Montmartre, le sue luci, lo sterminato universo effimero di attori, ballerine, cantanti, che animavano cabaret e caffè-concerto vengono catturati dall’artista con estrema
ratio e lucidità, fissando per sempre luoghi e personaggi di quella cultura di fine Ottocento tutta protesa

verso la modernità del Ventesimo secolo.
Manifesti pubblicitari, locandine, spartiti,
affiches, ritratti, litografie, mettono in evidenza attraverso pochi e decisi tratti i protagonisti della vita mondana parigina della quale l’artista fu assiduo frequentatore oltre che uno tra i massimi esponenti del suo tempo. Si concentrò su diversi soggetti riuscendo a trasmettere in modo magnifico il fascino femminile, l’amore omosessuale, i luoghi, la fugacità della vita notturna in perfetto accordo con quanto accadeva in letteratura e poesia con
Zola e
Baudelaire, dei quali era profondo conoscitore.
Se infatti il poeta maledetto fissa la miglior istantanea della città nei suoi
Tableaux Parisiens,
Lautrec rende immortale
Montmartre con il suo

simbolo d’eccellenza, il
Moulin Rouge, quel luogo incantato ove artisti e borghesi si ritrovavano accomunati dalla bramosia del godimento di esperienze estetiche sempre nuove. L’originalità e la vitalità insita nelle sue opere fa sì che i suoi dipinti siano accostabili a vere e proprie fotografie, dove nessun dettaglio viene trascurato. Così all’attenzione per le scene dell’alta borghesia si accosta quella per costumi e accessori, per le
pièce teatrali, restituite in opere che sono vere e proprie rarità in quanto stampate in tiratura limitata, firmate e corredate dalla dedica dell’artista.

La
Belle Epoque così catturata nell’opera grafica dell’artista offre al visitatore un approccio visivo immediato con i maggiori protagonisti dell’epoca. Celebre il
Manifesto del Moulin Rouge del 1891 con la sua stella, la
Goulue, che consacra l’artista al grande successo di pubblico per l’innovazione data dall’impiego della litografia; la gestualità marcata di
Jane Avril, ballerina di numerosi
café-chantants e sua intima amica insieme al cabarettista e cantautore
Aristide Bruant, fissato nel suo mantello nero, il cappello a larghe tese e la sciarpa rossa.
Tecnica, personaggi e luoghi a cui Lautrec attinge fanno spesso da cornice ad un gusto allora molto in voga nella
Ville Lumiere, ove forte era l’influsso per il
Giapponismo e la cultura esotica dalle misteriose fascinazioni.
Il percorso della mostra è scandito in cinque sezioni tematiche –
Notti parigine,
Le dive,
Le donne della notte,
A teatro, Con gli amici - che riflettono l’iter formativo dell’artista dagli esordi sino alla completa maturazione intellettuale.
L’esposizione, promossa e prodotta da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali e Arthemisia Group, e curata da
Zsuzsa Gonda e
Kata Bodor, restituisce la raffinata ed eccentrica cultura artistica di fine Ottocento, quando Parigi era la capitale del mondo letterario e Lautrec suo più squisito interprete in grado di rendere per sempre nitido uno stile di vita effimero e dai contorni volutamente imperfetti e sfumati. (Elena Gradini)