Presentati i Nuovi Uffizi

Aperte le nuove sale del Botticelli
e dei pittori del suo periodo

"Questo è un momento storico ! " ha esordito così, con piena soddisfazione e non senza enfasi, il Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt, presentando in un'affollata conferenza stampa le sale (9 - 15) dedicate al Primo Rinascimento e ricavate entro gli spazi a suo tempo occupati dal perduto Teatro mediceo, creazione di Bernardo Buontalenti.

Ma è una soddisfazione largamente comprensibile se pensiamo che ora sembrano davvero dialogare assieme molti grandi maestri tramite la nuova sistemazione di alcuni loro capolavori assoluti, grazie alla quale sicuramente anche il pubblico potrà essere risucchiato letteralmente dentro la grande "maniera moderrna".

Pollaiolo, Van der Goes, Ghirlandaio, e un eccezionale nucleo di opere di Botticelli -tra cui quelle più famose: la Primavera e la Nascita di Venere, cui si unisce l'affresco staccato, con la straordinaria Annunciazione- delineano in effetti un percorso espositivo che si armonizza con le adiacenti sale dei Primitivi e ne continua lo spirito; l'obiettivo perseguito è che il  ritmo largo e spaziato della nuova esposizione, possa permettere al visitatore di osservare meglio con calma e raccoglimento, nelle migliori condizioni, quanto proposto.

L’illuminazione naturale dall’alto proviene da profonde strombature praticate nel soffitto, sistemate in coincidenza delle residue e intatte capriate del teatro buontalentiano e risponde innanzitutto alla necessità museografica di rendere più confortevole la visita alla collezione botticelliana, esigenza ben illustrata dalle parole del Direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike Schmidt:

"La disposizione dei dipinti nelle nuove sale di Botticelli è studiata in ragione dei flussi di persone davanti ai capolavori. L’esperienza del visitatore non solo è incomparabilmente migliorata, ma si offre inoltre una lettura critica delle opere: ciascuna esposta in relazione diretta di stile, o di cronologia, o di soggetto con quelle che si trovano nelle vicinanze. Sulle”nuove” pareti non solo viene materialmente illustrata la rete di relazioni culturali e stilistiche tra fiamminghi e fiorentini ben nota alla critica, ma si dà giusta enfasi anche alle opere tarde di Botticelli, mentre le “icone” più celebrate - la Primavera e la Nascita di Venere - acquistano la giusta prospettiva nelle grandi sale, comunicanti anche visivamente”

Questa missione di profondo rinnovamento della veste della Galleria è stata perfettamente interpretata anche dalla Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Firenze e le province di Pistoia e Prato, guidata dal Soprintendente Andrea Pessina, che ha aggiunto:

Gli ambienti, completamente rinnovati sia nella veste architettonica che impiantistica, vengono restituiti alla fruizione pubblica unitamente ai Corridoi, oggi dotati di un nuovo impianto di illuminazione. Complessivamente, fra la realizzazione di nuovi spazi espositivi e il rinnovo di alcune sale preesistenti, salgono così a circa 7000 metri quadrati le superfici espositive ad oggi interessate dall'intervento di restauro”.

Tanto il Direttore Schmidt quanto il Soprintendente Pessina hanno peraltro giustamente richiamato il ruolo che i loro predecessori, Antonio Natali ed Alessandra Marino, hanno avuto nell'ideare le nuove sistemazioni poi definitivamente progettate e realizzate grazie all'intervento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e al sostegno della Fondazione Friends of Florence.

Il restauro infatti è stato sostenuto da una donazione liberale da parte della suddetta Fondazione non profit, che in sole sei settimane di sottoscrizioni ha raccolto, fra i propri generosi soci sostenitori d’oltreoceano, l’intera cifra necessaria all’illuminazione, all’allestimento delle sale, e ai restauri dei dipinti. Con questo atto munifico, come ha ricordato la Presidente della Fondazione Simonetta Brandolini d’Adda, si è voluto rinsaldare ancora una volta lo storico legame che unisce gli interessi della cultura americana al patrimonio storico artistico fiorentino:

L'intervento alle Sale dedicate al Primo Rinascimento, in cui sono esposti i capolavori di Pollaiolo, Botticelli e Hugo Van der Goes, testimonia il grande interesse da parte della nostra Fondazione nei confronti delle Gallerie degli Uffizi e delle opere che vi sono conservate. Non soltanto Sandro Botticelli ma anche Antonio Pollaiolo, con le loro opere di nuovo visibili nelle rinnovate sale, sono forti nell'immaginario collettivo americano e noi di Friends of Florence abbiamo scelto di dedicare questo progetto al 50esimo Anniversario dell'alluvione del 1966, per omaggiare la città di Firenze, per non dimenticarci e per ricordare al mondo che è davvero importante tutelare e conservare la cultura e consegnarla alle generazioni future perché è da qui che si costruisce il domani della nostra società occidentale.





 

Note sull’allestimento museografico

 
Il nuovo ordinamento ha avuto come obiettivo principale quello di garantire il godimento delle opere anche
in presenza di un pubblico molto numeroso, spesso raccolto in gruppi che si accalcano davanti ai dipinti più noti. Lasciata praticamente invariata la disposizione delle opere nella sala dei Pollaiolo, in ciascuna delle due partizioni della nuova sala Botticelli sono stati invece individuati due punti focali dove collocare la Primavera e la Nascita di Venere. I due famosissimi capolavori sono stati appositamente distanziati dalle altre opere esposte in modo di consentire ai visitatori di stazionare con agio davanti ad essi.
Alla già cospicua lista di opere di Botticelli esposte, si è aggiunta la poetica Annunciazione proveniente dall’ospedale di San Martino situato in via della Scala a Firenze, un affresco di circa 6 metri di larghezza eseguito da Botticelli nel 1481 che è stato sistemato nella prima parte della sala 10-14, in dialogo con la versione dello stesso tema dipinta su tavola da Botticelli quasi 10 anni più tardi per la chiesa di Cestello.
Nella seconda parte della sala sono state disposte in sequenza, intorno alla Nascita di Venere, le altre opere profane di Botticelli, cioè il Ritratto dell’uomo con la medaglia di Cosimo il vecchio, la Calunnia e Pallade e il centauro,  in un colpo d’occhio che rende evidente anche ad un pubblico non specialista la vastità della cultura umanistica e il debito dell’arte rinascimentale verso l’antichità.
La necessità di diradare l’ordinamento ha determinato lo slittamento nella sala 15 di alcune opere di Botticelli, come la monumentale Incoronazione della Vergine eseguita per la cappella degli orafi in San Marco a Firenze. In questa sala si è scelto di riproporre l’accostamento ad opere fiorentine del tardo Quattrocento del trittico con l’Adorazione dei pastori eseguito a Bruges per la famiglia Portinari da Hugo van der Goes, imponente pala d’altare che dal 1483 troneggiò nella chiesa dell’Ospedale di Santa Maria Nuova. Capolavoro della pittura fiamminga, quest’opera fu determinante per l’evoluzione stilistica di molti pittori fiorentini dell’ultimo quarto del XV secolo, primo fra tutti Domenico Ghirlandaio, del quale nella stessa sala si espone la Sacra conversazione proveniente dalla chiesa di san Giusto.
(D.P.)

L’allestimento della Primavera e della Nascita di Venere

L’istanza di mantenere vetri di sicurezza e protezione di fronte a dipinti emblematici e di grande impatto emotivo come la Primavera e la Nascita di Venere, unita a ragioni conservative per rallentare lo scambio climatico tra le preziose opere d’arte e l’ambiente della sala, hanno portato alla soluzione espositiva realizzata.

Si tratta comunque di espressioni formali aggiornate, di cui la progettualità museografica contemporanea non è priva di esempi declinati in più d’una variante nello scorcio degli ultimi decenni.
Si aggiunga che i due volumi in cui sono alloggiate le pitture, costruiti sovrapponendoli alle pareti, consentono una visione quasi astratta e assoluta delle opere, priva di elementi di sostegno, come staffe e supporti, che restano completamente nascosti dietro le grandi superfici dell’arredo funzionale.