L’Esposizione Triennale di Brera del 1891 a Milano segnò l’avvio del Divisionismo, movimento all’interno del quale pittori di straordinaria tempra immaginifica quali Gaetano Previati, Giovanni Segantini, Giovanni Pellizza da Volpedo e Angelo Morbelli presero a rappresentare i temi tipici della pittura dell’Ottocento in Italia (paesaggismo, pittura sociale e politica), allineandosi alle ricerche che sulla scomposizione della luce e sul colore avevano intrapreso pochi anni prima artisti francesi quali George Seurat e Paul Signac.
Le teorie sul contrasto simultaneo e sui colori complementari di Chevreul (1839), proseguite dagli studi sperimentali di Helmholtz (1878) e di Rood (1881), che avevano costituito la base teorica dalla quale erano partiti i francesi, diventò anche per i divisionisti italiani la base fondamentale per accedere, in una dimensione meno scientifica di quanto non accadde in Francia, a una visione della realtà sintetica, filamentosa, costruita con pennellate rapide e allungate. In questo contesto nacquero le grandi epifanie pastorali come Le due madri e Ave Maria a trasbordo di Segantini, e interpretazioni di verismo sociale di enorme impatto sull’immaginario collettivo come Il quarto stato di Pellizza da Volpedo e Per ottanta centesimi! di Morbelli.
Nel percorso espositivo allestito da Farsetti, il torinese Giacomo Balla è presentato come un ponte generazionale tra gli esponenti di questa importante stagione artistica e quelli della successiva esperienza Futurista, come Carlo Carrà, Umberto Boccioni e Gino Severini. Balla fece il suo esordio, infatti, con quadri divisionisti come Campagna romana del 1902 e affrontò le tematiche sociali care al movimento, ne La giornata dell’operaio del 1904 e ne La pazza del 1905, dove emerge anche una forte influenza della fotografia. Ancora in opere del 1907, come Ritratto di signora (fig. 1), il pittore mantenne una chiara aderenza alla tradizione del ritratto tardo ottocentesco; egli fu tuttavia uno dei primi a captare, nel 1909, con Lampada ad arco, i segni di quella rivoluzione artistica che impronta gli scritti di Marinetti come “Uccidiamo il chiaro di luna” (aprile 1909).
La mostra prosegue cercando di delineare una panoramica delle complesse e radicali trasformazioni stilistiche ed estetiche che tra il 1910 ed il 1920 hanno permesso il rinnovamento dell’arte italiana, parallelamente allo sviluppo delle principali avanguardie internazionali. È in questa sezione che appaiono opere mature del primo Futurismo, tra cui Ritmi e linee del 1912, di Carlo Carrà, La Figura futurista (Antigrazioso) del 1913-14 (fig. 2) e L’Arlecchino del 1915, di Mario Sironi.
Tra gli esponenti di spicco si colloca anche il cortonese Gino Severini, avviato grazie a Balla al divisionismo, ma destinato anche lui a convertirsi ai valori dell’avanguardia futurista. In mostra è presente con Paesaggio toscano (Equivalente plastico di un paesaggio) del 1912 (fig. 3), in cui è forte il lavoro sulla scomposizione dei piani. Tra l’altro, proprio nel ’12 Severini si stava impegnando a stabilire un contatto forte tra il gruppo futurista e l’ambiente francese, che diede avvio in quell’anno, grazie alla collaborazione con il critico Felix Fénéon, all'allestimento della mostra parigina Les peintres futuristes italiens.
A rappresentare una fase successiva del movimento, spezzato drammaticamente dall’avvento della Prima Guerra Mondiale, che chiuse la fase dell’avanguardia storica di Marinetti, Boccioni e degli altri, vi è la singolare opera dell’inquieto pittore e scrittore apuano Lorenzo Viani (1886-1936). La Composizione futurista del 1929-30 (fig. 4), dipinto a tempera e collage, è un’opera che si inscrive in una fase felice di affermazione dell’artista, in parallelo all’uscita dei sui lavori di narrativa Angiò, uomo d'acqua e Ritorno alla patria. Il dipinto appare come un palinsesto di immagini, quasi appunti visivi di un viaggio fantastico intorno al mondo, dalla forte componente simbolista.
Giulia Bonardi, 26/10/2013
Divisionismo e Futurismo. L’arte italiana consegnata alla modernità
04 ottobre – 04 novembre 2013
Galleria Frediano Farsetti
Lungarno Guicciardini 21/23 rosso – 50125 Firenze
Tel. +39 055 210107 – fax: +39 055 2399389
www.galleriafredianofarsetti.it - info@farsettiarte.it
Orario: da martedì a sabato: 10-13 e 14.30-19.30 (lunedì: 14.30-19.30)
Didascalia delle immagini
1. Giacomo Balla, Ritratto di signora, 1907 ca., olio su tela, cm 100x75 (Per gentile cortesia della Galleria Farsetti)
2. Mario Sironi, Figura futurista (Antigrazioso), 1913/14 (Per gentile cortesia della Galleria Farsetti)
3. Gino Severini, Paesaggio toscano (Equivalente plastico di un paesaggio),1912, olio su tela, cm 65x50 (Per gentile cortesia della Galleria Farsetti)
4. Lorenzo Viani, Composizione futurista, 1929-30, tempera e collage su cartone, cm100x71,5 (Per gentile cortesia della Galleria Farsetti)