Mihajlovic Veljko_Costantino_Patricarcato di Pec_Acquatinta_2012L'occasione per l'esposizione romana delle opere dell’artista serbo Veljko Mihajlovic (Belgrado, 1948) dedicate a Costantino è in realtà una ricorrenza, che, come spesso accade nelle società che tributano uno specifico culto alla storia, richiede una segnalazione particolare, tanto più perché la ricorrenza in questione è quella dei 1700 anni dalla promulgazione del famoso Editto di Milano del 313, con il quale gli imperatori d’Occidente e d’Oriente, Licinio e Costantino, la storia la cambiarono profondamente, proclamando insieme la tolleranza religiosa nei territori dell’Impero Romano.

Il tema che sta alla base della mostra, dunque, si presenta particolarmente impegnativo e di grande attualità, se si considera che ancora oggi il dibattito sulla libertà religiosa gode non solo di buona salute e di inesauribile vivacità, ma in molti casi continua a suscitare inevitabili separazioni. La tolleranza è infatti il grande messaggio, e il pesante carico ideologico, che questa piccola esposizione ha il compito di veicolare.

Nel corso del 2013, anno in cui Costantino è stato celebrato con una serie di iniziative e convegni nazionali e internazionali – tra i quali vanno ricordati la mostra di Milano (Palazzo Reale, 25 ottobre 2012 – 24 marzo 2013) e i convegni organizzati a Niš, città natale dell’imperatore, e a Roma dal Pontificio Istituto di Archeologia Cristiana (Roma, 22-28 settembre 2013) e dalla Sapienza Università di Roma (2-4 dicembre 2013) – questa iniziativa è certamente l’occasione meno appariscente, ma forse la più originale e comunque rivolta a un pubblico non solo di specialisti.

Mihajlovic Veljko_Costantino_Basilica dei Santi Quattro Coronati_Roma_Acquatinta_2012Le quarantanove incisioni di Mihajlovic sono infatti le tracce di un viaggio nei principali luoghi sacri della Grecia e dei Balcani, ma un viaggio che si configura subito come una “memoria”. Mihajlovic è spinto innanzitutto dall’idea di celebrare un ricordo e dedica a questo progetto un intero anno, il 2012, durante il quale egli si mette alla ricerca di quei luoghi in cui la memoria di Costantino e di sua madre Elena ci viene trasmessa attraverso le immagini. Partendo dalla tradizione bizantina, egli “rivede” l’omaggio che le generazioni più antiche hanno riservato ai fondatori stessi della chiesa ortodossa, che li celebra appunto come santi.

Elena e Costantino, tradizionalmente uniti ai lati della croce di Cristo – quella croce che secondo la leggenda proprio Elena ebbe il merito di ritrovare e di consegnare al culto dei cristiani nel IV secolo – costituiscono il fil rouge che unisce le opere esposte. La loro ieratica presenza emerge dai densi programmi decorativi dei diversi edifici attraverso cui si snoda il pellegrinaggio, reale e metaforico, dell’artista, quasi come un’icona della tolleranza, quella tolleranza religiosa che Mihajlovic, con la propria opera, non vuole far dimenticare.

La mostra presenta solo una parte delle ottanta acquetinte realizzate dall’artista su questo tema, esposte al pubblico in un sobrio allestimento che tende a fondersi pienamente, e persino cromaticamente, con le pareti in laterizio e con i raffinati frammenti scultorei di età romana degli ambienti del primo piano, corrispondenti alle taverne dei mercati di Traiano.

Mihajlovic Veljko_Costantino_Basilica di San Francesco_Arezzo_Acquatinta_2012La scelta delle incisioni è stata operata dall'artista di concerto con la curatrice della mostra, Jelena Jovanovic, allo scopo di aprire una finestra su una realtà apparentemente distante, quella del luogo religioso, del santuario, che si lega però immancabilmente alla vita dell’uomo. L’intento di Mihajlovic è tutt’altro che semplicemente documentario. Egli non si limita a reinterpretare nel proprio linguaggio moderno i preziosi affreschi antichi, ma include nella propria “visione”, come un quadro nel quadro, le tracce di uno spazio più ampio: porte socchiuse, sedie vuote, rustici banchi di legno destinati alla preghiera, quanto dire il “posto” di una presenza umana evocata ma momentaneamente assente, non sappiamo se già passata o ancora di là da venire.

Ma il rapporto tra presenza e assenza è centrale nel discorso organizzato dal pittore, e non solo perché qui ci si misura in fondo con il tema dell’icona. Dai luoghi sacri dell’ecumene ortodossa il percorso di Mihajlovic tocca infatti anche l’Italia, con un gruppo di incisioni che ritraggono dettagli di opere dedicate a Costantino, dal celebre arco di trionfo a Roma, con le sue vittorie alate, all’oratorio di San Silvestro presso la Basilica dei Santi Quattro Coronati, dagli affreschi vaticani a quelli altrettanto celebri di Piero della Francesca ad Arezzo. Anche qui prevale il ritaglio, talvolta periferico e decentrato, ma la presenza di Costantino, e di sua madre, è piuttosto indiretta, evocata soprattutto dalla memoria delle azioni che hanno cambiato la storia, come in un confronto non solo ideale tra vita “contemplativa” e vita “attiva” delle immagini, un dialogo complementare tra tradizione orientale e tradizione occidentale, comunque segnate da un medesimo destino. Un destino che si inaugura appunto 1700 anni fa e che ancora non può dirsi compiuto.

Mihajlovic Veljko_Costantino_Ostia_Ponte Milvio_Stanze di Raffaello_Acquatinta_2012Per l’imperatore che veniva dalla Serbia, come Mihajlovic, la “visione” di Roma significò non solo la vittoria di ponte Milvio e con essa la via al potere assoluto, ma anche il disegno di una nuova città. Anche per l’artista Roma rappresenta, si può dire, un felice punto di arrivo, testimoniato dalla mostra dei Mercati di Traiano, che cerca in fondo di ricomporre in un unico disegno la vecchia e la nuova Roma, quella sul Tevere e quella sul Bosforo, alla luce di una nuova visione artistica che dopo Costantino, a Oriente come a Occidente, non sarà più la stessa.   
   Silvia Pedone, 6/12/2013

Veljko Mihajovic è nato nel 1948 a Belgrado, dove vive e lavora. La sua produzione contempla oltre 40 cicli di opere grafiche ad acquatinta, spesso legati al patrimonio culturale serbo. L'artista ha trascorso molto tempo sul Monte Athos nel monastero di Hilandar dove si è occupato di pulitura, stampa e conservazione delle antiche laste calcografiche di diversi monasteri della regione. Tra i temi prediletti delle sue opere vanno annoverati gli Angeli e le Gerarchie Angeliche nella pittura medievale, la vita monastica, la città di Belgrado e i ponti.

 

Mihajlovic Veljko_Arco di Costantino_Acquatinta_2012Konstantin. L'Editto di Costantino 1700 anni dopo
a cura di Jelena Jovanovic

Roma, Mercati di Traiano – Museo dei Fori Imperiali
29 novembre 2013 – 12 gennaio 2014

Orario: da martedì a domenica ore 9.00 – 19.00
chiuso lunedì, 25 dicembre e 1° gennaio
La biglietteria chiude un’ora prima



Didascalie delle immagini
1. Veljko Mihajlovic, Costantino – Patricarcato di Pec. Acquatinta, 2012, cm 41 x 52
2.
Veljko Mihajlovic, Costantino - Basilica dei Santi Quattro Coronati, Roma. Acquatinta, 2012, cm 41 x 52
3.
Veljko Mihajlovic, Costantino - Basilica di San Francesco, Arezzo. Acquatinta, 2012, cm 41 x 52
4. Veljko Mihajlovic, Costantino - Mosaico di Ostia, Ponte Milvio e Stanze di Raffaello in Vaticano. Acquatinta, 2012, cm 41 x 52
5. Veljko Mihajlovic, Arco di Costantino. Acquatinta, 2012, cm 27 x 30