Contro il vento e la marea”.
Il realismo magico di Rafael Cidoncha

di
Andrea DONATI
 
In un tardo pomeriggio d’inverno a Madrid il pubblico appassionato di arte contemporanea si è dato appuntamento alla Marlborough Gallery, in uno dei quartieri più chic della città, per festeggiare la 25a mostra personale di Rafael Cidoncha. Non è il solito pubblico delle prime – assicura chi conosce le abitudini locali di questa capitale alla moda, così ricca di musei e di eventi culturali – ma è il pubblico speciale delle grandi occasioni. Ci sono i fedelissimi dell’artista, i colleghi, i giornalisti, i mondani, i curiosi, persone di ogni rango ed età. Tutti sanno cosa sono venuti a vedere e hanno un unico desiderio: festeggiare l’artista.
La galleria Marlborough di Madrid è un bellissimo spazio luminoso, che dall’entrata si allunga in profondità dilatandosi sul fondo. Le opere in mostra, quasi tutti dipinti su tela e alcune sculture in bronzo, sono più di una trentina e appaiono disposte sulle pareti e negli spazi della galleria con ampio respiro. Rafael Cidoncha è considerato in Spagna, Stati Uniti, Francia, Inghilterra, Germania uno dei maggiori artisti figurativi contemporanei. La sua mostra si apre con una tela raffigurante il giardino di sculture del Kröller Müller Museum visto dall’interno. È l’immagine scelta per la cartolina dell’invito ed è anche quella che accoglie subito lo spettatore. In effetti suscita un impatto emotivo immediato. Se ne ha la prova osservando la reazione del pubblico all’entrata. Così l’omaggio al museo olandese diventa spontaneamente l’emblema della mostra, il dipinto che più rappresenta in questa occasione il sentimento poetico dell’artista.
Rafael Cidoncha, originario di Vigo in Galizia, si è formato all’Academia di San Fernando a Madrid e ha debuttato nel 1970 nel solco della tradizione spagnola del realismo. Dopo importanti soggiorni a New York, a Parigi, in Marocco e in Messico, ha scelto finalmente di lavorare nella capitale francese, ma di vivere anche a Madrid e in Andalusia, dove possiede una casa che è il suo vero svago e un rifugio dagli impegni ufficiali.

La lunga stagione trascorsa in Marocco gli ha consentito di dipingere alcuni dei più bei paesaggi della sua carriera, guadagnandosi la fama di specialista della natura. I paesaggi di Marrakech hanno rivelato il vero talento di Cidoncha, che oggi sa cogliere con la stessa sensibilità atmosferica gli interni domestici e gli spazi aperti, dilatati verso l’orizzonte del mare e delle colline. Allo stesso modo Cidoncha sa osservare gli alberi, i rami, i fiori, le foglie, i minerali, penetrando i segreti di una natura esuberante, multiforme, sconfinata, che non cessa di meravigliare.
Lo sguardo di Cidoncha si possa con ancor più intensa curiosità sulla natura umana, osservando i corpi, i volti, i gesti, catturando i caratteri, i sentimenti, gli stati d’animo. Parimenti sa immortalare nei ritratti i personaggi famosi e la gente comune, incrociata per strada, cogliendo la poesia ovunque ci sia un raggio di verità e di bellezza. Il ritratto infatti è forse il campo in cui lo sguardo psicologico di Cidoncha si fa più penetrante e acuto. È qui che si dispiega la sua capacità di sintesi formale e coloristica, esprimendo una realtà piena d’immaginazione. Si avverte nelle sue opere la lezione dei grandi maestri del passato. I suoi idoli del resto sono dichiarati nel dipinto su tela intitolato “Il cuore di Voltaire”. Il quadro raffigura la stanza immaginaria del filosofo illuminista in cui sono appesi i ritratti degli artisti che contano di più: si vede Caravaggio sta accanto a Rembrandt e a Matisse, Tiziano accanto a Lopez e Freud, e così via. È una galleria di ritratti che rappresentano il Pantheon della storia dell’arte.


Paesaggio e ritratto sono i due generi prediletti da Cidoncha, quelli che meglio lo rappresentano come artista contemporaneo, colto, alieno dal conformismo. Non a caso la mostra è accompagnata da un catalogo dal titolo romantico: “Contro il vento e la marea”. In quel “contro” si pone l’accento sulla volontà di distinguersi e di essere diverso. È questo il primo segno con cui Cidoncha si presenta al pubblico. Il “vento” e la “marea” sono due metafore della sua attitudine estetica. Se il vento spinge la creatività nelle braccia di un sentimento impetuoso, la marea impone il ritorno sui propri passi, il ripensamento, la meditazione. Temperamento e cultura alimentano la personalità artistica di Cidoncha, che è sempre attivo, perché a muoverlo è un’autentica passione per la vita. Così ogni volta sorprende la sua capacità di cogliere nel realismo la magia dei sentimenti. Le sue opere mostrano l’infinita bellezza e varietà della natura umana, vegetale, minerale. Le sue sono immagini creative, di cui si ha profondamente bisogno e che appagano lo sguardo di chi cerca di vedere il meglio nella vita.

 

Perché parlare di Rafael Cidoncha al pubblico italiano?

 
Innanzitutto perché rappresenta una novità assoluta da queste parti, un artista “ancora da scoprire”. In realtà è già entrato da tempo a far parte di alcune grandi collezioni italiane, come quella di Marella Agnelli. La seconda ragione è che vale la pena di riflettere sul valore di un’artista figurativo contemporaneo la cui opera è consacrata non all’esibizionismo o all’astrattismo, ma alla raffigurazione della vita.
È infatti il caso di un artista europeo, di cui recentemente Bernard-Henry Lévy ha detto che non dipinge “nature morte”, ma cose vive, naturali, che parlano.
L’auspicio è che le sue opere parlino presto anche in Italia.
di
Andrea DONATI           Madrid  18 / 2 / 2017