Gli stendardi,
che scandiranno longitudinalmente la navata dell'ex chiesa di San Francesco, presentano una serie di figure stilizzate che mira a toccare ogni aspetto del reale e dell'esperienza umana.
I simboli sono suddivisi in cinque aree, che corrispondono a un
complesso sistema di organizzazione della materia sensibile concepito dallo stesso artista. La aree presentano ciascuna un colore diverso:
verde per gli elementi fisici,
blu in rappresentanza del mondo in quanto luogo della vita e del significato,
giallo per le arti,
nero per il linguaggio e infine
rosso, che incarna il piano della soggettività.
Per poter intendere adeguatamente il significato della struttura allestita da Mullican, lo spettatore deve essere necessariamente messo a conoscenza del codice che egli ha elaborato,
del tutto impenetrabile cognitivamente attraverso le sole evidenze visibili; nondimeno, nonostante la densità dell’apparato simbolico sotteso al suo lavoro, il linguaggio visivo utilizzato da Mullican nei banner è estremamente semplice, perfino elementare, e funzionale alla
maggiore e più immediata capacità di impatto sensibile sul riguardante, che può essere paragonata a quella dei loghi commerciali, della segnaletica urbana o dell'araldica.

Il
progetto cosmologico che sostiene l’opera di Mullican costituisce, in effetti, piuttosto una
meta-cosmologia, come egli stesso ha più volte precisato. Si tratta, cioè, di una riflessione sul
modo in cui costruiamo collettivamente l'immagine del reale, concretizzata attraverso le forme specifiche della creazione artistica. "La mia cosmologia è un
modello di cosmologia (…) Una cosmologia non è un fenomeno formale, ma sociale; è una
struttura di convinzioni, una
struttura di valori condivisi". Un esempio potente di cosa l’artista intenda è la
struttura del Cristianesimo, che ha determinato la forma dell'edificio in cui avrà luogo la mostra di Como (la ex chiesa di San Francesco).
Fra uno stendardo e l'altro saranno collocati nello spazio espositivo tavoli allestiti, sui quali il visitatore dell’esposizione troverà materiali che gli forniranno
chiavi di accesso al"sistema di sistemi" inventato dall'artista.
La mostra sarà completata da alcuni recenti
disegni su carta, raffiguranti schemi cosmologici, e da
quattro video: due girati da "That Person", l'alter ego dell'artista sotto ipnosi, e due animazioni digitali che illustrano una
sorta di città ideale concepita da Mullican a partire dal suo ardito edificio teorico.
(Lu.Bo.,11/07/2013)
Matt Mullican (nato il 18 settembre 1951 a Santa Monica, California) è impegnato da oltre quarant’anni a creare un
corpus di opere correlate a sistemi di conoscenza, linguaggio e significato da lui stesso elaborati. Interesse centrale dell’artista, che lavora tra New York e Berlino, è da sempre il
rapporto tra percezione e realtà, tra la capacità di vedere qualcosa e quella di rappresentarla. Mullican ha concepito e sviluppato una sorta di struttura tassonomica comprensiva di tutta la materia sensibile, che viene da lui suddivisa in cinque categorie: le materie prime naturali, il mondo reale in cui viviamo, le arti, la lingua e la comprensione soggettiva. Attraverso questo sistema Mullican tenta di
osservare e classificare tutte le esperienze umane. Già negli anni Settanta, inoltre, Mullican ha avviato le sue
sperimentazioni con gli stati di trance e ipnosi.
Le opere di Mullican sono state esposte in prestigiose sedi internazionali. Tra esse si ricordano il Metropolitan Museum of Art di New York, l’Haus der Kunst di Monaco di Baviera, la National Galerie di Berlino e il Museum of Contemporary Art di Los Angeles. Il suo lavoro inoltre è stato incluso nell’edizione 2008 della Whitney Biennial. Mullican ha insegnato e tenuto conferenze presso: Columbia University, New York; Rijksakademie van Beeldende Kunsten, Amsterdam; Chelsea College of Art and Design, Londra; University of Southern California, Los Angeles; Hochschule für bildende Künste, Amburgo.
Didascalie immagini:
2. Matt Mullican. Photo: S. Maschek
3. Matt Mullican: Under Hypnosis, still from performance, Tate Modern, London, 2007. Photo: Sheila Burnett
Matt Mullican, The Meaning of Things
a cura di Simone Menegoi
19 luglio – 6 settembre 2013
orari: da martedì a domenica, dalle 16 alle 20
Spazio Culturale Antonio Ratti (ex chiesa di San Francesco)
Largo Spallino 1, Como
+39 031.233111
info@fondazioneratti.org
http://www.fondazioneratti.org