Kounellis_web7La personale di Jannis Kounellis presso la Galleria romana di Giacomo Guidi, a cura di Bruno Corà, offre ai visitatori i frutti compiuti della maturità dell’artista, più che mai gravidi di quella tensione drammaturgica che ne ha costantemente sostenuto la ricerca creativa e la poetica.
I pezzi in mostra sono attraversati da un atmosfera tragica che grava sul riguardante, diffondendosi sull’intero spazio espositivo e marchiando l’esperienza fisica ed emotiva della visita.


Nel primo ambiente, che introduce alle opere allestite nell’ampia sala centrale, Kounellis ha scelto di situare una grande tela di un giallo abbagliante, che volutamente ha le stesse dimensioni delle Demoiselles d’Avignon, quasi a instaurare un arduo legame con le forme dure e acuminate che popolano il capolavoro picassiano. La tela è attraversata, all’incirca in sezione aurea, da una trave di ferro appesa al soffitto, armata all’estremità inferiore di un grande coltello la cui punta arriva a sfiorare il pavimento, come un enorme pennino pronto ad aggredire e incidere la superficie appena sottostante (fig. 1).
 
Kounellis_web5A questa energica nota introduttiva fa seguito l’imponente installazione realizzata nella sala grande della galleria, in cui Kounellis richiama il proprio repertorio d’elezione, dispiegato nelle celebri performance dei Cavalli e dei Fuochi (entrambe del 1969). L’artista ha così disposto lungo tutte le pareti perimetrali della sala un recinto di monumentali lastre scure di lamiera, che si accavallano fra loro formando una sequenza ininterrotta che garantisce all’intero rivestimento una ritmica visiva carica di dinamismo.
 
All’interno dello spazio espositivo così cupamente trasfigurato, due sole presenze sono chiamate a catturare lo sguardo dello spettatore, in un muto dialogo con quella incombente tribuna di lamiere: la prima è un’opera del 1968, un cerchio formato da 12 sacchi riempito di carbone, che si impone all’ambiente nella sua nera brillantezza (fig. 2); la seconda si compone di un’alta trave verticale di ferro, intersecata in prossimità del suo vertice superiore da due assi più piccole, una diagonale e una orizzontale, a formare una sorta di lampione da cui pende una teoria di lunghi coltelli da macelleria raccolti a cilindro, che oscurano la luce della lampada posta al suo interno (fig. 3).
Kounellis_web2La struttura funziona come una potente e sinistra macchina evocativa, satura di lugubri riferimenti simbolici - dalla croce alla forca, dai “lunghi coltelli” della presa di potere di Hitler ai lager nazisti - e capace di richiamare tragiche e inquietanti memorie collettive.
Lu.Bo., 27/07/2013

Didascalie immagini:
1. Jannis Kounellis
, acrilico giallo su tela con putrella e coltello, cm. 244x230, Courtesy Galleria Giacomo Guidi;
2. Jannis Kounellis, Installazione Sala Grande, courtesy Galleria Giacomo Guidi
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3. Jannis Kounellis, Lampione con coltelli, courtesy Galleria Giacomo Guidi.

Jannis Kounellis
A cura di Bruno Corà
Fino al12 settembre 2013
Giacomo Guidi Arte Contemporanea
Palazzo Sforza Cesarini, Corso Vittorio Emanuele II, 282/284, 00186 Roma,
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