La mostra segue di oltre 40 anni quella storica che si svolse sempre a Villa Manin nel 1971 in occasione dei duecento anni dalla morte del pittore, che segnò un punto di svolta nella sua moderna fortuna critica, e ripercorre la sua lunga e fertile attività attraverso una sequenza di opere che testimoniano tutta l'ampia varietà di commissioni ricevute dal pittore: soffitti allegorici, pale d’altare, decorazioni in villa, modelletti, disegni.
Esposti anche dipinti di imponenti dimensioni, poiché, per esplicita dichiarazione dell’artista, “Li pittori devono procurare di riuscire nelle opere grandi [...] quindi la mente del Pittore deve sempre tendere al Sublime, all’Eroico, alla Perfezione”. In alcuni casi il complesso lavoro preparatorio, dai disegni al bozzetto all’opera finita, viene presentato nel dettaglio, introducendo il visitatore all’interno del “laboratorio” dell’artista e permettendogli di coglierne per intero l’iter creativo.
La mostra si compone di oltre sessanta dipinti e più di settanta disegni disposti all’interno di un percorso cronologico e tematico.
L'apertura è affidata al capolavoro giovanile Apelle che dipinge Campaspe del Museum of Fine Arts di Montreal dove Tiepolo, appena ventenne, attribuisce le proprie sembianze al più celebrato pittore del mondo antico. Accanto a quest’opera sono posti alcuni disegni giovanili e una serie di incisioni eseguite dai fratelli Zucchi su disegni di Tiepolo, destinate ad alcune importanti iniziative editoriali del secondo decennio del secolo, come Il Gran Teatro di Venezia di Domenico Lovisa e Delle Antiche Statue greche e Romane dei cugini Zanetti.
Le sale successive sono dedicate ai bozzetti e ai disegni. Proprio nel bozzetto, già nel corso del XVIII secolo, s’individua il momento più fresco e immediato dell’invenzione e si rivela l’abilità dell’artista nella stesura pittorica e il suo virtuosismo esecutivo. Attraverso queste opere diventa altresì possibile documentare gli inamovibili cicli ad affresco e i grandi teleri per cui Tiepolo è massimamente celebre. Nelle sale successive è esposta una notevole serie di disegni, fra i quali quelli celeberrimi su carta azzurra dedicati agli studi anatomici ed eseguiti con rapidi tratti di gesso rosso e bianco, oggi conservati al Gabinetto dei disegni e delle stampe del Museo Correr di Venezia. Ad essi è accostato il Ritratto del fratello Lorenzo di proprietà della Fondazione Custodia di Parigi. Seguono i disegni a penna, riuniti in ordine tematico secondo quella suddivisione che si ritrovava originariamente negli album rilegati alla fine del Settecento, forse dallo stesso Giambattista, poco prima del suo viaggio in Spagna. Troviamo così le ‘vedute’, i ‘pensieri’ e le ‘caricature’, cui sono associati i rari disegni di Pulcinella e il dipinto con la Cucina di Pulcinella ora a Maidstone, Leeds Castle Foundation. La maggior parte dei fogli proviene dal grande fondo di disegni tiepoleschi appartenenti ai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste, cui è stata accostata una scelta selezione di esemplari provenienti da alcuni importanti istituti esteri, come il Fitzwilliam Museum di Cambridge e L’Ecole Nazionale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi.
La seconda parte della mostra procede secondo un indirizzo strettamente cronologico. Sarà così possibile ammirare i giovanili pennacchi “che in età d’anni diciannove dipinse sopra le nicchie nella chiesa dell’Ospedaletto” (Vincenzo da Canal, 1732). Nelle vesti di pittore di storia Tiepolo realizza i suoi primi capolavori. Si tratta di episodi della storia antica che, nonostante l’intonazione cupa, lasciano ammirati per la stesura pittorica smagliante: l’apparato scenografico viene depotenziato in scabri paesaggi aperti che fanno da sfondo a poche figure in pose perentorie.
I committenti di Giambattista non sono solamente esponenti del vecchio patriziato veneziano ma anche i nuovi nobili, che hanno raggiunto il proprio status attraverso l’esborso di cifre cospicue e suppliscono alla mancanza di un antico blasone con la costruzione di palazzi grandiosi splendidamente decorati. Le prime due famiglie a richiedere i suoi servizi sono gli Zenobio e i Sandi. Questi incarichi sono qui documentati dai Cacciatori della Cassa di Risparmio delle Province Lombarde e dal bozzetto per il soffitto di palazzo Sandi oggi al Courtauld Institute di Londra. Dopo aver portato a termine per la famiglia Dolfin la decorazione ad affresco del palazzo Patriarcale di Udine e le grandiose tele per il salone del palazzo veneziano (Annibale contempla la testa di Asdrubale, Vienna Kunsthistorisches Museum), Tiepolo viene chiamato a Milano dove lavora in palazzo Archinto e in palazzo Casati Dugnani. Quindi è a Bergamo per decorare la Cappella Colleoni. Per l’artista si tratta della definitiva consacrazione e del suo riconoscimento come massimo decoratore del tempo.
Verso il 1730 Tiepolo muta il proprio modo di dipingere, trasportando nella pittura ad olio l’abbagliante luminosità dei propri affreschi. Nel soffitto con Zefiro e Flora per Palazzo Pesaro, oggi a Ca’ Rezzonico, il primo compiuto dopo il soggiorno in Lombardia, egli conferisce alle due figure un’evidenza ottica paragonabile a quella dei contemporanei dipinti di Canaletto. Nei primi anni quaranta Tiepolo è ormai divenuto il pittore veneziano più celebre e richiesto. Instancabile, si cimenta in una straordinaria sequenza di imprese monumentali su tela e ad affresco, guadagnando una sorta di monopolio nella decorazione dei palazzi veneziani e delle ville della terraferma. La mostra documenta questo fertile periodo di attività attraverso alcuni dipinti particolarmente significativi, di soggetto sia sacro che profano, fra i quali il soffitto allegorico realizzato per la villa dell’avvocato Carlo Cordellina. A questo momento risale il cruciale incontro con Francesco Algarotti. Scrivendo al suo entusiasta ammiratore Tiepolo conclude: “Giuro che mi sarebbe più caro star un giorno in compagnia sua e parlare di pittura che tutti li divertimenti di questa villa, che mi creda non è pochi”. Queste poche parole sono sufficienti a testimoniare il sodalizio culturale fra l’artista e il suo dotto amico. In questa sezione si è riunito un gruppo di dipinti realizzati da Tiepolo per Algarotti e quelli compiuti per la galleria di Dresda di cui l’intellettuale fu il diretto ispiratore.
Attorno alla metà del secolo Tiepolo è impegnato nei più vasti ed ambiziosi cicli ad affresco che abbia mai compiuto, mentre al contempo licenzia un’impressionante sequenza di capolavori su tela. È il caso del Nettuno offre doni a Venezia, del Rinaldo e Armida nel giardino incantato, che documenta il soggiorno del pittore a Würzburg, dell’Antonio Riccobono dell’Accademia dei Concordi di Rovigo, fra i rarii esercizi di Tiepolo nell'ambito della ritrattistica, e del San Giorgio Maggiore sottomette un moro del Museo Nazionale di Budapest, eseguito nel 1749. Infine, a testimoniare le sue ultime grandi commissioni in patria, sono esposti il grandioso modello del Musée des Beaux-Arts di Angers per il soffitto del salone della villa Pisani a Stra e, soprattutto, Santa Tecla libera Este dalla pestilenza per il duomo di Este, una delle tele più grandi dipinte da Tiepolo e uno dei suoi capolavori nell’ambito della produzione di soggetto religioso.
Anche in tarda età la fama del pittore non subisce flessioni. Il re di Spagna richiede espressamente alla Repubblica i suoi servigi per decorare il palazzo Reale. Tiepolo parte controvoglia per la Spagna, contando di rimanervi non più di due anni. Diverrà invece l’ultima tappa della sua vicenda umana e professionale. Nel decennio al servizio dei Borbone, oltre alla decorazione ad affresco della sala del trono (New York, The Metropolitan Museum of Art), compie le pale d’altare per il convento francescano di Aranjuez, fra i quali gli ovali con San Pietro d’Alcantara e Sant’Antonio da Padova. Le ultime opere di Giambattista non sono però tele o affreschi monumentali ma alcuni piccoli dipinti sacri destinati alla devozione privata, nei quali ritorno spessa il tema del Riposo durante la Fuga in Egitto, che, forse non a caso, evoca il ricordo e la lontananza.
GIAMBATTISTA TIEPOLO
15 dicembre 2012 - 7 aprile 2013
Villa Manin di Passariano
Orario della mostra:
Da lunedì a venerdì ore 9.00 - 18.00
sabato, domenica e festivi ore 9.00 - 19.00
Servizio prenotazioni e informazioni:
Tel. +39 0432 821210 / Fax +39 0432 821229
tiepolo@villamanin-eventi.it / www.villamanin-eventi.it