
Punto cardinale dell’esposizione è
Sogni (fig. 1), capolavoro e opera-chiave di Corcos (Roma, Galleria d’Arte Moderna). Elaboratissimo ritratto della giovane Elena Vecchi, carico di evocazioni poetiche ed echi simbolisti, l’immagine divenne presto paradigmatica dell’atmosfera e della cultura
Belle Époque. Esposto per la prima volta a Firenze nel 1896, il dipinto suscitò da subito un acceso dibattito sulla sua più corretta lettura critica, risultandone subito chiara la miracolosa sospensione tra un realismo minuzioso e iper-virtuosistico e un registro più misterioso, sottilmente allegorico e perfino in senso lato spiritualista.
Apre il percorso della mostra di Palazzo Zabarella l’unico
Autoritratto conosciuto di Corcos, eseguito nel 1913 per la Galleria degli Uffizi di Firenze, affiancato dal
Ritratto della moglie, oggi al Museo Giovanni Fattori di Livorno. La prima sezione si concentra poi sui luoghi più significativi della biografia privata e artistica di Corcos, come pure sugli amici e le personalità eminenti con cui egli fu in contatto, tra cui Giosuè Carducci, Silvestro Lega e molti altri. Di particolare rilievo sono i ritratti dell’editore milanese
Emilio Treves (1907), oggi in Collezione Franco Maria Ricci, e quello del critico
Yorick (1889), del Museo Giovanni Fattori di Livorno.
Un capitolo particolare è dedicato a Parigi, città in cui Corcos visse dal 1880 al 1886 e dove formò, assieme a
Boldini e De Nittis, un piccolo gruppo di pittori italiani che seppero raccontare originalmente la vita di quella che era allora la capitale della “modernità”. Lo dimostrano in mostra capolavori quali
Ore tranquille (1885-1890 ca.),
Jeune femme se promenant au Bois de Boulogne, o il ritratto
La signora col cane (1897).
Le istitutrici ai Campi Elisi del 1892 (fig. 2), altro vertice di Corcos e dell'arte italiana di fine Ottocento, testimonia la sua costante evoluzione verso soluzioni pittoriche sempre più raffinate nonché il fitto e proficuo dialogo con la contemporanea arte francese e inglese.
La sezione successiva è imperniata su
Sogni a cui viene affiancato, tra le altre opere, il superbo
Ritratto di Pietro Mascagni, immortalato dal pittore appena reduce dal successo di
Cavalleria rusticana. Anche nella sua maturità Corcos continuò a elaborare il genere prediletto del ritratto mondano, come si evince dalla
Contessa Carolina Sommaruga Maraini del 1901 (Roma, Fondazione per l’Istituto Svizzero), o dal
Ritratto di Lina Cavalieri, del 1903 (la ‘Venere in terra’, come fu definita da d’Annunzio).
L’ultima sezione, “
La luce del mare”, rivela come i soggiorni a Castiglioncello, a partire dal 1910, spinsero nuovamente Corcos verso una pittura più direttamente dipendente dall’osservazione della realtà, portandolo a riscoprire le gioie della pittura
en plein air. Sono eloquente testimonianza di questa fase tarda della sua produzione
In lettura sul mare (1910 ca., fig. 3) o
La Coccolì (1915, fig. 4), incantevole istantanea della nipotina mentre gioca sulla spiaggia.
All’interno del percorso di Palazzo Zabarella sono presenti anche opere di artisti quali
Giuseppe De Nittis, Léon Bonnat, Ettore Tito, che consentono al visitatore di porre proficuamente a confronto i dipinti di Corcos con quelli di pittori con cui egli ebbe stretti rapporti di lavoro e di amicizia.
Biografia
Nato a Livorno nel 1859, Vittorio Corcos fu ammesso nel 1875 al corso di disegno all’Accademia di Belle Arti di Firenze. Nel 1878 si trasferì all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove concluse il suo corso di studi nel 1880, anno in cui il re Umberto I acquistò il suo dipinto
L’arabo in preghiera. Sempre nel 1880 Corcos raggiunse Parigi, stringendo amicizia con De Nittis e conoscendo, tra gli altri, Zola, Degas e Manet. L’anno successivo esordì al Salon. Nel 1884 viaggiò in Inghilterra, dove realizzò alcune piccole vedute. Nel 1886 rientrò a Livorno, sposò Emma Ciabatti e si trasferì a Firenze, nello stesso villino dove tenevano il proprio studio Luigi e Francesco Gioli. Gli anni successivi lo consacrarono come ritrattista celebre e affermato, ed eseguì i ritratti di
Pietro Mascagni (1891) e
Giosuè Carducci (1892).
Nel 1898 Iniziarono i lunghi soggiorni a Castiglioncello, dove Corcos si fece costruire “una casina” sul promontorio verso Punta Righini e dove avrebbe eseguito molti dipinti di paesaggio. Nel 1904 organizzò mostre retrospettive dedicate a Eugenio Cecconi e Telemaco Signorini ed eseguì a Berlino i
ritratti dell’imperatore Guglielmo II e della sua consorte Augusta Vittoria. Negli anni successivi avrebbe fissato sulla tela le effigi di altre teste coronate: nel 1905, la regina Amelia del Portogallo e nel 1922 la regina Margherita di Savoia. Morì a Firenze l’8 novembre 1933, seguito pochi giorni dopo dalla moglie Emma.
Lu. Bo., 19/10/2014
CORCOS . I sogni della Belle Époque
A cura di Ilaria Taddei, Fernando Mazzocca e Carlo Sisi
Palazzo Zabarella, Padova
Fino al 14 dicembre
ORARIO
dal martedì alla domenica dalle 9.30 alle 19.00
chiuso il lunedì
Biglietti:
Intero € 12 – Ridotto € 10
Tel. (+39) 049 8753100
www.zabarella.it
Didascalie immagini:
1. Vittorio Corcos, Sogno, 1896, Roma, Galleria Nazionale d'Arte Moderna
2. Vittorio Corcos, Le istitutrici ai Campi Elisi, 1892, Collezione privata
3. Vittorio Corcos, In lettura sul mare, 1910 circa, Collezione privata
4.Vittorio Corcos, La Coccolì, 1915, Collezione privata
5.Vittorio Corcos, Isadora Duncan, 1905-1910, Collezione privata