Fu durante questa fase del suo lavoro, in particolare nel corso degli anni Trenta, che Delaunay esperì le potenzialità dei grandi spazi architettonici, mettendosi ripetutamente alla prova nel campo della pittura murale, specialmente idonea a esaltare la sua pittura “pura” e coloratissima e liberando la sua fantasia poietica dalle limitazioni della tela.
Delaunay, come tanti altri artisti nei primi decenni del XX secolo, subì potentemente il fascino delle novità che andavano modificando l’immagine e lo stile di vita delle metropoli: dall’illuminazione elettrica delle strade e dei negozi ai cartelloni pubblicitari, dalla diffusione degli automezzi all’estensione degli spazi urbani.

La pittura di Delaunay interpreta questi cambiamenti impegnandosi a restituire principalmente la dimensione del gigantismo (di cui la Torre Eiffel rappresenta ai suoi occhi l’emblema per antonomasia) e dell’eccesso: nelle sue opere la città è una sorta di eccitante esperienza sensibile globale in continua trasformazione, che l’artista cerca di fissare in una veste capace di catturare con immediatezza l’attenzione di qualsiasi spettatore.
I dischi colorati degli anni precedenti la Grande Guerra vengono così trasformati da Delaunay in moduli circolari ripetuti all’infinito, che diventano una sorta di correlativo del ritmo inesausto dell’esistenza delle grandi città moderne. Nel 1935 Dealunay espose rilievi dipinti realizzati con una tecnica nuova, nella quale egli sperimentò l’impiego di un ampio spettro di materiali chiamati ad animare la superficie delle immagini da lui create. Doveva trattarsi nelle sue intenzioni di una vera e proprio rivoluzione artistica: la pittura si liberava dai confini posti dalla bidimensionalità del supporto per invadere gli spazi dell’architettura e far interagire luce e colore in un ritmo totale.
La seconda parte della mostra è dedicate alle straordinarie decorazioni murale realizzate da Robert Delaunay, in collaborazione con l’architetto Félix Aublet, per il Palais des Chemins de Fer e il Palais de l’Air, che fecero sensazione all’Expo di Parigi del 1937.
Modelli, studi preparatori, disegni architettonici (conservati presso l’Archivio Nazionale di Francia), assieme a una serie di fotografie inedite provenienti dai fondi della biblioteca del Centre Pompidou, permetteranno a questo spettacolare progetto di vivere nuovamente durante il periodo dell’esposizione parigina.

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Robert Delaunay: Rythmes sans fin” offre una nuova lettura del lavoro di Robert Delaunay, consentendo di cogliere appieno il suo ruolo e la sua posizione all’interno della storia dell’arte del Novecento, al di là delle consuete categorie critiche di Orfismo e di
optical abstraction dentro le quali viene spesso riduttivamente collocato.
Il catalogo della mostra è pubblicato dalle Editions du Centre Pompidou.
Lu.Bo., 22/10/2014
ROBERT DELAUNAY. RYTHMES SANS FIN
15 OCTOBER 2014-12 JANUARY 2015
PARIGI, CENTRE POMPIDOU, GALERIE DU MUSEE, LEVEL 4
Orario:
Tutti i giorni dalle 11 alle 21. Chiuso martedì
Biglietti:
€ 13 - 11
www.centrepompidou.fr
+ 33 (0)1 44 78 12 33
Didascalie immagini:
1. LA TOUR EIFFEL, 1926, Oil on canvas, 169 x 86 cm
Centre Pompidou, musée national d’art moderne, Paris
Purchased in 1950
Photo credit: © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN
Photo: Philippe Migeat
2. RYTHMES, 1934 Oil on canvas, 145 x 113 cm
Gift of Sonia and Charles Delaunay, 1964
Photo credit: © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN
Photo: Jacqueline Hyde
3. RYTHME, JOIE DE VIVRE, 1930, Oil on canvas, 200 x 228 cm
Gift of Sonia and Charles Delaunay, 1964 Photo credit: © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN
Photo: Philippe Migeat
4. MANÈGE DE COCHONS, 1922, Oil on canvas, 248 x 254 cm
Centre Pompidou, musée national d’art moderne, Paris
Gift of Sonia Delaunay, 1956
Photo credit: © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN
Photo: Georges Meguerditchian
5. FORMES CIRCULAIRES, SOLEIL N° 2, 1912 – 1913,
Glue bound distemper on canvas, 100 x 68,5 cm
Centre Pompidou, musée national d’art moderne, Paris
Gift of the Société des Amis du Musée national d’art moderne, 1961
Photo credit: © Centre Pompidou, MNAM-CCI, Dist. RMN
Photo: Jean-Claude Planchet