Attraverso un processo di associazione liberamente trasfigurante
Fiona Tan riutilizza Piranesi, Bentham e Soane rifondendoli all’interno di un crogiuolo di concetti-chiave, da sempre al centro del suo lavoro:
la memoria, il tempo, l’identità culturale, il rapporto con lo spazio.
Nella mostra del MAXXI,
Inventory, a cura di Monia Trombetta, confluiscono così i frutti concreti di queste ardite connessioni, tutti successivi al 2004. Le opere sono allestite in modo da permettere alle stesse installazioni di creare ambienti e spazi espositivi, senza strutture architettoniche divisorie.

Il percorso parte al piano terra con
Correction (2004, fig. 2), installazione composta da sei proiezioni in cui l’artista presenta trecentotrenta ritratti di prigionieri e guardie di quattro carceri americane tra la California e l’Illinois. I ritratti circondano lo spettatore, rovesciando la struttura fisica e concettuale del
Panopticon di
Jeremy Bentham.
Correction s’ispira anche alle
Carceri d‘Invenzione di
Piranesi, intendendo, altresì, rilanciare una relazione, invero controversa, tra le architetture visionarie di Piranesi e gli
spazi del MAXXI progettati da Zaha Hadid. In mostra sono quindi presenti otto riproduzioni delle stampe piranesiane - nel primo e secondo stato, per esplicitare il travagliato processo che ha condotto alla redazione finale - che si dovrebbero considerare una sorta di
ideale e sotterraneo filo conduttore di tutta la mostra.
Disorient (fig. 3), realizzato da
Fiona Tan per il
Padiglione Olandese della Biennale di Venezia del 2009, recupera quelle categorie di storia, finzione, invenzione e follia che nella visione dell’artista innervano potentemente il ciclo delle
Carceri di
Piranesi. L’opera è composta da una doppia proiezione: l’artista mostra su uno schermo il
museo privato di Marco Polo come viene da lei fantasticato, mentre su un altro schermo le immagini compongono un
itinerario trasversale che si vorrebbe emblematico della complessità contraddittoria del mondo di oggi.
Inventory, infine, lavoro esposto per la prima volta in questa mostra, utilizza l’antica Roma come punto di partenza, intraprendendo un viaggio che conduce
Fiona Tan all’interno dell’incantevole John Soane Museum di Londra, dove il video è stato interamente realizzato.
“
Roma è una città ricca di storia, abitata da resti archeologici e rovine architettoniche. Il luogo ideale per approfondire la relazione tra gli oggetti e la memoria”,
Fiona Tan.

Nata a Pekanbaru in Indonesia,
Fiona Tan si è trasferita in Olanda nel 1988. Vive e lavora ad Amsterdam, utilizzando come suoi strumenti espressivi privilegiati
il video e la fotografia. I suoi video sono permeati dalle idee
del viaggio, dello spostamento, della mutazione e del rapporto tra occidente e oriente. I concetti di spazio e tempo fissano così i punti cardinali della sua poetica, il cui nucleo risiede nell’
elaborazione profonda della memoria, organizzata visivamente in un apparato creativo che si avvale di un uso sapiente della tecnologia.
Lu.Bo., 01/08/2013
Didascalie immagini:
01. Fiona Tan, Inventory, HD & video installation, 2012. Courtesy the artist and Frith Street Gallery, London and made possible with financial support from the Philadelphia Museum of Art and Mondriaan Fund, Amsterdam;
02. FionaTan, Correction, Video installation, 2004, Courtesy the artist and Frith Street Gallery, London;
03. Fiona Tan, Disorient, HD installation, 2009, Courtesy the artist and Frith Street Gallery, London.
FIONA TAN. INVENTORY
A cura di Monia Trombetta
Fino all’8 settembre 2013
MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo
Galleria 5, Sala Claudia Gian Ferrari
Via Guido Reni 4A - 00196 Roma
orario di apertura: 11.00 – 19.00 (martedì, mercoledì, giovedì, venerdì, domenica) 11.00 – 22.00 (sabato)
chiuso il lunedì
info: 06.399.67.350 - info@fondazionemaxxi.it
www.fondazionemaxxi.it