NON ART
Considerazioni su un aspetto
dell'arte moderna e contemporanea
Parto da due archetipi: il
bidet o
orinatoio di
Duchamp e la merda di artista di
Manzoni.
Queste opere e tantissime altre che chiamerei “presentazioni” o “cose”,
non appartengono evidentemente al territorio che viene esplorato da millenni dagli artisti per fare arte.
La tipologia di ricerca quasi sempre non è motivata per sostanziare nella materia bellezza, mistero, illuminazioni, emozioni estetiche.
Infatti
per assumere significato l’opera di questo tipo ha bisogno sempre di almeno un paio di pagine di considerazioni socio culturali senza le quali rimane muta, sorda, addormentata. Direi che
cerca il risultato non nella sostanza e nella forma delle “cose”, ma nella loro insignificanza.
Operazione alchemica all’inverso.

Un mondo che esprime -qualche volta con umorismo-
disperazione e impotenza e forse questo è il messaggio nascosto che queste “presentazioni” custodiscono gelosamente. La
insignificanza ha lo stesso fascino del vuoto che come tale attende di essere riempito,illuminato.
Forse non accadrà mai e la
NON ARTE rimarrà per sempre
vuota e senza forma . Radice sottesa di qualcosa che ancora non è .
Ritengo corretto chiamare questo tipo di attività NON ARTE o NON ART . La definizione di
NON ART è semplice: tutta la produzione di artisti che
nell ’insignificanza formale dell’ apparire ( del loro lavoro)
cercano l’essere .
In realtà hanno ottenuto fino ad ora esattamente il contrario.
(di Franco Luccichenti)