Antonio_Benintendi(attr_)_Giovanni_de_Medici_Londra_Victoria_and_Albert_MuseumNel 2013 si celebra il cinquecentesimo anniversario dell’elezione di Giovanni de’Medici (1475-1521) al soglio pontificio. Firenze dedica al secondogenito di Lorenzo il Magnifico una grande mostra che intende illustrare i momenti nodali della sua biografia, con particolare riferimento ai periodi da lui trascorsi in territorio toscano.


Il “format” adottato dalle curatrici Nicoletta Baldini e Monica Bietti prospetta una rappresentazione delle vicende di Giovanni costruita attraverso un’ampia serie di oggetti di varia natura (ben 149), legati più o meno direttamente alla sua vita. Dipinti, sculture, disegni, manoscritti e oggetti liturgici sono proposti al visitatore come finestre aperte sulle opere e i giorni del protagonista di questo racconto fatto essenzialmente di cose, deputate ad evocare i contesti attraversati dal primo pontefice della dinastia medicea. Lo schema di massima insomma – lo si nota, di passaggio – è analogo a quello su cui si articola la recente esposizione consacrata a Pietro Bembo (https://news-art.it/news/a-padova-una-grande-mostra-dedicata-a-pietro-bembo.htm), personaggio la cui traiettoria intellettuale, peraltro, si legò strettamente a quella di Leone X, di cui fu segretario ai brevi.

Maestro_fiorentino_XV_o_XVI_sec__Lorenzo_de_Medici_Washington_National_GalleryLa rassegna organizzata presso il Museo delle Tombe Medicee è strutturata secondo un ordine cronologico, adeguato all’idea narrativa su cui poggia l’intero progetto. Si apre, pertanto, con una piccola galleria di ritratti dei personaggi prossimi a Giovanni de’Medici e con una sequenza di testimonianze connesse all’educazione del futuro papa, cresciuto nello splendore intellettuale della corte paterna. Andrea_del_Castagno(attr_)_Membro_casa_MediciSono esposti, ad esempio, il Busto di Lorenzo il Magnifico in terracotta della National Gallery di Washington, eseguito da un anonimo maestro fiorentino (del XV o XVI secolo), il Busto di Giuliano di Piero de’Medici in marmo, ascritto a Michele Marini da Fiesole e databile ai primi anni novanta del Quattrocento (Museo del Bargello), come pure il molto discusso Doppio ritratto attribuito (in questa sede) ad Andrea del Castagno (Zurigo, Kunsthaus, forse del quinto decennio) e raffigurante due membri della famiglia Medici, identificati in via ipotetica con Piero e con lo stesso Giovanni.

Manifattura_di_Montelupo(attr_)_Vaso_con stemma_Medici-Orsini_1469-1488ca__Detroit_Institute_of_ArtsAccanto alle effigi medicee, inoltre, si trova anche il Vaso dell’Institute of Arts di Detroit, memoria del matrimonio tra il Magnifico e Clarice Orsini, genitori di Leone X. Alcuni testi, inoltre, documentano la cultura antiquariale ed erudita entro la quale si formò il rampollo della dinastia medicea. Spicca tra essi l’Opera di Plotino, incunabolo pubblicato per i tipi di Antonio Miscomini nel 1492 e impreziosito dalle magnifiche miniature di Attavante degli Attavanti. Il volume, contenente le Enneadi del filosofo del III secolo d.C., tradotte e commentate da Marsilio Ficino, costituisce una trasparente attestazione della fioritura del pensiero neoplatonico nell’ambiente patrocinato dai Medici.


Antonio_Del_Pollaiolo_Ercole_e_Anteo_Firenze_Museo_Nazionale_del_ BargelloA rappresentare il gusto per le cose all’antica diffuso nel contesto umanistico fiorentino, inoltre, è esposto un bronzetto di Antonio del Pollaiolo, raffigurante Ercole e Anteo (Museo del Bargello, 1475ca), che forse proviene dalla camera di Giovanni sita nel Palazzo familiare in via Larga. Quale esempio dell’arredo della medesima dimora, la rassegna propone anche una Madonna adorante il Bambino con San Giovannino che fa parte del corpus del cosiddetto Pseudo Pierfrancesco Fiorentino (Firenze, Museo Bardini). A quanto risulta dall’inventario dei beni del Palazzo di via Larga, quasi in ogni stanza erano presenti dipinti devozionali di questo tipo, prodotti da artigiani sospesi, sul piano stilistico, tra Filippo Lippi e Francesco Pesellino.

La terza sezione presenta una panoramica sulla storia della città gigliata durante gli anni dell’esilio dei Medici (dal 1494 al 1512). Diversi sono, naturalmente, i riferimenti all’ingombrante presenza di Savonarola, che segnò il corso degli eventi fiorentini negli ultimi anni del XV secolo. Perugino_Pietà_Firenze_Cassa_di_RisparmioÈ esposta, ad esempio, una Pietà del Perugino proveniente dalla chiesa di San Pier Maggiore a Firenze, distrutta nel 1784 (Coll. Ente Cassa di Risparmio di Firenze). L’opera era posta sulla facciata esterna del sacello della famiglia Albizzi e fu eseguita forse nel 1497 su commissione di Luca di Antonio di Luca, seguace del frate domenicano. Le vicende dell’allora cardinale mediceo, inoltre, sono illustrate per mezzo delle acqueforti che Pietro Santi Bartoli (1660-1667) derivò dagli episodi della vita di Giovanni raffigurati sulle bordure degli arazzi vaticani, i cui cartoni furono commissionati a Raffaello intorno al 1515 dallo stesso personaggio, all’epoca divenuto papa.

Giuliano_Bugiardini_Leone_X_Palazzo_BarberiniOpere legate al pontificato di Leone X costituiscono la quarta sezione. Tra le immagini del successore di Pietro campeggia la copia eseguita da Giuliano Bugiardini (Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, databile 1523-25) del raffaellesco Ritratto di Leone X con i cardinali Giulio de’Medici e Luigi de’Rossi. Il volto di quest’ultimo nella tela del Bugiardini è però sostituita dall’effigie di Innocenzo Cybo, figlio di Franceschetto primogenito di Innocenzo VIII e di Maddalena de’Medici, sorella di Leone X. Al periodo del papato, caratterizzato dalla programmatica promozione degli studi sull’antico, appartengono, tra l’altro, la cosiddetta Lettera a Leone X di Raffaello (esposta in fac-simile), la celebre epistola dedicatoria, redatta con Baldassar Castiglione, che avrebbe dovuto accompagnare un rilievo e la ricostruzione grafica della Roma antica; nonché due disegni raffiguranti rispettivamente il vestibolo e l’interno del Pantheon, attribuiti allo stesso Sanzio (Uffizi, Gabinetto Disegni e Stampe).

In mostra è presente anche l’incisione a bulino di Tommaso de’Cavalieri (1581) che traduce a stampa il fregio dipinto da Polidoro da Caravaggio e Maturino da Firenze sulla facciata di palazzo Capranica a Roma. L’Allegoria della Fede Cristiana (o Roma trionfante), affrescata dalla coppia di collaboratori di Raffaello, raffigurava l’omaggio dei popoli infedeli alla città papale ed era stata pensata come omaggio alla politica di Leone X.

Rosso_Fiorentino_Angelo_Uffizi_1521caGiovanni de'Medici tornò a Firenze il 30 novembre 1515 e la città natale gli rese omaggio allestendo una raffinata trama di apparati effimeri destinati a decorare l’itinerario del pontefice. Diversi artisti di spicco presero parte all’elaborazione delle scenografie. Tra loro, Ridolfo del Ghirlandaio, Francesco Granacci e Rosso Fiorentino. L’Angiolino musicante di quest’ultimo (Uffizi, 1521) è esposto in rappresentanza dell’équipe di pittori impegnati nell’esecuzione degli apparati. Se già per altre opere presenti in mostra il nesso con Leone X appare piuttosto sfumato, in questo caso – occorre dirlo – la presenza della tavola di Rosso sembra francamente pretestuosa. L’esposizione del dipinto, infatti, si giustifica – secondo quanto si inferisce dalla scheda di Carlo Falciani in catalogo (scheda 102, p. 508) – perché l’angelo contiene un ricordo delle suggestioni donatelliane e michelangiolesche dei «bambini ridenti e ammiccanti» che comparivano nelle pale licenziate dall’artista intorno al 1514 e che «probabilmente saranno state evidenti anche nell’arco trionfale decorato dal Rosso per l’ingresso a Firenze di Leone X a Firenze nel 1515».

Anonimo_Bernardo_Dovizi_coll_privataNel gruppo di immagini dell’entourage del papa accolto nelle Cappelle Medicee si impone, se non altro per interesse filologico, un’inedita copia (parziale) cinquecentesca del Ritratto del cardinale Bernardo Dovizi detto il Bibbiena, realizzato da Raffaello intorno al 1516-17 (Firenze, coll. privata). Il prelato – è il caso di sottolinearlo – fu segretario particolare di Giovanni de’Medici durante gli anni del pontificato.
Tra gli oggetti liturgici esposti risalta, invece, il raffinato Pastorale donato da Leone X alla basilica fiorentina di San Lorenzo (Firenze, Museo delle Cappelle Medicee). L’opera, databile al secondo decennio del Cinquecento, è stata attribuita all’orafo Michelangelo di Viviano e imita nella parte sommitale un broncone di alloro, già simbolo del Magnifico, da cui sembra fiorire la figura di San Lorenzo. Si segnala, inoltre, la notevole miniatura attribuita a Monte di Giovanni del Fora che ritrae Leone X in visita al Duomo di Firenze (Firenze, Archivio dell’Opera di Santa Maria del Fiore, Codice R n. 13, f. 88r), realizzata certamente durante il soggiorno del 1515.
La ultime due sezioni infine, con disegni e manoscritti, ripercorrono rispettivamente le vicende della Sacrestia Nuova di San Lorenzo e la storia della facciata, mai realizzata, della stessa chiesa.

La mostra, insomma, racconta la parabola di Giovanni de’ Medici mediante una selezione vasta e per nulla scontata di “documenti”. Sebbene in alcuni casi, come detto, le opzioni risultino non del tutto pertinenti, i criteri adottati nella composizione del mosaico delle opere esposte permettono, se non altro, di conoscere pezzi spesso interessanti sotto il profilo storico e che compaiono di rado nelle rassegne dedicate al Rinascimento fiorentino. Da essi emerge, nitidamente, il profilo dettagliato di uno dei protagonisti di quella stagione, tra i principali responsabili di quell’aurea aetas che germogliò a Firenze e Roma tra la fine del Quattrocento e i primi due decenni del secolo successivo.
Francesco Sorce, 28/3/2013

Michelangelo_di_Viviano_da_Gaiole_Pastorale_di_Leone_X_Firenze_Museo_delle_Cappelle_MediceeNELLO SPLENDORE MEDICEO. PAPA LEONE X E FIRENZE
Museo delle Cappelle Medicee
25 marzo - 6 ottobre 2013
Da lunedì a domenica, ore 8,15-16,50
Chiusura: seconda e quarta domenica del mese;
Prezzo biglietto Intero: € 9.00 (comprensivo dell’ingresso al Museo)
Catalogo Sillabe

Didascalie immagini:

1. Antonio de’ Benintendi (attr.), Giovanni de’ Medici Cardinale, London, Victoria and Albert Museum
2. Maestro fiorentino del secolo XV o XVI forse da un modello di Andrea del Verrocchio e di Orsino Benintendi, Lorenzo de’ Medici, Terracotta dipinta,   Washington D.C., National Gallery of Art, Samuel H. Kress Collection
3. Andrea del Castagno, Doppio ritratto di personaggi della famiglia Medici  (Piero e Giovanni de’ Medici?), XV secolo, Zurigo, Kunsthaus (deposito del Gottfried Keller-Stiftung), part.
4. Manifattura di Montelupo (?), Vaso con stemma Medici-Orsini, 1469-1488 ca., Maiolica dipinta in blu, verde, verde chiaro, manganese, giallo, Detroit Institute of Arts
5. Antonio del Pollaiolo, Ercole e Anteo, 1475 circa, Bronzo, Firenze, Museo del Bargello
6. Pietro Perugino, Cristo in pietà, 1497 ca., Affresco trasportato su tela, Firenze, Collezione Ente Cassa di Risparmio di Firenze
7. Giuliano Bugiardini, Leone X con i cardinali Giulio de’ Medici e Innocenzo Cybo,1523-1525, Roma, Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini
8. Rosso Fiorentino, Angiolino musicante, 1521, Firenze, Galleria degli Uffizi
9. Pittore del XVI secolo (da Raffaello), Ritratto del cardinale Bernardo Dovizi da Bibbiena, Olio su carta incollata su cartone, coll. privata
10. Michelangelo di Viviano da Gaiole (?), Pastorale, secondo decennio del secolo XVI, Argento fuso, sbalzato, cesellato e dorato, in origine smaltato, Firenze, Museo delle Cappelle medicee