Avviamo questo breve intervento di analisi e commento, come già abbiamo fatto nell’articolo riservato alle aste Old Masters di Christie’s, dai dati generali relativi alle corrispettive aste newyorkesi di Sotheby’s.
“Important Old Master Paintings and Sculpture” ha visto 236 lotti venduti su un totale di 404 proposti (412 nel catalogo cartaceo), con una percentuale del 58,4%. L’asta ha incassato la cifra complessiva, decisamente considerevole, di poco più di $ 58.000.000, pari a circa € 43.000.000, che dovrebbe corrispondere (dati Sotheby’s) al 60,7% rispetto al valore totale dell’asta. Si tratta di risultati evidentemente buoni, sebbene non propriamente ottimi, il 60% costituendo una sorta di soglia spartiacque per la valutazione della riuscita di un’asta.
Meglio, in proporzione, è andata la vendita dedicata alla preziosa collezione dell’antiquario fiorentino Giancarlo Baroni (che presentava un mix ad alto
appeal commerciale di pezzi antichi, dell’Ottocento e di primo Novecento, con molta grafica di qualità e un interessantissimo nucleo di opere autografe di Boldini), che ha avuto 148 lotti venduti sui 214 complessivi (circa il 70%) e quasi $ 14.000.000 di battuto (circa € 10.500.000), pari a un davvero eccellente 93% sul “peso” totale dell’asta, che ha visto un buon numero di lotti (fra cui molti dei più importanti e attraenti) crescere esponenzialmente rispetto alle stime di catalogo.


Scendendo nel particolare dell’asta 8952, "Important Old Master Paintings and Sculpture", ci sono anzitutto da registrare vari
records assai significativi. Procedendo in ordine di grandezza, costituiscono i migliori risultati di vendita in asta dei rispettivi autori la formidabile
Susanna e i Vecchioni di Pompeo Batoni (l. 73, fig. 1), uno dei pezzi forti della sessione, che non ha tradito le attese e partendo da $ 6/9.000.000 ha raggiunto, diritti inclusi, $ 11.4000.000, con una rilevante crescita in sala. Analogamente, fissano nuovi primati commerciali per i loro autori l’inedito
Cristo Benedicente di Hans Memling (l. 10, fig. 2), venduto a più di $ 4.500.000, con una crescita fantastica rispetto alla stima di $ 1.000.000/1.500.000;
Sant’Orsola protegge le undicimila vergini, rara opera del Maestro della Leggenda di Santa Barbara (l. 65, fig. 3), anonimo pittore attivo a Bruxelles nell’ultimo quarto del XV secolo, acquistata per poco più di $ 3.000.000 (stima $ 1.500.000/2.500.000); le
Baccanti dormienti sorprese da due satiri di François Boucher (l. 91, fig. 4), venduta per complessivi $


2.100.000; la sontuosa coppia di
Nature morte floreali di Gérard van Spaendonck (l. 86, fig. 5) che partendo da un’indicazione di catalogo di $ 400/600.000 si è issata sorprendentemente sino a $ 1.650.000, quasi quadruplicando (tolti i diritti d’asta) la stima minima; il delizioso
Elefante di Pietro Longhi (l. 78, fig. 6) che con un bell’
exploit di sala ha raggiunto la cifra interessantissima di $ 1.300.000, e infine
L’eremita, o la distribuzione dei rosari, di Jean-Baptiste Greuze (l. 96, fig. 7) che ha all’incirca confermato la stima importantissima di cui era stato accreditato in catalogo, chiudendo a poco meno di $ 1.100.000.
Al di là di questi notevoli
records, si deve segnalare un gruppo di altre
performance di grande interesse: in particolare, vanno sottolineati i risultati della

Veduta di Heidelberg con arcobaleno di Turner (l. 101), che ha confermato l’importante stima minima chiudendo a $ 4.500.000; dell’
Aurora trionfa sulla Notte di Jean-Honorè Fragonard (l. 84, fig. 8) che, proposto in catalogo con una già notevole forchetta di $ 1.800.000/2.500.000, ha all’incirca raddoppiato la stima minima chiudendo a $ 3.800.000; del mirabile
Porto mediterraneo al tramonto con l’artista, i familiari e il servo di Claude-Joseph Vernet (l. 95, fig. 9), acquistato per $ 2.500.000; dei due dipinti di Pieter Brueghel il Giovane, i
Sette atti di misericordia (basato su un’incisione di Philip Galle), venduto alla somma decisamente notevole di $ 2.200.000, e l’
Avvocato del villaggio, soggetto replicatissimo dal pittore, che ha doppiato la

stima minima chiudendo a $ 720.000; della
Vergine in preghiera di Quentin Metsys (l. 13), che ha di poco superato la barriera del milione di dollari partendo da una stima ben inferiore di $ 300/ 400.00; dell’intrigante tela allegorica
La scelta della fanciulla tra il giovane e il vecchio ricco, tema moralistico, con un’esplicita connotazione erotica, prediletto da Cornelis van Haarlem (l. 19, fig. 10), che dalla stima di $ 100/150.000 è volato sino ai 410.000 dollari finali; del rametto con
Ritratto di dama di Ottavio Leoni (l. 45), brillantemente venduto per $ 250.000 (stima di catalogo, già tutt’altro che riduttiva, di $ 150.000/ 200.000); e infine dell’
Autoritratto a pastello di Jean-Baptiste Greuze (l. 80), venduto per $ 350.000 con una fantastica crescita rispetto alla stima di catalogo di $ 60/80.000.


Risultati più che soddisfacenti hanno ottenuto anche il
Cristo come uomo di dolore di Lucas Cranach il Vecchio (l. 64) acquistato per 300.000 dollari; la spettacolare
Natura morta con libri, strumenti musicali e due mappamondi di Edwaert Collier (l. 68, fig. 11), che ha raggiunto $ 500.000; la virtuosistica replica da cavalletto di Corrado Giaquinto dell’
Assunzione della Vergine da lui eseguita per la chiesa dell’Assunta di Rocca di Papa (l. 76) alienata per poco più di 300.000 dollari; e la coppia di
Storie di Alessandro Magno di Gaetano Gandolfi (l. 77), di finissima qualità, aggiudicata per una cifra complessiva di poco superiore ai $ 700.000.
Voglio segnalare, ancora, il buon esito medio del blocco di 16 dipinti messi in vendita dal Metropolitan Museum (lotti 1-9 e 104-110, quasi tutti venduti, con l'eccezionale
exploit del lotto 107, delicato
Ritratto di giovinetta proposto a $ 20/30.000 come "Follower of Peter Paul Rubens", e

acquistato, suppongo come Rubens, per $ 626.500) nell’ambito di un'attiva politica (ovviamente criticabile) di reperimento fondi finalizzata all'acquisizione di nuove opere, che in Italia - dove l’arte, com’è noto, è tanto sacralizzata a parole quanto vilipesa nei fatti - sarebbe non meno censurata concettualmente che impraticabile giuridicamente, e solleverebbe interminabili polemiche a difesa dell’intangibilità dei nuclei museali (che per il nostro paradigma storico-artistico sono all’incirca come dei testi sacri che abbiamo sigillato d’autorità una volta per sempre).
Chiudo queste note di commento con altri due eccellenti risultati della seconda e leggermente meno prestigiosa sessione d’asta: la
Madonna con Bambino di Bartolomeo Vivarini (l. 120), che proposta con una stima molto prudente di $ 20/30.000 è schizzata in sala sino a poco meno di $ 200.000, e
Giuseppe venduto dai fratelli del fiorentino Damiano Mascagni (l. 243), opera firmata e datata 1602, di bella qualità e vagamente neo-sartesca, che, accompagnata da una stima di catalogo di $ 100/150.000, è stata venduta per $ 280.000.
.jpg)
In sede di analisi di un’asta, accanto ai successi, occorre evidentemente considerare anche gli invenduti, fra i quali anche in questo caso, come sempre, allignano opere importanti, sorprese e conferme. Diciamo subito che si presentavano candidati alla categoria dei probabili invenduti alcuni dipinti di indiscutibile pregio ma messi al’incanto con stime che immediatamente colpivano per il loro ardimento: penso senz’altro alla favolosa
Natura morta di frutta di stretta aderenza caravaggesca (l. 29, fig. 12), eseguita certamente a Roma entro la fine del primo decennio del Seicento ma opera allo stato quasi ontologicamente condannata all’anonimato, proposta in vendita con la stima, da far tremare le vene ai polsi, di $ 2/3.000.000; al raffinatissimo e severo
Nudo femminile di schiena di Paulus Bor (l. 33), utilizzato anche per la copertina del catalogo, stimato $ 700.000/ 1.000.000; alla
Coppia male assortita di Hendrick Goltzius (l. 40, stima $ 700.000/ 1.000.000); alla piccola
Aracne di Bernardo Strozzi (l. 43, fig. 13, stima $ 1.000000/1.500.000); al
Cristo portacroce di Jacopo Ligozzi (l. 52, stima $ 6/800.000); all’
Enea sulle rive dello Stige di Pietro Testa (l. 60, fig. 14) accompagnato dalla stima di catalogo, veramente vertiginosa, di $ 3/5.000.000; e anche alla coppia di pur splendidi dipinti mitologici di Jacopo Amigoni (l. 85,
Bacco e Arianna e Venere e Adone), stimati $ 2/3.000.000.

.jpg)
Se questi insuccessi erano in qualche misura pronosticabili desta un po’ più di sorpresa la mancata vendita di opere come l’accattivante
Venere e Cupido del Cavalier d’Arpino (l. 28, stima $ 3/400.000); la
Donna che accorda il liuto di Gerrit Van Honthorst (l. 39), indiscutibile autografo pressoché inedito, firmato e datato 1624 (stima $ 3/500.000); il bel
Capriccio con porto mediterraneo di Luca Carlevarijs (l. 79), presentato con una stima, comunque assai elevata, di $ 4/600.00; i due grandi e sontuosi
Paesaggi con architetture e figure di Giovanni Paolo Panini, forse eseguiti con la collaborazione di Paolo Anesi (lotti 81-82), provenienti dalla collezione del principe Poniatowsky e stimati rispettivamente $ 2/3.000.000 e $ 1/2.000.000; e infine il crepuscolare
Ritratto del nipote Mariano che Goya eseguì a 81 anni nel 1827, l’anno precedente la morte (l. 103, fig. 15), proposto in catalogo a cifre elevatissime: $ 6/8.000.000.

Al principio del recente articolo dedicato alle aste
Old Masters di Christie’s facevo riferimento alle stime decisamente sostenute che hanno caratterizzato complessivamente i cataloghi d’asta dell’
Old Masters Week newyorkese, rilevando in esse, in controluce, una specie di implicita scelta al contempo di strategia commerciale e di marketing: quasi una sfrontatezza anti-crisi, come se da parte delle due
majors ci fosse un tacito sforzo comune di ridefinire in alto i valori degli
Old Masters. A sintetico consuntivo di questa importante batteria di aste direi che il mercato ha sostanzialmente premiato tale scelta anche se, per una certa quota, ha anche mostrato una comprensibile prudenza verso di essa: nel complesso, però, i risultati sono stati più che buoni, a riconferma del vecchio adagio che, al netto di varianti e sorprese fisiologiche, quando le opere sono di alto pregio (e se i prezzi non sono del tutto folli) il mercato risponde sempre.
Luca Bortolotti, 13/02/2013