo dopoguerra, infatti, la produzione dell’artista era piuttosto sottostimata, in specie, evidentemente, quella successiva al grandioso
Seppellimento di Santa Petronilla, eseguito nel 1623 per la Basilica di San Pietro in Roma e oggi tra i pezzi-simbolo della Pinacoteca Capitolina, testo spartiacque nell’ambito di un processo evolutivo che vide il pittore intraprendere una
radicale metamorfosi di linguaggio in chiave classicista, della quale Sir Denis seppe per primo cogliere, spiegare e rendere chiari i pur sempre notevoli valori pittorici e di stile (sebbene, forse, di meno immediata suggestione visiva).

Memorabile per le fortune critiche della scuola pittorica emiliana del Seicento fu anche la sua attiva collaborazione, al fianco di
Cesare Gnudi, alle
Biennali d’arte antica di Bologna. Mahon contribuì, così, all’organizzazione di esposizioni memorabili e innovative, come la “
Mostra dei Carracci” (1956), “
L’ideale classico del Seicento in Italia” (1962) e “
Il Guercino” (1968). In particolare, attraverso la curatela delle due grandi mostre bolognesi dedicate al Guercino (la seconda nel 1990), e la redazione dei rispettivi testi critici di catalogo, Mahon ha promosso una più precisa conoscenza dell’intero arco del suo percorso creativo, con effetti sulla storiografia che sarebbe difficile sopravvalutare.
Parallelamente a quello per Guercino si sviluppò
il suo interesse per la pittura di Caravaggio, del quale la mostra presenta un nucleo di opere di spicco, tra cui il
Ragazzo con canestra di frutta (fig. 1, part.) e il
San Girolamo scrivente della Galleria Borghese, il
San Giovannino di Palazzo Corsini e
Il suonatore di liuto dell’Hermitage (fig. 2), nell’intento di mettere a confronto l’approccio critico di Mahon con quello del conclamato specialista italiano dell’artista, di vent’anni maggiore d’età,
Roberto Longhi.
Oltre a essere stato, sin dall’inizio della sua carriera, il principale promotore in Gran Bretagna della
rinascita d’interesse per il Barocco italiano, ai minimi storici nella prima metà del XX secolo, sul fronte dell’impegno civile si deve a Sir Denis un sforzo alacre e non di rado solitario per
mantenere il pieno dominio pubblico e la
gratuità delle grandi collezioni statali del Regno Unito. Egli fece così sentire con energia la sua voce tanto in
opposizione al pagamento del biglietto di accesso nei musei statali, quanto in favore di una
legge che impedisse la vendita delle opere appartenenti ai musei pubblici, a fronte delle crescenti spinte politiche di segno contrario.
In qualità di
trustee della National Gallery di Londra, inoltre, Sir Denis svolse un ruolo fondamentale per l’acquisizione da parte della principale pinacoteca britannica di capolavori come l’
Adorazione dei pastori di
Guido Reni e la
Salomè con la testa del Battista opera tarda di
Caravaggio.

Limitandoci alle opere principali presenti nella mostra dell’Hermitage, segnaliamo qui di seguito, tra i dipinti assegnati al Caravaggio (oltre quelli sopra rammentati), il
San Francesco in meditazione, Cremona, Museo Civico Ala Ponzone, assieme a due tele il cui riferimento al grande maestro lombardo resta assai più incerto e problematico:
Il cavadenti, Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti, e una versione di collezione privata del
Sacrificio di Isacco, la cui più celebre redazione (ma anch’essa di controversa attribuzione) è quella ben nota in proprietà Piasecka-Johnson. Di
Annibale Carracci spicca la tela raffigurante
Le pie donne al sepolcro, San Pietroburgo, Hermitage; di
Guido Reni l’
Arianna e la
Sibilla, Bologna, Pinacoteca Nazionale; di
Domenichino, la
Maria Maddalena portata in cielo, Hermitage, San Pietroburgo, e la
Sibilla, Roma, Galleria Borghese. Nel
nucleo guercinesco si ricordano la
Madonna del passero (fig. 3) e la
Sibilla, Bologna, Pinacoteca Nazionale. Infine, di
Nicolas Poussin - altro grande amore di Mahon - la
Battaglia di Giosuè contro gli Amaleciti, pure dell’Hermitage di San Pietroburgo (fig. 4).
Nato a Londra nel 1910,
Sir Denis Mahon studiò a Eton e al Christ Church di Oxford, decidendo ben presto di dedicarsi esclusivamente alla storia dell’arte.
Kenneth Clark lo presentò a
Nikolaus Pevsner, fuggito dalla Germania nazista e professore al Courtauld Institute di Londra, e quest’ultimo gli suggerì di studiare
Giovanni Francesco Barbieri, detto il Guercino, a cui Mahon avrebbe dedicato gli studi di una vita, tra l’altro realizzando nel 1989, assieme a
Nicholas Turner, la catalogazione del fondo imponente dei suoi disegni custoditi nella Royal Collection di Windsor Castle.
Il giovane Denis Mahon viaggiò incessantemente, setacciando musei e collezioni private di tutto il mondo alla ricerca delle opere dei maggiori pittori bolognesi (oltre al
Guercino, Annibale, Agostino e Ludovico Carracci, Guido Reni, Francesco Albani, il Domenichino), e per un periodo condividendo trasferte e ricerche con l’amico
Otto Kurz, anch’egli, come Pevsner, fuggito dal nazismo. Come i due lati della medesima medaglia, gli studi di Mahon si legano indissolubilmente alla sua attività di collezionista di dipinti e disegni: risale già al 1934 l’acquisto del suo primo Guercino,
Giacobbe benedice i figli di Giuseppe, oggi alla National Gallery di Dublino, mentre due anni più tardi la principessa Barberini gli cedette per la somma irrisoria di duecento sterline l’
Elia nel deserto, opera cruciale della produzione giovanile del pittore. Nel 1947 Mahon pubblicò
Studies in Seicento Art and Theory a tutt’oggi fra i testi di riferimento per lo studio dell’arte italiana del XVII secolo. Nel volume egli raccolse una serie di studi destinati a una speciale risonanza: in particolare, quello sul
cambiamento di stile del Guercino dopo i successi romani dei primi anni Venti del Seicento, e quello sull’importanza degli scritti teorici apertamente classicisti di
monsignor Giovanni Battista Agucchi.

Tra gli anni Cinquanta e Sessanta Mahon rivolse più sistematicamente la propria attenzione al
Caravaggio. Tra le sue più celebri imprese attribuzionistiche, il riconoscimento nell’ufficio del Sindaco di Roma dell’originale del
San Giovanni Battista, considerato fino a quel momento soltanto una copia antica della tela conservata alla Galleria Doria Pamphili di Roma e oggi
tra le opere più ammirate della Pinacoteca Capitolina. Dal 1947, inoltre, con uno scritto sull’influenza dell’arte veneziana nella pittura di
Nicolas Poussin, Mahon si dimostrò acuto interprete dell’opera dell’artista, spesso in contrasto con
Anthony Blunt, direttore delle collezioni reali e del Courtauld Institute, allora riconosciuto come la maggiore autorità sul grande pittore francese.
Nel 1997 i circa ottanta dipinti della collezione Mahon vennero accolti in mostra nelle sale della National Gallery di Londra. Da quel momento la celebre raccolta non avrebbe più fatto ritorno nella sua casa londinese. Nominato baronetto nel 1986, nel 2003 ricevette il titolo di Companion of Honour di Sua Maestà. Sir Denis Mahon è morto centenario il 24 aprile del 2011.
Luca Bortolotti, 23/07/2013
Da Guercino a Caravaggio. Sir Denis Mahon e l’arte italiana del XVII secolo
Hermitage Museum, San Pietroburgo, 12 luglio – 8 settembre 2013
Winter Palace of Peter the Great
Dvortsovaya Naberezhnaya (Embankment), 32 190000 St Petersburg
Orari di apertura:
Martedì, Giovedì, Venerdì, Sabato, Domenica
10:30 – 18:00
Mercoledì
10:30 – 21:00
Lunedì chiuso
http://daguercinoacaravaggio.it