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Ospitata fino al 13 luglio all’HangarBicocca, Installations è la prima mostra in Italia che si concentra sul lavoro di Cildo Meireles (Rio de Janiero, 1948), artista di primo piano sulla scena internazionale degli ultimi decenni, considerato tra i pionieri dell’arte concettuale. Curata da Vicente Todolí, la personale comprende dodici grandi installazioni prodotte dal 1970 a oggi imperniate sulla multisensorialità, sul diretto coinvolgimento del pubblico e sulla sua partecipazione fisica ed emotiva.
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Così introduce la personale milanese di Meireles il suo curatore Vicente Todolí: “
La mostra in HangarBicocca permette di conoscere in maniera approfondita l’aspetto fisico, sensoriale e poetico delle opere di Cildo Meireles... La sua arte propone sfide percettive e concettuali attraverso il meccanismo della giustapposizione, dell’accumulazione e della metafora per giungere a una completa sovversione poetica. L’artista utilizza l’elemento della seduzione per attrarre il visitatore all’interno delle installazioni come in una tela di ragno”.
La mostra si apre con
Cruzeiro do Sul del 1969-1970, un cubo di 9 millimetri in legno di pino e quercia che determina un effetto di spiazzante contrasto con il gigantesco spazio espositivo e con le altre imponenti installazioni, come
Através (1983-1989, fig. 4), in cui i visitatori si trovano a camminare su un pavimento di vetri rotti, incontrando nel percorso barriere, recinzioni, sbarre e tralicci.
Entrevendo (1970-1994, fig. 3) intende esplorare e mettere alla prova le dinamiche della percezione nella loro totalità. Il visitatore è invitato a entrare in una struttura di oltre otto metri a forma di imbuto, alla cui estremità è collocato un ventilatore di aria calda. All’ingresso gli vengono offerti due cubetti di ghiaccio da mettere in bocca, uno dal sapore salato e l’altro dolce, che si sciolgono avvicinandosi alla fonte di aria calda.
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Babel (2001) consiste di un’altissima torre di radio accese su canali diversi che creano un ambiente visivo e sonoro caotico ed evocativo. Cinza (1984-1986) è creata da un pavimento di pezzi di gesso e di carbone disposti in due ambienti distinti, mentre Eureka/Blindhotland (1970-1975) invita lo spettatore a sperimentare il peso reale di 201 palle di gomma apparentemente identiche. Abajur (1997-2010, fig. 5) è formato da un lightbox cilindrico in movimento con immagini di un veliero coloniale in mezzo al mare mentre il suono di gabbiani in volo aleggia nello spazio. in un secondo momento si svela allo spettatore il meccanismo che fa muovere l’opera, costituito da alcune persone che azionano una dinamo.
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Anche
Marulho (1991-1997, figg. 1-2) insiste sull’icona della distesa d’acqua attraverso la riproduzione di un lungo pontile di legno che sovrasta un tappeto di 17 mila libri con immagini del mare, mentre un tappeto sonoro di voci ripete la parola “acqua” in varie lingue. Una distesa di tre tonnellate di ossa, 6 mila banconote americane e 7 mila candele forma l’opera
Olvido (fig. 6) del 1987-1989, esposta per la prima volta nel 1990 all’interno della
project room del MoMA di New York, in cui la tenda dei nativi nord-americani, ricoperta di denaro, si staglia in mezzo all’enorme tappeto di ossa bovine.
Para Pedro (1984-1993), dedicato al figlio dell’artista, è costituita da due pareti oblique che si restringono fino all’estremità dove sei televisori proiettano un’immagine indistinta e grigia, mentre
Amerikkka (1991-2013) gioca sulla contrapposizione tra un pavimento di 25 mila uova di legno e un soffitto sovrastante di 55 mila proiettili. Atlas (2007), infine, è un omaggio al lavoro Base del Mondo di Piero Manzoni.
Sperimentatore instancabile di tecniche, oggetti e materiali,
Cildo Meireles esplora la percezione umana in tutti i suoi aspetti e sfaccattature, affrontando tematiche universali come la dittatura, il colonialismo, la globalizzazione e la repressione dei diritti umani. Tra i primi artisti brasiliani a partecipare a una mostra al MoMA di New York (1970) e primo ad avere avuto una mostra personale alla Tate Modern di Londra (2008), Cildo Meireles è stato presente nelle principali rassegne internazionali come Documenta e la Biennale di Venezia.
L’esposizione
Cildo Meireles, Installations si colloca all’interno del programma di mostre firmato da
Vicente Todolí insieme ad
Andrea Lissoni. Il progetto espositivo è presentato in concomitanza con la mostra personale di
Micol Assaël allestita nello spazio espositivo dello “Shed” fino al 4 maggio 2014.
Lu.Bo., 23/03/2014
Cildo Meireles, Installations
A cura di Vicente Todolí
Dal 27 marzo al 13 luglio 2014
HangarBicocca
Via Chiese 2 Milano
Orari Giovedì – Domenica dalle 11.00 alle 23.00
Ingresso Gratuito
Info:
02.6611.1573
info@hangarbicocca.org
www.hangarbicocca.org
Didascalie immagini:
1-2. Cildo Meireles, Marulho, 1991 - 1997
Photo: Sophie Mutterer and Filipe Braga, Courtesy Cildo Meireles
3. Cildo Meireles, Entrevendo, 1970 - 1994
Photo: Sophie Mutterer, Ben Blackwell and Filipe Braga, Courtesy Cildo Meireles
4. Cildo Meireles, Através, 1983-1989
Photo: Pedro Motta, Courtesy Cildo Meireles
5. Cildo Meireles, Abajur, 1997-2010
Photo: Edouard Fraipont and Sophie Mutterer. Courtesy Cildo Meireles
6. Cildo Meireles, Olvido, 1987 – 1989
Photo: Sophie Mutterer and Filipe Braga, Courtesy Cildo Meireles