L'occhio percorre il paesaggio fino a posarsi sul Baglio di Stefano, sede della
Fondazione Orestiadi, luogo eletto dal Senatore Ludovico Corrao al dialogo culturale con il Mediterraneo e i popoli del
mare nostrum, all'insegna della pace e della mediazione culturale: un tema quanto mai attuale.
A partire dal 2000 una nuova sede gemella della Fondazione si trova nella Medina di Tunisi all'interno nel
Palazzo Bach Hamba, luogo che incarna il sogno mediterraneo tanto inseguito dal suo fondatore, per credere che un orizzonte di fratellanza culturale tra i popoli del mediterraneo sia possibile e auspicabile.

In quella parte di Sicilia protesa verso il Maghreb, le analogie tra i segni e le forme riscontrabili nel patrimonio artistico rivelano l'esistenza di una matrice culturale comune intessuta dalle popolazioni originarie del Medio Oriente, la Grecia e l'Africa con la Sicilia, ponte dell'Europa verso il continente africano, in cui sono visibili le tracce intatte del suo lontano passato che è comune a tutti i popoli del Mediterraneo.
L’esperienza di cooperazione tra le varie culture nell'antico e prestigioso
Palazzo Bach Hamba contribuisce a creare un'identità in grado di diffondere un forte messaggio culturale mescolando arti, segni, forme, l'antico e il moderno. Nelle sue diverse sezioni, l'attuale proiezione mediterranea della Fondazione fa dell'istituto stesso un'installazione totale, capace di rivelare al visitatore uno spazio composito e di indurre a una nuova organizzazione degli stati d'animo individuali, delle memorie collettive e delle considerazioni sull'arte.
La sua attività è interamente proiettata all'esterno verso il mondo arabo-islamico, avendo come tratto unificante il sentimento per l'alterità e l'interesse per la ricerca di segni e forme comuni.
Con i suoi atelier la Fondazione dà luogo ad un laboratorio creativo che testimonia il passaggio dell'artista attraverso un ventaglio di stili diversi tra loro, risultato di una vasta dialettica che abbraccia arte, storia e antropologia, in grado di sviluppare continue aperture sul futuro.
Non solo artisti ma anche poeti e letterati, che arricchiscono il dibattito attraverso l'analisi delle sfumature che caratterizzano le differenze.
Nel corso degli anni, i maggiori poeti del Mediterraneo hanno trasmesso al pubblico della Fondazione i valori universali e le bellezze particolari delle loro aree culturali di appartenenza.
Tra i numerosi protagonisti occupa un posto di rilievo il poeta siriano
Adonis (2), che ha scelto da diversi anni la Sicilia come terreno privilegiato. I suoi versi mostrano una parola che diviene profetica, ibridata attraverso un linguaggio che fonde pensieri, luoghi, profumi, tesi a creare una sintesi armonica che diventa dialogo capace di comunicare l'incessante bisogno di bellezza.
Ad essi e ad ogni innamorato dell’arte, il compito di tramandare al futuro tali preziose testimonianze.
L'Oriente e l'Occidente
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Qualcosa lungo il cunicolo della storia
si estendeva
Una cosa ornata, esplosiva
In grembo un figlio dalla nafta intossicato
ninnato da un mercante intossicato
un Oriente che, come il bimbo, chiedeva,
gridava
e l'Occidente una tomba
sola
di cenere un mucchio ...
Adonis