Una grande retrospettiva sta “inondando” le sale di Palazzo Reale con le opere di Joaquin Sorolla.
Per la prima volta in Italia questa monografica ripercorre la sua feconda e solare produzione artistica.
Lo stile dell’artista spagnolo è dominato dalla luce e la sua è una pittura “en plein air”, che si manifesta attraverso un linguaggio raffinato, spontaneo ed immediato e si caratterizza per le luminosità “flashanti” (come fossero catturate con una foto istantanea) e gli squarci di bianchi energici.
La mostra è curata da Micol Forti e Consuelo Luca De Tena: 62 opere significative del suo percorso pittorico, che si dipana tra fine Ottocento e inizio Novecento.
Nato e formatosi a Valencia (1863-1923), Sorolla trascorse i suoi anni giovanili tra l’Italia e Parigi, dove entrò in contatto con il realismo e il naturalismo, che insieme alla ricerca sul fascio luminoso distinsero i suoi quadri, tanto da conferirgli l’appellativo di impressionista spagnolo.
Il Grand Prix, conferitogli all’Esposizione Universale di Parigi del 900, lo consacrerà definitivamente in ambito internazionale. Undici anni dopo la celebre Esposizione Internazionale di Roma rappresenterà un’ottima chance per riallacciare il rapporto con l’Italia, paese al quale resterà per sempre legato a livello affettivo.
Nel 1908 a Londra verrà acclamato come il più grande pittore vivente al mondo.
Fondamentale sarà l’incontro con il mecenate americano Huntington, appassionato d’arte e di cultura spagnola: nel 1909 gli organizzerà una mostra di grande successo, poi “bissata” a Buffalo e Boston.
La sua bravura era quella di creare una fusion tra la figura e lo sfondo con poche magistrali pennellate, che illuminavano i suoi paesaggi marini, le spiagge, le scene di vita balneare (Corsa lungo la spiaggia, 1908) e le sieste (Siesta in the Garden, 1904).
L’esecuzione dell’opera avveniva con una straordinaria rapidità. La sua mano era più veloce della luce stessa. L’artista intinse i suoi pennelli vibranti nella solarità estiva della mediterranea Valencia, mescolando le cromie agli spruzzi dei giochi d’acqua dei giardini dell’Alhambra di Granada.
Un’opera su tutte fa “emergere” questa sua peculiarità stilistica: Maria sulla spiaggia di Biarritz o Controluce, 1906 (fig.1).
Il bianco del vestito insieme a quello delle onde ci inebria e ci fa respirare lentamente a pieni polmoni. Increspature che sembrano quasi cime innevate. Immancabile il lindo cappello indossato, che riapparirà anche in un Autoritratto e in altre opere.
L’abito è di una leggerezza impalpabile, arioso e confortevole; esalta la silhouette con naturalezza, senza costringere il corpo in strutture rigide. Le linee scivolano senza interruzioni e dalla posa traspare grazia, freschezza, semplicità e sobria eleganza.
Le pieghe vaporose del vestito con i suoi moti ondosi ricordano una Apfeltorte, ossia una  torta di mele, mentre il mare, a guardarlo dall’alto, ricorda una piazza di ciottoli, screziata dai primi batuffoli di neve, come fossero fiocchi di panna dei paesi di montagna.
Il colore dell’abito ricorda quello di un grande giorno. Romantico, per pochi intimi o con tanti invitati. Oggi Sorolla sarebbe senz’altro un perfetto wedding planner!
Osservandolo, si apprezza appieno il contesto e ci si rilassa: la mente evade ed aumenta così il proprio benessere spirituale. Un’esperienza immersiva (un vero e proprio sea bathing) nell’azzurro del cielo: la disintossicazione fisica e mentale start oneself.
Le suggestive pennellate bianche sembrano voler quasi ricordare le tele surrealiste di Magritte e ci si riempie gli occhi dell’immensità del color ceruleo.
Sembra di trovarsi in un luminoso open space a cielo aperto: sensazioni di calma e piacevolezza pervadono l’osservatore, a conferma di quello che Lucrezio sosteneva nel 1° secolo a.c. nel suo “De rerum natura”, a proposito di quanto la natura non ci chieda altro che “l’anima goda d’un senso gioioso, sgombra d’affanni e timori”.
Emozioni che ti “cuci” addosso, come quelle che si provano guardando Cucendo la vela, 1896, (fig.2), in prestito dalla Fondazione Musei Civici di Venezia, Galleria Internazionale d’Arte Moderna di Ca’ Pesaro. Qui riappare la figura con cappello, mentre una “stola” di figure è intenta a cucire meticolosamente. Visto l’impegno e la dedizione, si intuisce che sono “tagliate” per questo e hanno “stoffa da vendere”. Le mogli dei pescatori del Grao, il porto di Valencia, sono infatti intente a rammendare la vela di una barca., circondate da piante. E una volta cucita eccola mentre “veleggia” tra le mani di un bambino in un altro dipinto: la barca è pronta a farsi accarezzare dall’acqua!
Il fanciullo tornerà protagonista in Pomeriggio sulla spiaggia a Valencia, 1904, opera di una luminosità accecante (nonostante la presenza “protettiva” di un ombrellone). Anche in questo dipinto è presente un cappello bianco indossato dal bambino: quest’ultimo è impegnato con le mani nell’acqua increspata, nella ricerca del suo tesoro sul fondale del mare in compagnia di altri due suoi amichetti. Si respira un clima familiare e intimo.
Del resto il soggetto pittorico prediletto e ricorrente dell’artista iberico rimarrà sempre la famiglia.
L’amata Clotilde, i figli Maria, Joacquin ed Elena saranno infatti i protagonisti di numerosi ritratti (all’interno del dipinto non vi sono figure predominanti, in quanto lo stile del pittore è sobrio, misurato, equilibrato, essenziale e bilanciato).
Per questo le opere di uno dei massimi rappresentanti della moderna pittura iberica a cavallo tra Ottocento e Novecento, che anticiparono il clima della Bella Epoque (la sua fu una pittura danzante e frusciante come quella di Boldini e Degas), sono cariche di sentimento.
E come il cubista Picasso (che spesso, quando dipingeva, indossava una maglia a righe mariniere) anche Sorolla navigava in tutta libertà…con il suo cappello bianco.

 

Maria Cristina Bibbi

Immagini

1. Maria sulla spiaggia di Biarritz o Controluce, 1906
2. Cucendo la vela, 1896

 

Info

Joaquin Sorolla. Pittore di luce

Palazzo Reale dal 25 Febbraio al 26 Giugno 2022