All’alba di una carriera che si prevedeva luminosissima, nel 1899 Gorga si ritirò improvvisamente dalle scene. Non è chiaro se fu per problemi di salute o per dedicarsi completamente al collezionismo, ma sta di fatto che incoraggiato dalla moglie, la facoltosa Loreta D'Aburito, il cantante diede inizio da quel momento a una ricerca spasmodica, orientata principalmente alla raccolta di strumenti musicali di ogni epoca e provenienza, affiancando a questo settore di interesse il gusto per le armi antiche, i fossili, i giocattoli, gli arnesi di arti e mestieri, gli attrezzi chirurgici, i bronzi e le terrecotte. Nell’arco di decenni di instancabile attività, consumata nel contesto di una Roma che proseguiva quella tradizione di scavi forsennati intorno ai quali ruotava il commercio antiquario di mezza Europa, Gorga fu in grado, con la complicità di antiquari, commercianti e perfino falsari, di raccogliere oltre 150.000 pezzi che, a poco a poco, formarono trenta distinte collezioni. Per sua stessa ammissione, lo scopo ambizioso era di documentare la storia della civiltà dei popoli nelle sue diverse componenti.
Per conservare un tale patrimonio, oltre a un casale sulla via Nomentana, prese in affitto dieci appartamenti al civico 285 di via Cola di Rienzo, dove il materiale fu accatastato senza un preciso criterio di catalogazione (fig. 2). La sua mania onnivora e compulsiva di raccoglitore può essere esemplificata da un episodio: dopo una recita al San Carlo di Napoli, Gorga tornò a Roma con 1.500 chili di pezzi archeologici al seguito, compresi cocci e frammenti di ogni tipo.
Il tenore arrivò a indebitarsi fino al collo pur di proseguire nel suo intento e, quando nel 1911 – anno in cui parte delle sue raccolte furono esposte a Castel Sant’Angelo – il magnate americano John Pierpont Morgan gli offrì due milioni per le sue opere, Gorga rifiutò. Solo nel 1929, nel tentativo di rimanere a galla, egli decise di regalare tutto a Mussolini, provando a stipulare una convenzione con lo Stato, che si perfezionerà soltanto nel 1950.
Dopo la morte, avvenuta nel 1957, oltre al Museo Nazionale Romano, numerose istituzioni internazionali hanno ricevuto in assegnazione o come scambio culturale i materiali delle collezioni Gorga, mentre i suoi strumenti musicali che, secondo Arturo Toscanini e Ottorino Respighi, formavano “la più importante raccolta al mondo”, costituiscono il nucleo principale del Museo Nazionale degli Strumenti Musicali. I pezzi delle sue raccolte smembrate sono finiti perfino in Thailandia, in Corea del Sud, in Pakistan e in circa cento musei della Penisola. Qualche anno fa sono stati riconosciuti fortuitamente 250 bozzetti a lui appartenuti in alcuni locali di Palazzo Venezia, tra i quali spiccano anche terrecotte di Gian Lorenzo Bernini e Alessandro Algardi. Su cinquemila dei libri che aveva messo insieme, inoltre, se ne sono salvati 1.300, di cui 19 incunaboli (Aristotele, Ippocrate, Galeno) e 100 cinquecentine.
Presso il Museo Nazionale degli Strumenti Musicali sono conservati, ad esempio, l’“Arpa Barberini” (sec. XVII, temporaneamente esposta a Palazzo Barberini) (fig. 3), raffigurata nel dipinto di Giovanni Lanfranco del 1630, con Venere che suona l’arpa, conservata nello stesso Palazzo Barberini (fig. 4), e un prezioso clavicembalo realizzato a Lipsia nel 1537.
Della densissima congerie di reperti archeologici delle collezioni Gorga una selezione di circa 1800 pezzi trova oggi spazio nelle due sale in cui è allestita la mostra: il progetto documenta la decisa propensione del collezionista verso la produzione fittile in piccolo formato, per lo più di età greca e romana di derivazione non solo italica ma proveniente da diversi paesi del bacino del Mediterraneo. Nella maggior parte dei casi si tratta di oggetti che facevano parte di corredi funerari, certo più facilmente rintracciabili nel mercato clandestino: moltissime sono le terrecotte votive, i bronzetti, le urne cinerarie, tra le quali spicca l’urna fittile di epoca romana, ricomposta da frammenti, in cui si osserva forse un corteo funebre. Tra le curiosità si annoverano inoltre un gruppo di cavallini giocattolo in terracotta (fig. 6) e una testina di efebo ben conservata (fig. 7).
Bisogna altresì segnalare che i numerosi studi compiuti da Alessandra Capodiferro hanno dato vita ad un importante catalogo, curato in collaborazione con Barbara Ciarrocchi, Letizia Rustico e Sabrina Violante e edito da Electa: il volume compendia due anni di lavoro d’équipe dedicati alla ricognizione e alla selezione dei materiali, per la maggior parte inediti e ad un approfondimento sulla figura di Gorga collezionista.
Va aggiunto da ultimo che la mostra rappresenta anche l’occasione per la Soprintendenza Speciale per i Beni Archeologici di Roma di inaugurare la nuova ala del Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps, acquisita dallo Stato nel 2008. Grazie all’inserimento nel circuito museale di questi nuovi spazi risulta così completato il percorso di visita che ospita la sezione di storia del collezionismo del Cinque e Seicento. Oltre a quest’ala del palazzo che si affaccia sullo splendido cortile in cui sono stati riconosciuti gli interventi di Baldassarre Peruzzi e Antonio da Sangallo il Vecchio, visibile dalla suggestiva Loggia Dipinta (fig. 9), l’area espositiva si arricchisce di altre tre sale che affiancano il salone Mattei, parti in origine della residenza del duca Roberto Altemps e di sua moglie Cornelia Orsini. Queste compongono il cosiddetto Appartamento della stufa, situato al primo piano e affacciato direttamente su piazza di Sant’Apollinare.
Giulia Bonardi, 28/11/2013
EVAN GORGA. Il collezionista
Museo Nazionale Romano, Palazzo Altemps
P.zza Sant'Apollinare n.46, Roma
Catalogo Electa
Orari d’apertura: Aperto dal martedì alla domenica, dalle ore 9.00 alle ore 19.45
Chiuso il lunedì. La biglietteria chiude un’ora prima
Costo del biglietto: INTERO € 10,00 / RIDOTTO € 6, 50
Il biglietto consente l’accesso anche alle altre sedi del Museo Nazionale Romano
(Crypta Balbi - Terme di Diocleziano - Palazzo Massimo) ed è valido per 3 giorni
Informazioni e prenotazioni visite guidate: Tel. +39.06.39967700
www.coopculture.it; www.archeoroma.beniculturali.it; www.electaweb.com
Didascalie delle immagini
1. Foto d’epoca che ritrae Evan Gorga
2. Particolare dell’allestimento di un ambiente (terrecotte architettoniche e plastica fittile) degli appartamenti Gorga di via Cola di Rienzo (Credito fotografico: Gabinetto Fotografico Nazionale). Gentile concessione dell’Ufficio stampa Electa
3. Arpa Barberini (sec. XVII), Coll. Gorga, Roma, Museo nazionale degli Strumenti musicali
4. Giovanni Lanfranco, Allegoria della musica, 1630, Roma, Palazzo Barberini
5. Cavalli giocattolo in terracotta, Roma, Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps. Gentile concessione dell’Ufficio stampa Electa
6. Testa di efebo. Roma, Museo Nazionale Romano in Palazzo Altemps. Gentile concessione dell’Ufficio stampa Electa
7. Locandina della mostra