Le immagini dei paesi colpiti dall'ultimo terremoto mi hanno fatto riflettere sulla curiosa e affascinante tendenza di parte dell'architettura contemporanea a trasmettere un senso di instabilità .
A prima vista direi un neo barocco particolarmente "terremotato". Forse stiamo vivendo il definitivo passaggio da
Euclide a
Einstein (curvatura dello spazio-tempo).
Decenni fa il tavolo da disegno col tecnigrafo incorporato abitava gli studi di architettura.
Disegnare CURVO era insolito e si utilizzavano compassi, curvilinei più o meno complicati o altro.
L'ERA dell'elettronica ha sostituito il computer alla matita. La potenza del computer ha infranto la gabbia strumentale del vecchio tavolo da disegno e

ha permesso di esplorare dimensioni e geometrie che hanno generato architetture che sembrano talvolta liquefarsi o prossime a crollare.
Gli edifici appaiono instabili, terremotati, di gomma o colti in un momento di trasformazione.
L'involucro è protagonista, il contenuto spesso misterioso, la funzione è mascherata dalla complessità formale dell'esterno.
Bisogna pensare che il gesto del disegnatore al computer è sostanzialmente non lineare, ma algoritmico

compulsivo. Il progettista elabora schizzi a mano sul foglio sapendo che qualsiasi forma, anche la più bizzarra, potrà essere portata all'esecutivo. Protagonista del risultato diventa lo strumento elettronico con le sue capacità di definire forme complesse e articolate. Un misterioso principio di indeterminazione stabilisce un affascinante legame con la meccanica quantistica ma apre a scelte casuali e a costi imprecisabili.
Il cruciale rapporto costi benefici e la fattibilità del progetto passano in secondo piano. Il fine ultimo è destare MERAVIGLIA.

Su questi argomenti è stato scritto molto. La complessità e l'instabilità delle cose del mondo si materializzano anche nell'architettura mascherando l' inquietudine interiore del vivere oggi dove il futuro sembra sempre di più in grembo alla sorte.
Voglio pensare che l'era dell'elettronica è una delle VIE laiche per tentare di trascendere i vincoli del mondo materiale. L'altra VIA per me rimane anche la cristallina semplicità della geometria euclidea.
di Franco LUCCICHENTI roma 21 / 9 / 2016