
Con circa 80 opere organizzate lungo 6 blocchi tematici (
Il paesaggio,
L’enigma della ferrovia,
Il mistero femminino,
Le coppie,
La classicità,
Gli scheletri) la mostra mette a confronto le opere di Delvaux con i lavori di surrealisti "a tutto tondo", come
Magritte, Max Ernst, Man Ray, oltre che di
De Chirico: artisti coi quali Delvaux partecipò a “
L’Exposition Internationale du Surréalisme” nel 1938 a Parigi, dopo essere rimasto folgorato dalle opere che aveva visto alla mostra “
Minotaure”, tenutasi al Palais des Beaux-Arts di Bruxelles nel 1934. Proprio a partire da quell’anno, dopo un periodo di sperimentazioni impressioniste ed espressioniste (in particolare legate alla pittura di
James Ensor), l’artista giunse a dare alla sua produzione la fisionomia che poi, con minime oscillazione, avrebbe mantenuto per tutto il seguito della sua lunga carriera.

Le tele di
Delvaux sono popolate di immagini femminili piene di ambiguità e mistero, di corpi spettrali protagonisti di sorprendenti metamorfosi e collocati in luoghi irreali, in cui architetture classiche convivono con icone della modernità. Lo scheletro è un altro tema ricorrente nelle sue opere sin dall’inizio degli anni Trenta, eletto protagonista di crocifissioni o sepolture, di danze o duelli.
Dopo studi di architettura e pittura a Bruxelles,
Paul Delvaux (Antheit les Huy, 1897 – Furnes, 1994), una volta raggiunta la sua maturità artistica poco prima dei quarant’anni, ha sempre praticato una specie di “
surrealismo classico”, senza deformazioni mostruose, né anatomie stravolte, ma caratterizzato piuttosto da un tono di fiaba, non privo, peraltro, di qualche falla discreta ma evidente nel tessuto logico delle sua costruzioni visibili. Di fronte alle sue opere resta spesso nello spettatore la sensazione controversa dell’impossibilità di comprendere il senso autentico delle messe in scena congegnate dall’artista, come se si trovasse al cospetto di una serie di oscure allegorie sprovvisto del codice per decifrarle.

I quadri di Delvaux si pongono fra noi e un mondo sconosciuto e sembrano esprimere l'impossibilità di comunicazione con quel mondo. Il termine di riferimento più marcato è rappresentato dai
quadri di De Chirico degli anni Dieci. Delvaux deve a De Chirico la "classicità" della sua personale via al surrealismo, testimoniata dalla presenza costante di edifici classici e rinascimentali, di archi e colonne; e deve ovviamente molto alla sua poetica dell'incongruo, dello straniamento, secondo la quale dietro l’apparente normalità di un dipinto si cela la traccia di un enigma destinato a restare tale.
Lu.Bo., 29/03/2013
Didascalie immagini:
1. Paul Delvaux, Crucifixion, 1954 olio su tavola, 200 x 270 cm collezione privata © SABAM Belgium 2013 – Paul Delvaux Foundation, St-Idesbald-Koksÿde, Belgio, photo Vincent Everarts, Bruxelles
2. Paul Delvaux, Les Amies, 1930 olio su tela, 109 x 98 cm collezione privata © SABAM Belgium 2013 – Paul Delvaux Foundation, St-Idesbald-Koksÿde, Belgio, photo Vincent Everarts, Bruxelles
3. René Magritte, Le Visage du génie, 1927 olio su tela, 75 x 65 cm collezione Musée d’Ixelles, Bruxelles, Legs Max Janlet, 1977 © SABAM Belgium 2013, photo Mixed Media
4. Max Ernst, Le Chasseur, 1926 olio su tela, 100 x 81 cm collezione Musée d’Ixelles, Bruxelles, Legs Max Janlet, 1977 © SABAM Belgium 2013, photo Mixed Media
DELVAUX E IL SURREALISMO
Un enigma tra De Chirico, Magritte, Ernst, Man Ray
A cura di Stefano Roffi insieme al Musée d’Ixelles-Bruxelles, col patrocinio dell’Ambasciata Belga in Italia.
Fondazione Magnani Rocca, via Fondazione Magnani Rocca 4, Mamiano di Traversetolo (Parma).
23 marzo - 30 giugno 2013.
Catalogo a cura di Stefano Roffi con saggi di Arturo Carlo Quintavalle, Stefano Roffi, Laura Neve, Mauro Carrera, Elisa Barili, Pierre Ghêne (Silvana Editoriale).
Orario: dal martedì al venerdì continuato 10-18 – sabato, domenica e festivi continuato 10-19
Ingresso: € 9,00 valido anche per le raccolte permanenti.
tel. 0521 848327 / 848148 Fax 0521 848337
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