Presso Villa Medici sono raccolti circa cento scatti che documentano l’intera carriera dell’autore. Faigenbaum, borsista dell’Accademia di Francia tra il 1985 e il 1987 e oggi professore presso l’École Nationale Supérieure des Beaux-Arts di Parigi, ha acquisito una certa notorietà proprio negli anni Ottanta, realizzando una serie di ritratti di famiglie aristocratiche italiane. Una parte significativa della sua attività è inoltre dedicata al reportage. In corso d’opera è il progetto riservato alla città di Calcutta, assunta come laboratorio per delineare un profilo delle trasformazioni della società indiana contemporanea. Il 10 giugno 2013 gli è stato conferito il Premio Henri Cartier-Bresson, che consentirà al fotografo di portare a termine il lavoro sulla metropoli orientale.
Uno dei tratti salienti dello stile di Faigenbaum è il riferimento alla storia della pittura e ad alcune sue convenzioni espressive. L’autore, del resto, ha esordito come pittore, dedicandosi solo in seguito completamente alla fotografia. Nella serie citata dei ritratti, ad esempio, tale elemento emerge con chiarezza. Si tratta, in effetti, di immagini estremamente elaborate, costruite dal fotografo attraverso una cura meticolosa della composizione, che diventa uno strumento essenziale nella produzione del senso delle opere. I personaggi ritratti esibiscono atteggiamenti scrupolosamente studiati, non dissimili dalla tipica “fiction of the pose” della ritrattistica di prima età moderna, indagata in maniera esemplare da Harry Berger jr. (Fictions of the Pose. Rembrandt Against the Italian Renaissance, Stanford University Press, 2000).
Faigenbaum “dirige” i protagonisti degli scatti raccomandando, ad evidenza, di ridurre al minimo la gestualità e le espressioni; li dispone, inoltre, sulla scena secondo una logica geometrica, quasi si trattasse di installazioni scultoree collocate entro luoghi deputati. Gli spazi monumentali dei palazzi antichi sembrano assorbire le figure, rendendole – si direbbe – parte dell’arredo. Il bianco e nero, del resto, conferisce alle immagini un connotato di fine astrazione, contribuendo ad enfatizzare ulteriormente il distacco delle persone catturate dall’obiettivo del fotografo.
Le scelte compositive elencate sono funzionali, per così dire, a dare forma alla nobiltà. Sostanzialmente analoghe, come detto, a quelle del ritratto antico, esse rendono visibile l’appartenenza ad una classe sociale che per secoli ha coltivato la continenza, il controllo delle passioni, l’opacità emotiva quali strumenti di esercizio del potere, come attesta una nutritissima tradizione letteraria dedicata ai costumi pubblici di principi e aristocratici (in proposito, ad esempio: J.J. Courtine, C. Haroche, Storia del viso [1988], Palermo 1992). Tutto è insomma oculatamente calibrato per delineare quella rappresentazione impassibile e indecifrabile sul piano sentimentale, i cui codici sono stati messi a punto dall’arte del passato per ottemperare agli ideali di comportamento delle classi dominanti.
Risonanze della pittura “classica” si rilevano anche, ad esempio, nei ritratti di gente comune, come nel caso di Fatou Mata Niakate, la cui posa echeggia quella della Gioconda leonardesca. E ancora, persino più evidenti, nelle nature morte. Opere come quelle che riproducono limoni, pigne e uva impiegano gli stessi schemi della natura morta seicentesca, rielaborando i tipi compositivi, l’uso della luce e i sistemi di presentazione degli oggetti (come li avrebbe chiamati Louis Marin) congegnati dai maestri del XVII secolo.
La mostra romana, comunque, permette di considerare tutti i registri espressivi di Faigenbaum, esponendo anche i lavori documentari, che manifestano naturalmente metodi e modelli differenti di relazione con l’oggetto delle attenzioni dell’autore. L’evento di Villa Medici, insomma, costituisce un’opportunità notevole per studiare i diversi modi di un fotografo colto ed elegantissimo, dotato di un’inusuale capacità di rendere viva la tradizione, giocando sapientemente con gli ingredienti della storia della rappresentazione.
News-art ha dedicato una recensione dettagliata del catalogo della mostra (https://news-art.it/news/tableau-e-pittura-nella-fotografia-di-patrick-faigenbaum.htm)
Francesco Sorce, 8/10/2013
PATRICK FAIGENBAUM
Accademia di Francia a Roma – Villa Medici
Viale Trinità dei Monti, 1 - 00187 Roma
Tel. 06 67611
ORARI d'apertura della mostra: 10.45-13.00 | 14.00-19.00; chiuso il lunedì
TARIFFE
Biglietto d'entrata a Villa Medici
Inclusa la visita guidata dei giardini 9€ (intero) - 7€ (ridotto)
i mercoledì visita all'appartamento del Cardinale 11€ (intero) - 9€ (ridotto)
Solo per la mostra 6€ (intero) | 4,50€ (ridotto) | 3€ meno di 25 anni
Il catalogo della mostra è pubblicato dalla casa editrice Punctum.
Didascalie delle immagini
1. Patrick Faigenbaum, Autoportrait, 2004, Edition n°1/2, Tirage argentique, 85 x 81 cm, Collection Galerie de France, Paris
2. Patrick Faigenbaum, Famille Massimo, Roma, 1986, gelatin silver print, © Patrick Faigenbaum
3. Patrick Faigenbaum, Famille Massimo, Roma, 1986, printed 1987, Gelatin silver print, 49.8 x 48.2 cm, © Patrick Faigenbaum
4. Patrick Faigenbaum, Fatou Mata Niakate, © Patrick Faigenbaum
5. Leonardo da Vinci, Mona Lisa (La Gioconda), 1503-5ca, olio su tavola, 77 x 53 cm, Paris, Musée du Louvre
6. Patrick Faigenbaum, Citrons, Santulussurgiu, 2006, silver chromogenic print, 72 x 90 cm, © Patrick Faigenbaum