L’esposizione si inquadra all’interno di una linea espositiva scelta da Caterina Tognon, volta a promuovere l’impiego delle tecniche tradizionali di lavorazione del vetro nella produzione artistica contemporanea: un ciclo che ha preso avvio con la mostra di
Claire Fontaine (2011) ed è proseguito con quella di
Hubert Duprat (2012), invitati a realizzare alcune opere in vetro da presentare poi nella galleria veneziana.
La personale dedicata a
Francisco Tropa comprende alcune sculture di vetro soffiato, fra le quali due installazioni luminose, una serie di sculture formate da lastre vitree colorate poggiate su supporti in legno, e un ciclo di quaranta carte serigrafiche, tutte opere appositamente realizzate per la mostra; sono inoltre presenti due sculture lignee del 2002, scelte per la loro affinità tematica con gli altri lavori.
Al padiglione nazionale portoghese della
Biennale di Venezia del 2011, Tropa aveva creato una
specie di caverna platonica popolata di ombre capovolte di oggetti naturali e artificiali. Con
Terra Platonica l’artista torna nuovamente sull’antica, ma sempre viva questione delle relazioni intricate, ambigue e mutevoli fra arte, apparenza, verità e finzione.
Francisco Tropa prende le mosse da tre antiche raffigurazioni del cosmo. La prima è tratta da un testo di fine Ottocento dell’astronomo francese
Nicolas Camille Flammarion e rappresenta la terra come un cubo sospeso nello spazio, attribuendo erroneamente a Platone tale costruzione mitografica. La seconda risale al VI secolo d.C., e si rinviene nelle tavole della
Topografia Cristiana di
Cosma Indicopleuste: in esse la Terra appare piatta e rettangolare, sormontata da una sorta di baldacchino. La terza è quella sottesa alla
Divina Commedia di
Dante, in cui s’immagina una Terra sferica, scavata da un lato da una profonda voragine conica (l’Inferno) e dominata dal lato opposto dal monte del Purgatorio.
Dalle illustrazioni del trattato medievale Francisco Tropa ha tratto una serie di
serigrafie dai colori smaglianti, disposte sulle pareti della galleria come un
fregio di motivi astratti, pieni di eleganza decorativa. L’artista trasforma, invece, la Terra immaginata da Dante in
due bottiglie di vetro soffiato, che diventano ombre grazie all’azione di due potenti lampade che ne proiettano le forme sulle pareti. Infine, la Terra cubica che il volume di Flammarion riconduce a Platone, motivo centrale della mostra, viene interpretata da Tropa nel modo più astratto.
Il cubo compare, così, in
Approaching Creative People del 2002, e nella serie di sculture composte di quattro lastre quadrate di vetro colorato appoggiate su supporti di legno, che costituiscono anche un omaggio alla celebre
House of Cards di
Richard Serra del 1969. Il cubo associato al cerchio ritorna, infine, in un ciclo di
piccole sculture di ottone e bacchette di vetro colorato: quasi modelli architettonici, le cui variazioni di forma e colore corrispondono a una
logica formale minimalista che fa pensare a
Sol LeWitt.
Lu.Bor., 04/07/2013
La mostra è accompagnata da un video realizzato dal regista portoghese
Joao Botelho nella
fornace Gianni Seguso a Murano.
Le fotografie delle opere sono tutte di
Pedro Tropa.
Le opere in vetro sono state realizzate con il sostegno di
COTISSE, associazione costituitasi a Venezia nel 2011, finalizzata a promuovere la conoscenza del patrimonio artistico legato alla lavorazione del vetro soffiato a Murano.
Francisco Tropa è nato n

el 1968 a Lisbona, dove vive e a lavora. Fra le sue recenti personali ricordiamo:
2013. La Verrière Hermes, Bruxelles, e Gregor Podnar Gallery, Berlino;
2012. Museu, Galeria Quadrado Azul, Porto; Flores, Galeria Quadrado Azul, Porto, e Stela, Fundação Leal Rios, Lisbona;
2011. Scenario, Official Portuguese Representation, 54. Biennale di Venezia; Untitled, 12. Bienniale di Istanbul;
2010. O vapor que se eleva do arroz enquanto coze, Auditório do Museu de Arte Contemporânea de Serralves, Porto/ Beursschouwburg, Brussels,/ Appleton Square, Lisbona;
2008. Tesouros Submersos do Antigo Egipto, Chiado 8 Arte Contemporânea, Lisbona; The Assembly of Euclid (the final), Galeria Quadrado Azul, Porto, Portogallo;
2007. The Assembly of Euclid, Matadero, Madrid; The Cyclist’s Trance, Livre Circulação: Serralves no Algarve, Convento de Santo António, Loulé, Portogallo; Traço sobre um muro, Circular – Festival de Artes Performativas, Vila do Conde, Portogallo;
2005. The Assembly of Euclid, LisboaPhoto, Cordoaria Nacional, Lisbona;
2004. Vanitas e Vanitatis umbra, Galeria Quadrado Azul, Porto, Portogallo;
2003. L’Orage, Centro de Arte Moderna José de Azeredo Perdigão, Fundação Calouste Gulbenkian, Lisbona.
Francisco Tropa, Terra Platonica
a cura di Simone Menegoi
31 maggio / 5 ottobre 2013 (Agosto chiusura estiva)
CATERINA TOGNON
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