Michela Micheli novembre 2019
Paul Gauguin lascia il segno ancora una volta.In mostra dal 7 ottobre 2019 al 26 gennaio 2020 presso la National Gallery, i “rivoluzionari” ritratti di una delle più importanti personalità del Post-Impressionismo francese. “The credit Suisse Exhibition: i ritratti di Gauguin”, è un’esposizione senza precedenti che rende omaggio a unartista prolifico, affascinato dalla Polinesia francese. Attraverso dipinti, sculture e stampe provenienti da musei e collezioni private di tutto il mondo, come il Musée d’Orsay di Parigi e il Museo Nazionale di Arte occidentale di Tokyo, i visitatori entrano in stretto contatto con l’arte “primitiva” di Paul Gauguin; un’arte fatta di ricerca interiore ed elementi antropologici e spirituali. Le oltre cinquanta opere in scena, mostrano l’interesse dell’artista per le tradizioni popolari e mettono in luce il suo modo di utilizzare il ritratto per esprimere se stesso e le sue idee artistiche. Dagli autoritratti ai ritratti dell’ultimo Gauguin, che pur essendo malato non rinuncia a questa forma d’arte e usa il ritratto per esprimere il suo ruolo nella politica del posto, passando per la
Giovane donna bretone, appartenente al periodo trascorso in Bretagna, un gruppo di ritratti di De Haan, i dipinti di
Teha’amana a Tahura,
Tehura in legno del primo viaggio a Tahiti, la
Natura morta con “La Speranza” e i ritratti indiretti di Vincent Van Gogh: la mostra divisa in sette sale, è curata da Cornelia Homburg e Christopher Riopelle, rispettivamente curatrice della National Gallery of Canada e curatore di Neil Westreich dei dipinti post 1800 alla National Gallery di Londra. La grande esposizione racchiude in sé arte, cinema e storia:
“Il documentario esplora lo straordinario e spesso problematic successo artistico di Gauguin, con commenti dei suoi discendenti, artisti contemporanei ed esperti del mondo. Il film esamina l’eredità di Gauguin non solo attraverso la lente dellastoria dell’arte, ma anche quella della politica di genere e post-coloniale, rivalutando il trattamento dell’artista di giovani donne indigene e il suo ruolo nel colonialismo francese del Diciannovesimosecolo”, spiega il regista dell’avvincente evento cinematografico.
- Come e quando è nata l’ammirazione per l’arte di Gauguin?
“Gauguin è stato a lungo un argomento di grande interesse per me. Nel 2015 la National Gallery in collaborazione con il Minneapolis Institute of Art , ha allestito una grande mostra intitolata Delacroix and the rise of modern art, in cui Gauguin svolgeva un ruolo importante nel portare avanti le lezioni sull’arte di Delacroix , in particolare per quanto riguarda il colore brillante e l’espressione del temperamento artistico unico. Mi sembrava naturale portare avanti quel progetto e realizzare una mostra interamente dedicata al ritratto di Gauguin”.
- Com’è nata la mostra?
“ La mostra è una collaborazione con la National Gallery di Ottawa. Ho lavorato a stretto contatto con Cornelia Homburg, la cui idea era che la ritrattistica fosse una componente importante ma poco studiata dell’arte di Gauguin e che un’esposizione e una pubblicazione accademica sarebbero state interessanti per mostrare come Gauguin avesse riorientato il ritratto. Abbiamo riunito i principali esperti internazionali, compresi giovani studiosi con nuove prospettive e punti di vista e abbiamo ottenuto importanti prestiti da tutto il mondo”.
- Qual è
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- l’obiettivo principale della mostra?
“Gauguin Portraitsè la prima mostra che si concentra sulle rappresentazioni di Paul Gauguin, in dipinti, disegni, sculture, ceramiche, di famiglia, amici, colleghi artisti, amanti e nemici. Identifica i modi in cui ha reinventato ciò che potrebbe essere un ritratto. Piuttosto che una semplice registrazione delle caratteristiche di una scrittrice o una dichiarazione di uno status sociale o ambizione, il ritratto potrebbe essere un veicolo per esaminare la relazione della scrittrice con l’artista e un locus per simboli che definiscono in modo astratto la sua morale ed essenza psicologica. Raramente commissionati e quindi non responsabili per il soggetto, i ritratti di Gauguin divennero anche il luogo di audaci esperimenti formali in linea, colorie contenuto simbolico”:
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Come si svolge la mostra e quali sono i momenti salienti
“ La mostra inizia con gli autoritratti dell’artista, in cui sviluppa varie forme simboliche soprattutto quella del Cristo sofferente e del selvaggio, lontano dalle sofisticazioni di Parigi. I principali temi della mostra vengono così presentati al visitatore interamente in termini di immagine propria dell’artista da elaborare poi in profondità nelle sale a seguire. Si va dai primi ritratti impressionisti dei membri della famiglia, le opere del periodo bretone e provenzale, quando ha sviluppato lo stile ‘Synthetis’, fatto di colori vivaci e semplificazione delle forme. Al centro della mostra vi sono invece i ritratti colorati legati agli anni passati a Tahiti. La mostra termina con i ritratti ‘surrogati’, dove gli amici morti sono rappresentati da oggetti, nel caso di Van Gogh dai girasoli che aveva notoriamente dipinto e infine i monumentali ritratti degli aristocratico, posseduto dagli isolani Marchesi”.