SIMONE PETERZANO e i disegni del Castello Sforzesco
Milano, Castello Sforzesco
dal 15 dicembre 2012 al 17 marzo 2013
E’ ancora fresca l’eco, davvero impressionante e certamente sproporzionata, che ha accompagnato quest’estate la proposta di attribuire molti fogli (addirittura 100!) del cosiddetto “Fondo Peterzano”, conservato presso il Gabinetto Disegni e Stampe del Castello Sforzesco di Milano, alla mano niente meno che del giovane Caravaggio: ipotesi scaturita dalle ricerche di due studiosi, Maurizio Bernardelli Curuz e Adriana Conconi Fedrigolli, sin qui del tutto sprovvisti di galloni specialistici e perfettamente ignoti ai più (caratteristica, peraltro, quest’ultima che di per sé non dovrebbe costituire un peccato capitale).
Non ripercorreremo in questa sede l'ormai ben noto affaire, condito anche di un pizzico di mistery, giacché la presentazione della “scoperta” si avvalse dello strumento irrituale di un eBook in vendita solo su Amazon, che ha furoreggiato qualche giorno per poi essere ritirato dal commercio quando il sentore della possibile patacca cominciava a farsi un po’ troppo forte. Quel che ci interessa qui è che la vicenda (inevitabilmente, stante la sbalorditivo lancio garantito dai media alla notizia e palesemente cercato dai due studiosi) ha visto immediatamente schierarsi tutti gli specialisti di Caravaggio: i quali ormai, come tutti sanno, fra veri, presunti e autoproclamatisi tali, sono all’incirca un esercito, per di più armato fino ai denti e ossessivamente impegnato, a giorni alterni, a scoprire nuovi autografi del maestro e distruggere quelli proposti da altri. La comunità scientifica si è dunque divisa fra i favorevoli (pochissimi), i prudenti (qualcuno) e i contrari (quasi tutti) alle nuove attribuzioni, che in effetti presentavano molteplici aspetti di grande debolezza tanto nel metodo quanto nel merito: anche se occorre aggiungere che più d'uno fra coloro che hanno ritenuto di rendere pubblico il proprio parere sulla vicenda non vantava presumibilmente una cognizione diretta del prezioso ma poco conosciuto fondo di disegni, mai, sinora, oggetto di esposizioni o di specifiche pubblicazioni.

Va detto, ancora, che molte delle opinione contrarie si basavano in primo luogo su taluni radicati punti fermi storiografici (i quali, come tali, per quanto fondati non è detto che non possano essere revocati in dubbio, o perfino, alla prova dei fatti, completamente ribaltati), a cominciare dalla granitica convinzione, in effetti ben supportata dalle fonti, che Caravaggio non avesse mai praticato l’esercizio del disegno. Il che, almeno inteso come prassi di esercizio e di elaborazione ideativa antecedente all’esecuzione dei dipinti, sembra abbastanza sicuro per il Caravaggio romano e post-romano (del quale, peraltro, oggi conosciamo anche la consuetudine di eseguire segni grafici, o incisioni, direttamente sulla tela con funzione di preparazione della composizione); ma può essere affermato con assai minore certezza per quanto concerne il Caravaggio lombardo a bottega da Simone Peterzano: per il quale, anzi, a lume di buon senso sarebbe più che plausibile ipotizzare una fase di apprendistato basata anche su una pratica disegnativa tradizionale.
In ogni modo, e veniamo al punto, la Direzione del Castello Sforzesco ha ora preso opportunamente la decisione di esporre una parte dei disegni del “Fondo Peterzano”, entrato a far parte delle Civiche Raccolte d'Arte nel 1924. Curata da Francesca Rossi, la mostra presenta così 132 opere tra disegni e fotografie storiche, oltre a un dipinto proveniente dalla Quadreria Arcivescovile di Milano, e mette a fuoco la storia del fondo legato al nome di Simone Peterzano, allievo di Tiziano che fu maestro di Caravaggio a Milano dal 1584 al 1588. Un pool di studiosi (Jonathan Bober, Giulio Bora, Hugo Chapman, Arnalda Dallaj, Maria Teresa Fiorio, Francesca Rossi e Claudio Salsi) ha passato in rassegna i disegni, ricostruendone la storia conservativa e attributiva e illustrando la tecnica, le pratiche disegnative di una bottega pittorica nella Milano del tardo Cinquecento. Proveniente dalla fabbriceria di Santa Maria dei Miracoli presso San Celso, il fondo è, in effetti, un contenitore accorpato in modo realativamente casuale, che comprende quindi opere di molti artisti e una produzione di copisti e accademici risalente al XVII e XVIII secolo.

L’iniziativa offre l’opportunità a specialisti e appassionati di visionare un materiale di per sé di notevole interesse storico-artistico, permettendo al contempo di farsi un’opinione diretta intorno a un caso attributivo balzato decisamente con troppa enfasi e troppa superficialità all'attenzione della cronaca.
Luca Bortolotti
Simone Peterzano e i disegni del Castello Sforzesco di Milano
Milano, Castello Sforzesco, Cortile della Rocchetta, Sala del Tesoro
tel. 02 88463700
ingresso libero
dal 15 dicembre 2012 al 17 marzo 2013
Catalogo Silvana Editoriale
Orari:
da martedì a domenica, 9.00-17.30
chiusura il lunedì