L’ampia retrospettiva è stata così articolata lungo i magnifici ambienti del museo.
1. Nel Salone è stata ricostruita la
Chase Manhattan Plaza con opere come
Donna in piedi I,
Grande donna II,
Uomo che cammina I (tutte del 1960), create in seguito all'invito dell'architetto Gordon Bunshaft a realizzare
una serie di monumenti per la piazza di New York. Le minuscole figurine create dallo scultore durante la guerra per rendere l'impressione della persona vista da grande distanza, si trasformano qui in figure a grandezza maggiore del naturale. Per Giacometti il compito di
creare sculture monumentali per uno spazio pubblico aveva l'aura di un'impresa nella quale si era avventurato ripetutamente, ma sempre senza successo.
2. Sala del Canova -
Il sentire plastico

Dopo l’allontanamento dal figurativismo sotto l'influsso della lezione cubista, al principio degli anni Venti, Giacometti indirizza il suo lavoro verso uno stile e un linguaggio formale del tutto personale. Nel 1928 nasce
Testa che osserva (1928), opera caratterizzata da un'estrema essenzialità e da una pura astrazione.
Donna sdraiata che sogna (1929),
Uomo (Apollo) (1929),
Donna sdraiata (1929) evidenziano quella
tendenza alla leggerezza e alle
forme concave e forate, che diverranno sigle tipiche della scultura di Giacometti.
3. Sala del David -
Il vedere
Nella Sala del David l’andamento oscillante de
L'uomo che vacilla si confronta con l’attimo perfetto, carico di tensione cinetica e narrativa, fissato dalla scultura berniniana. Il movimento rotatorio è piegato da Giacometti alla sua volontà artistica di dare espressione metaforica all'angosciosa e dilemmatica condizione dell'essere umano.
4. Sala di Apollo e Dafne -
Evocazione del movimento nell'immobilità
Attraverso le dinamiche della percezione, Giacometti s'impegna a
superare il limite ontologico della scultura, costituito dalla sua fissità a fronte dell’espressione del movimento fisico ed emotivo: è proprio agli incessanti movimenti dell'occhio che, nella loro attività di ricostruzione della forma, viene dato il compito di rendere viva la creazione dell’artista. In questa sala spiccano
Donna in piedi (1948),
Femmes de Venise (1956) e quattro
Grandes Femmes, più tarde: sculture in cui l'artista esplora molteplici possibilità di stilizzazione della figura femminile.
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5. Sala degli imperatori -
Una scultura come frammento
Giacometti esordisce al
Salon des Indépendants del 1925 con un torso, la sua prima scultura tendente all’astrazione. Poco dopo crea un'altra composizione vicina al cubismo, chiaramente ispirata al frammento di una scultura sumera con due mani intrecciate. Su questa scia, nel 1932 Giacometti esegue
Main prise, una mano di legno intrappolata in un ingranaggio.
La Mano, del 1947, incarna il riavvicinamento all'arte figurativa che caratterizza la produzione di Giacometti dopo la tragica esperienza della guerra. Con le sue dita allargate, la mano ricorda all'artista un braccio staccato dal corpo che vide nel 1940 durante la fuga da Parigi. Appaiono qui per la prima volta le
classiche superfici screpolate e frastagliate come chiave espressiva che gli consente di prendere le distanze dal figurativismo.
6. Stanza dell'Ermafrodito -
Donna cucchiaio e Donna sgozzata
La
Donna cucchiaio, prima di una lunga serie di “
grande femme”, l'artista unisce le due diverse fonti di ispirazione della sua prima fase d'avanguardia:
il rigore formale del cubismo e la stilizzazione della scultura africana. In questa opera il ricorso alla forma del cucchiaio evoca l'idea archetipica del femminino e della maternità: un grembo si inarca richiamando quello di un divinità primitiva della fecondità.

7. Sala di Enea e Anchise -
La condensazione iconica. L'Uomo che cammina
Nata come schizzo per il monumento alla memoria del deputato comunista Gabriel Péri,
L'Uomo che cammina è forse la scultura più celebre di Alberto Giacometti. La sua esitazione nel procedere rende questa figura geroglifica profondamente connotata dall’idea di precarietà.
Con le sue creazioni che quasi paiono
sottratte alla forza di gravità, Giacometti conferisce forma visibile all’inquietudine, la sofferenza e l’incertezza che caratterizzano la condizione umana.
L'Uomo che cammina del 1947 è rimasta un’opera unica, come se il suo significato estremo non fosse passibile di ulteriori elaborazioni o sviluppi.
8. Sala egizia -
Origini egizie
Giacometti fu affascinato per tutta la vita dal rigore dell'arte egizia. Da quando nel 1920 vide a Firenze per la prima volta alcuni originali egizi, egli copiò spesso e trasse costantemente ispirazione da quelle opere d'arte. Nella Sala Egizia della Galleria Borghese è esposta
Donna che cammina del 1932. Questa figura caratterizzata da un'assoluta compiutezza formale è più vicina agli
objets décoratifs che Giacometti aveva realizzato per Jean-Michel Frank e la sua elegante
boutique del Faubourg Saint-Honoré, anch'essi d'ispirazione egizia. Con il ritorno all'arte figurativa, il confronto con la scultura egizia diviene un tema centrale della sua scultura e nel 1936 realizza il ritratto egizianeggiante della compagna Isabel.
9.
Vestibolo
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Giacometti ha sempre disegnato, fin dalla sua più tenera età e per tutta la vita, senza soluzione di continuità. L'acquarello
Roma (1921) ci riporta alla gioventù dell'artista e al suo felice soggiorno capitolino. Il disegno di Giacometti scaturiva sia di fronte a un oggetto a prima vista banale, sia guardando i volti delle persone a lui più vicine, come il fratello Diego o la moglie Annette. Nascono così
Portrait de Madina Visconti (1932),
Testa di Annette (1959) e la
Testa del Professore Corbetta (1962), che mostrano allo spettatore tanto il suo tratto libero e sciolto, quanto quello caratterizzato da una struttura più rigida di punti immaginari legati tra loro da linee.
10. Loggia di Lanfranco -
Busti
Il percorso espositivo si conclude con
alcuni tra i più noti busti di Giacometti, come
Lothar III (1965), il
Busto d'uomo e il
Busto di Annette (entrambi del 1961). Le teste e i busti sono l'alfa e l'omega della sua scultura. Egli inizia con opere piuttosto realistiche ispirate alle tipologie del rinascimento. Nei busti in mostra la tradizione viene completamente rielaborata e trasfigurata in uno stile nuovo, che
disgrega la compattezza del corpo in un ineffabile movimento vitale. Le tracce delle dita di Giacometti al lavoro davanti al modello sono inscritte nell'opera stessa e, nel ripercorrerne successivamente le forme, l'occhio dell'osservatore restituisce vitalità alla presenza dell'artista.
Catalogo Skira. (03/02/2014)
Giacometti. La scultura
Galleria Borghese
Piazzale Museo Borghese, 5
00197 Roma
Dal 5 febbraio al 25 maggio 2014
Orario apertura:
Da martedì a domenica dalle 9.00 alle 19.00
(ultimo ingresso alle ore 17.00)
Lunedì chiuso
Biglietti
Prenotazione obbligatoria per tutte le tipologie di biglietto € 2,00
Intero € 16,00 (inclusa prenotazione obbligatoria)
Ridotto € 11,50 (inclusa prenotazione obbligatoria)
Didascalie immagini:
1. Alberto Giacometti, Buste d'Annette (dit Venise), 1961
Bronze, 46 x 26,5 x 12 cm
Bündner Kunstmuseum Chur © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014
2. Alberto Giacometti, Homme qui marche I, 1960, INV0314
Bronze, épreuve de la Fondation Maeght,, fonte de 1963, Susse Fondeur
183 x 26 x 95,5 cm
Collection Fondation Aimé et Marguerite Maeght, Saint-Paul de Vence (France)
Photos Claude Germain – Archives Fondation Maeght, Saint-Paul de Vence (France)
AGD 1448 © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014
3. Alberto Giacometti, Moi me hâtant dans une rue sous la pluie, vers 1948, inv. 35
Bronzo, 4/6, Alexis Rudier Fondeur
46,5 x 77 x 15 cm
Kunsthaus Zurich, Alberto Giacometti-Stiftung, Zurich
AGD 1405 © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014
4. Alberto Giacometti, L’homme qui chavire, 1950
Bronzo, 4/6, fonte de 1952 , Alexis Rudier Fondeur
60 x 14 x 22 cm
Kunsthaus Zürich Vereinigung Zurcher Kunstfreunde
AGD 1356 © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014
5. Alberto Giacometti, [Buste d'homme (Lotar III)], 1965
Bronzo, 00/8, fonte d’après 1966, Susse Fondeur
65 x 28 x 35 cm
Collection Privée, Suisse © Alberto Giacometti Estate / by SIAE in Italy, 2014