LEONARDO E IL VOLO

Musei Capitolini, Piazza del Campidoglio-Roma.
Orario: tutti i giorni 9.30-19.30, fino al 17 aprile 2017.
Informazioni: 060608 e www.museicapitolini.org

di
Laura GIGLIOTTI

Per la prima volta in mostra a Roma il manoscritto originale del Codice sul volo degli uccelli di Leonardo, giunto ai Musei Capitolini, dove rimarrà fino al 17 aprile, scortato durante il viaggio dai Carabinieri. E a Roma rimarrà dopo la mostra presso l‘Istituto per il restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario per un controllo in vista delle celebrazioni nel 2019 a 500 anni dalla morte di Leonardo.

Il Codice del volo degli uccelli (un titolo convenzionale dato nel Seicento forse da Pompeo Leoni responsabile dello smembramento di molti codici vinciani), conservato nella Biblioteca Reale di Torino, presentato a Palazzo Caffarelli in un box di massima sicurezza che garantisce perfette condizioni di conservazione, è l’assoluto protagonista della rassegna promossa dalla Sovrintendenza capitolina, ideata e realizzata con Zetema dall’Associazione Metamorfosi e curata da Giovanni Saccani e Claudio Giorgione.

Insieme al manoscritto originale sono in mostra le prime copie facsimile dell’Ottocento che ripercorrono la storia travagliata dell’opera. Smembrato, venne ricomposto grazie al professor Giovanni Piumati e al russo Theodor Sabachnikoff, tanto appassionato di Leonardo da spendere tutti i suoi beni per procurarselo, che lo donò nel 1893 al re Umberto I. Ma mancavano quattro fogli ritrovati dallo svizzero Henri Fatio che dopo il 1920 li regalò al re. Infatti nella prima copia facsimile in mostra realizzata a Parigi nel 1797 il codice è incompleto. I fogli mancanti vennero pubblicati a Roma nel 1926.

Il taccuino di dimensioni ridotte (154 per 213 mm), composto da 18 pagine più le due copertine, contiene appunti scritti da destra verso sinistra, disegni e progetti a margine e alcuni che occupano l’intera pagina. E’ la raccolta delle intuizioni anticipatrici e visionarie elaborate dal Genio di Vinci dedicate al sogno che ha accompagnato la storia della civiltà fin dal mito di Dedalo e Icaro. Leonardo si occupa di studi sul tema del volo subito dopo il suo arrivo a Milano nel 1482 e per i vent’anni successivi. Grazie all’osservazione degli uccelli e agli studi sulla natura dell’aria, riconosce nel volo un fatto puramente meccanico. Vi sono schizzi di uccelli, di ali, di macchine volanti ad ali battenti, di macchine che sfruttano le correnti ascensionali librandosi con le loro ali come gli uccelli rapaci, come il nibbio che ha modo di osservare in Toscana. E ancora figure geometriche, disegni meccanici, architettonici e alcuni disegni a sanguigna. Come quello che appena compare nel foglio “10 verso”, sotto lo scritto: il volto di un giovane, forse il suo autoritratto. L’originale in mostra è aperto sulle ultime due pagine, espressione del suo genio multiforme, l’ingegnere idraulico, l’architetto ma anche l’uomo che in alto, sopra al disegno di una grande villa, annota una sorta di “lista della spesa”, scritta in modo che si possa leggere. In basso torna una frase già vista: ”Il primo grande uccello effettuerà il volo dal monte Ceceri riempiendo l’universo di stupore…”

Si tratta di una mostra eccezionale e coinvolgente sia per l’opera che per il modo in che viene presentata. L’introduzione è costituita da una specie di galleria virtuale e animata di studi di Leonardo sul volo, quindi una serie di pannelli che illustrano come il sogno prende forma e diventa realtà con pionieri come Enrico Forlanini che nel 1877 realizza il primo prototipo di elicottero, come i fratelli Wright che nel 1903 costruiscono il primo aeroplano. Se vedere da vicino un codice leonardesco non è cosa di tutti i giorni, altrettanto raro è poterlo ammirare con l’ausilio di apparati digitali di grande rigore scientifico a cui ha collaborato il Laboratorio di robotica percettiva della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa. Un Codice che si può sfogliare, di cui si può leggere il contenuto in italiano e inglese, con immagini in 3D che permettono una percezione “immersiva” in una sorta di viaggio, abbandonando per alcuni minuti il senso della realtà fisica, “circondati dalla spazio e dal tempo di Leonardo, pronti per sentire le sensazioni che un uomo del suo tempo avrebbe vissuto nella meraviglia della scoperta del contatto con l’aria e con il vuoto”. In mostra anche una sequenza di immagini tridimensionali di Sky 3D dal documentario di David Attenborough Alla conquista dei cieli, dedicato interamente al volo.

Si comincia a galleggiare, tutto galleggia e nulla cade”, racconta in collegamento telefonico dagli Stati Uniti l’astronauta italiano Roberto Vittori. La conquista dello spazio è tecnologia e scienza, ma anche arte e immaginazione, una prosecuzione del suo lavoro. “Abbiamo imparato ad andare nello spazio, ma si deve immaginare come si vive e l’arte può aiutare”. Ancora tanto forte il rapporto di Leonardo con lo spazio che una versione digitale del Codice sul volo degli uccelli è stata inserita in un chip collocato sul “rover Curiosithy” inviato sul pianeta Marte in un’operazione che ha visto la collaborazione della NASA e dell’Agenzia Spaziale Italiana.