Si è aperta lunedì 13 Giugno presso il
Museo Bardini di Firenze la mostra di
John Currin, artista contemporaneo statunitense che si distingue per uno stile raffinato non soltanto dal punto di vista tecnico ma anche e soprattutto da quello visivo.

L’esposizione, curata da
Antonella Nasi e
Sergio Risaliti, rappresenta la prima personale di Currin adibita in uno spazio pubblico e si compone di una serie di dipinti inediti, appositamente scelti dallo stesso artista per dialogare con le importantissime raccolte di pittura e scultura di Bardini, antiquario nonché noto collezionista fiorentino del XIX secolo.
I quadri, infatti, trovano spazio sulle più suggestive pareti del Museo, affiancando Madonne quattrocentesche a cornici antiche. Il passato che si unisce al presente per fondersi, divenendo una cosa sola.
John Currin che rappresenta al momento uno degli artisti più apprezzati si distingue per raffigurazioni estremamente delicate ed eleganti e al tempo stesso per scene ironiche e a volte licenziose, particolarmente realistiche.
Sebbene si tratti molto spesso di opere di piccolo formato, in esse appare comunque evidente una spiccata conoscenza della storia dell’arte da parte

dell’artista che lo porta a realizzare opere per nulla scontate. Ogni suo quadro si mostra infatti come omaggio alla pittura europea e alle sue diverse stagioni: a partire dalla pittura rinascimentale di
Botticelli o
Cranach, a quella manierista di Dosso Dossi, così

come a
Tiepolo e Fragonard, Courbet, Monet, Magritte e Otto Dix, fino all’illustrazione pornografica di
Giulio Romano o di
Paul Emile Becat.
Come evidenziato dai curatori dell’esposizione “
le donne di Currin possono essere superdotate (seni, glutei rotondi e gonfi), o al contrario esibire la propria magrezza, una sterilità che è sia del corpo che dell’anima.”
Novità, dunque, e stimoli alla riflessione anche attraverso soggetti scomodi come le donne enigmatiche del pittore o come i richiami ad un’infanzia perduta e antica dei suoi bambini. Serenità e inquietudine che danzano in un intreccio quasi mortale e attualissimo.
L’interpretazione dell’eros femminile, e della psicologia borghese americana, risulta nelle sue opere quasi surreale o grottesca, estremamente perturbante, ma la sua satira non è mai urlata, mai caricaturale o di cattivo gusto.

Tra le opere in mostra spiccano certamente
in primis i ritratti di famiglia, quali quello di
Rachel, moglie dell’artista, e dei tre figli
Francis, Hollis e Flora e senza dubbio anche i ritratti allegorici, quali “The Penitent” e “The Lobster”. Di notevole interesse poi i nudi femminili come “Nude in a convex mirror”, nel quale è possibile intravedere un richiamo al celebre autoritratto entro lo specchio convesso di Parmigianino e anche alcuni disegni realizzati volti a mostrare le qualità tecniche di Currin.
La mostra, promossa dal
Comune di Firenze e con il sostegno di
Faliero Sarti, è stata organizzata dall’associazione
Mus.e. di Firenze in collaborazione con
Gagosian Gallery e sarà visibile presso il
Museo Bardini fino al 2 ottobre 2016.
In occasione dell’evento verrà pubblicato un
catalogo a cura di A. Nesi e S. Risaliti edito da
Forma edizioni.
Roma 17 /6 / 2016 di Francesca Callipari