Nel concepire l’opera, che come il titolo suggerisce ha due nuvole per esclusive protagoniste, Chiricozzi ha tratto ispirazione dalla combinazione dei versi di una poesia di Cesare Pavese (“Ritroverai le nubi / e il canneto, e le voci / come un’ombra di luna. / Ritroverai parole / oltre la vita breve / e notturna dei giochi, / oltre l’infanzia accesa”) e della poetessa contemporanea Mariangela Gualtieri (“Ciò che non muta / io canto / la nuvola la cima il gambo / l’offerta il dono la rovina / apparente d’acqua che tracima / di tempesta e di onde”).

 

Attraverso il suo lavoro Chiricozzi riflette liricamente, attraverso i mezzi della pittura (come un Constable dei nostri giorni), sulla singolare mutevolezza della natura, in cui tutto sembra al contempo transitorio e cangiante pur permanendo nel tempo uguale a se stesso.

L’opera invita a recuperare l’incanto primigenio della natura, a riappropriarsi attraverso i sensi della meraviglia del mondo, a partire dalle sue manifestazioni più elementari, come le nuvole che accompagnano quotidianamente il nostro sguardo, o come gli stormi d’uccelli, ai quali l’artista ha dedicato negli ultimi anni alcuni cicli di lavori, che con il loro volo disegnano forme aeree incessantemente mutevoli.
                                                                                Lu.Bo., 22/03/2013