Costa lavora con perizia tecnica notevolissima, dando vita ad immagini di grande complessità, prodotte attraverso l’uso sapiente dei programmi di elaborazione digitale delle fotografie. L’autore compone un mosaico di dettagli per definire scenari urbani e “naturali” che giocano sull’ambiguità delle apparenze. I suoi paesaggi sono iperrealisticamente fittizi: paiono perfettamente verosimili – l’impiego di base della fotografia, del resto, contribuisce a generare un forte effetto di realtà – risultando tuttavia, allo stesso tempo, chiaramente artificiali.
Costa “disegna”, dunque, le sue vedute, in modo tale da indurre un senso di straniamento profondo nello spettatore, che si ritrova invischiato nell’illusione provocata dalle inquadrature create ad arte e dalla qualità cristallina dei particolari assemblati con metodo certosino. Le opere del fotografo toscano, insomma, sfruttando appieno le opportunità rappresentative dello stile messo a punto, aprono una finestra su mondi possibili, che evocano i pastiches dei capricci antichi e le terre desolate di tanta fantascienza letteraria e cinematografica. Con vena surreale, combinano spesso, inoltre, una sorta di gusto per le rovine futuribili – maniera sublime di rinnovare la tradizione – all’algido nitore del rendering architettonico, ottenendo immagini di potente suggestione.
La rassegna allestita presso gli spazi di smART, quindi, si prospetta come un’occasione irrinunciabile per studiare dappresso, nelle grandi dimensioni che li contraddistinguono, i paesaggi particolarissimi di Costa, e per considerare con l’attenzione che merita anche la ricerca sull’autoritratto che l’artista porta avanti da anni.
Giacomo Costa è nato a Firenze nel 1970. Dopo un periodo di attività nell’ambito della fotografia commerciale, approda alla ricerca artistica. Nel 1999 prende parte alla VIII Biennale Internazionale di Fotografia di Torino e alla XIII Quadriennale di Roma; espone inoltre nella galleria bolognese di Lucio Dalla. L’anno successivo è invitato all’esposizione Photography Now, allestita presso il Contemporary Art Center di New Orleans. Dal 2003 collabora con la galleria genovese Guidi&Schoen. È quindi presente, con il suo lavoro, alla XIV Quadriennale di Torino (2004) e alla X Biennale Architettura di Venezia (2006). Nello stesso 2006, una sua opera viene presentata al Centre Pompidou e acquisita dal museo per la sua collezione permanente. Del 2009 è la pubblicazione del volume The Chronicles of Time, che vanta scritti di Norman Foster e Luca Beatrice, e la partecipazione alla 53. Biennale Arte di Venezia. Negli ultimi tre anni ha avuto un’intensa attività espositiva, sia in Italia sia all’estero. Tra i musei che hanno accolto le sue fotografie spiccano l’Hangaram Art Museum di Seoul e il Leopold Museum di Vienna.
(F. So, 12/10/2013)
GIACOMO COSTA
Visioni apocrife
a cura di Francesca Valente
smART – polo per l’arte
Piazza Crati, 6/7 Roma
Inaugurazione: martedì 15 ottobre 2013 | ore 18.30
Apertura al pubblico: mercoledì 16 ottobre – giovedì 28 novembre 2013
Didascalie delle immagini
1. Giacomo Costa, ground 1, 2013, l_box led cm.70x52.5, courtesy smART
2. Giacomo Costa, aqua 11, 2011, courtesy smART