
L'evento rientra nell’ambito delle celebrazioni per il
quarto centenario della nascita di André Le Nôtre (Parigi, 1613 – 1700), il grande architetto di giardini, figlio del giardiniere di Luigi XIII, al quale si deve in gran parte il progetto e la realizzazione di quelli monumentali di Versailles, voluti da Re Sole, che hanno costituito una formidabile fonte di ispirazione per lo scultore italiano, nonché un set impareggiabile per le sue creazioni. La maggior parte delle opere di Penone è in effetti collocata all’interno dei giardini alla francese, attivando un dialogo visivo e concettuale con i loro superbi scorci e prospettive tanto raffinatamente castigato quanto profondamente meditato.
Spazi come la
Grand Perspective, o la grande terrazza, rappresentano evidentemente molto più che una quinta, sia pur eccezionalmente evocativa, ed è chiaro che l’opportunità di interagire con un simile ambiente, e in qualche misura di ricrearlo temporaneamente (o meglio, di
ridisegnare i contorni della complessiva esperienza sensoriale che si ha di esso) ha sbrigliato la fantasia di Penone, ma gli ha anche dettato un principio d’ordine e di rigore particolarmente felice, detreminando un effetto di mirabile organicità.
Alcune riflessioni di Penone (Garessio, Cuneo, 1947), tra i protagonisti dell’arte povera e oggi una delle principali presenze dell’arte italiana a livello internazionale, offrono spunti significativi per inquadrare adeguatamente il senso del lavoro condotto per questa circostanza.

Afferma dunque lo scultore: “Avere la possibilità di far dialogare il mio lavoro con quello di Le Nôtre a Versailles è un grande privilegio. Il giardino è un luogo emblematico che sintetizza il pensiero occidentale sul rapporto uomo-natura. Costruito per esaltare il potere dell’uomo, il giardino sottolinea la forza e il potere della natura che ridimensiona l’azione dell’uomo, costretto ad un lavoro incessante di manutenzione per preservarlo (…).
A proposito delle sue installazioni di Versailles così si esprime Penone: "Il mimetismo oggettivo del lavoro cancella la mia azione di scultore per indirizzare l’attenzione sulla straordinaria intelligenza dello sviluppo vegetale e sulla perfezione estetica della natura”.
L’albero è scelto dello scultore come principale forma naturale delle sue sculture, in quanto “essere vivente che memorizza il suo vissuto e le sue necessità nella sua forma; e il bronzo costituisce il suo materiale privilegiato, ''perché nella fusione in bronzo si usano degli elementi naturali, e perché c'è tutta una logica della fusione che sfrutta la forza di gravità e che ha qualche analogia con i rami degli alberi… Il bronzo e' un materiale che si ossida con la pioggia, il vento, il sole, acquisendo una colorazione che e' molto simile, quasi mimetica, a quella dell'albero''.
Lu.Bo., 20/06/2013
Didascalie immagini:
1. Giuseppe Penone, Le Foglie delle radici, 2011 © Tadzio
2. Giuseppe Penone, Elevation, 2011 © EPV Thomas Garnier
3. Giuseppe Penone, Tra scorza e scorza e Spazio di Luce © EPV Thomas Garnier
4. Giuseppe Penone, Albero Porta - cedro, 2012 © Tadzio
Penone Versailles
Chateau de Versailles
11 giugno – 31 ottobre 2013
http://www.chateauversailles.fr