1_BOCCIONI_studioCurata da Philip Rylands, direttore del museo, l'esposizione è imperniata sull’importante collezione di Gianni Mattioli (composta di opere di altissimo rango eseguite dai principali artisti italiani attivi nei primi due decenni del Novecento) che dal 1997 è stata affidata alla Collezione Guggenheim di Venezia con la formula del prestito a lungo termine.


La collezione viene integrata nella circostanza da un nucleo di dipinti di diversa provenienza, di grande prestigio e pienamente coerenti sotto il profilo storico-artistico. La mostra offre così l’opportunità di vedere una serie opere di rilievo assoluto legate principalmente al Futurismo e alla Metafisica.
 
2_BOCCIONI_dinamismoIl percorso espositivo si apre con l’Ecce Puer in cera di Medardo Rosso (ca. 1906), L'anima e la sua veste (ca. 1922) e La Vergine (1924) di Adolfo Wildt. Dopo questa ouverture di opere plastiche seguono alcuni importanti testimonianze dell’attività giovanile di Giorgio Morandi - compreso l’omaggio a Cézanne Frammento (1914) e Bottiglia e Fruttiera del 1916 - e il Ritratto del pittore Frank Haviland di Modigliani, del 1914.
 
Si prosegue quindi con una serie di tele metafisiche di Giorgio de Chirico, tra cui La Torre Rossa (1913), e di Mario Sironi (il Ciclista, del 1916, donazione di Giovanni e Lilian Pandini alla Fondazione Solomon R. Guggenheim, e una Periferia urbana del 1921). Segue un nucleo di capolavori futuristi della collezione Mattioli: Materia e Dinamismo di un ciclista di Boccioni, entrambi del 1913, Mercurio transita davanti al sole (1914) di Balla, Manifestazione interventista (1914) di Carrà, e infine Ballerina blu (1912) e Mare=Ballerina, entrambe tele di Severini eseguite nel 1912, quest’ultima appartenente alla collezione di Peggy Guggenheim.
 
3_SIRONI_ciclistaSpicca inoltre in mostra la presenza di ben tre delle quattro sculture note di Boccioni, Dinamismo di un cavallo in corsa + case (1915), Forme uniche della continuità nello spazio (1913) e Sviluppo di una bottiglia nello spazio (1913), oltre a sue opere pre-futuriste come il Campo padovano (1903) e Controluce (1910), entrambe provenienti da collezioni private.
 
Nel 1910 cinque artisti sottoscrissero in due momenti distinti, precisamente l’11 febbraio e l’11 aprile, il Manifesto dei Pittori Futuristi, facendo proprie le parole d’ordine dirompenti e iconoclaste lanciate l’anno prima da Marinetti, inneggianti alla velocità, al dinamismo, alle macchine e alla tecnologia: erano Balla, Boccioni, Carrà, Russolo e Severini.
I cinque firmatari del Manifesto sono tutti presenti con i loro capolavori nella collezione Mattioli e nell’odierno riallestimento della Collezione Peggy Guggenheim.
                                                  L.B., 19/03/2013

Didascalie immagini:
4_SEVERINI_mare1. Umberto Boccioni
Studio per La città che sale, 1910
Olio su cartoncino, 33 x 47 cm
Collezione Gianni Mattioli
Deposito a lungo termine presso la Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
2. Umberto Boccioni
Dinamismo di un ciclista, 1913
Olio su tela, 70 x 95 cm
Collezione Gianni Mattioli
Deposito a lungo termine presso la Collezione Peggy Guggenheim, Venezia
3. Mario Sironi
Il ciclista, 1916
Olio su tela, 96 x 71 cm
Fondazione Solomon R. Guggenheim, Venezia
Donazione, Giovanni e Lilian Pandini, Bergamo, 2008
4. Gino Severini
Mare=Ballerina, gennaio 1914
Olio su tela, 105,3 x 85,9 cm compresa la cornice dipinta dall’artista
Collezione Peggy Guggenheim, Venezia 
 
Collezione Peggy Guggenheim
Palazzo Venier dei Leoni
Dorsoduro 701
I-30123 Venezia
Orario
Apertura 10-18 tutti i giorni
Chiuso il martedì e il 25 dicembre
Informazioni generali
tel: 041.2405.411
fax: 041.520.6885
e-mail: info@guggenheim-venice.it 
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