A corredare la cinquantina di autografi del genio toscano sono esposti diversi disegni realizzati dagli allievi lombardi, dieci volumi antichi, deputati a rappresentare alcune delle fonti del suo sapere, e un piccolo gruppo di incisioni, che documenta la fortuna postuma delle invenzioni vinciane.
La mostra è articolata in otto sezioni: sette sono centrate sulla produzione dell’artista toscano e divise per temi; l’ultima, invece, cui si è accennato, è riservata all’illustrazione dell’eredità che taluni discepoli di Leonardo continuarono a coltivare anche dopo la sua scomparsa. L’itinerario, che intende dar conto dell’intera traiettoria dell’attività del multiforme talento di Vinci, coprendo il periodo compreso tra il 1478 e il 1516, si snoda a partire dalla sezione riservata agli studi sulle proporzioni del corpo umano. I disegni presentati costituiscono la concreta memoria della ricerca del canone ideale di bellezza, che tanta importanza ebbe tra Quattro e Cinquecento. Emblema delle indagini leonardesche è il celeberrimo foglio raffigurante le Proporzioni del corpo umano secondo Vitruvio, custodito a Venezia. L’immagine rappresenta l’uomo “bene figuratus” descritto dall’architetto romano (e riproposto da vari trattatisti rinascimentali), che si inscrive esattamente nelle figure geometriche perfette, il cerchio e il quadrato, costituendo la misura del micro e del macrocosmo.
Segue uno spazio riservato ai progetti della Battaglia di Anghiari, la grande pittura murale che Leonardo era stato incaricato di eseguire nella Sala del Consiglio della Repubblica fiorentina. Nove fogli del maestro illustrano varie fasi della preparazione della grandiosa scena di Palazzo Vecchio, offrendo uno spaccato eccezionale sul suo metodo di composizione della “historia”, da lui considerata la «finzione che significa cose grandi». Le immagini in mostra consentono di apprezzare, ad esempio, il peculiare sistema di definizione delle pose, del movimento e dei rapporti tra le figure, fatto di grovigli grafici da cui affiorano le diverse opzioni prese in esame dal pittore. Leonardo, del resto, nel Libro di Pittura (par. 189), raccomandava di sondare le differenti possibilità figurative attraverso un procedimento dapprima grossolano di stesura delle linee («però tu, o componitore delle istorie, non membrificare con terminati lineamenti le membrificazioni d’esse istorie»), per selezionare poi quelle più adeguate alla rappresentazione del ruolo dei personaggi nel racconto visivo e all’espressione delle loro passioni, quest’ultima considerata la parte più difficile del lavoro dell’artista.
La terza tappa del percorso espositivo è focalizzata sulle illustrazioni botaniche: accanto a due fogli provenienti dalla Royal Collection di Windsor, spicca lo Studio di fiori dell’Accademia veneziana, la cui autografia è stata in passato oggetto di discussione tra gli specialisti. In ogni caso, gli esempi riuniti per l’occasione attestano le non comuni doti analitiche di Leonardo, capace di realizzare sintesi ben calibrate di realismo osservativo e costruzione “da laboratorio”, secondo una prassi che diventerà canonica nella rappresentazione scientifica moderna.
La sezione successiva esemplifica per il tramite di tre disegni le conoscenze nell’arte bellica che Leonardo dovette approfondire durante i primi anni del soggiorno milanese, nel corso del nono decennio del Quattrocento. È ben noto, d’altra parte, che il poliedrico ingegno vinciano offrì i suoi servigi a Ludovico il Moro, signore di Milano, vantando quasi esclusivamente le proprie competenze ingegneristiche e belliche. Tra le opere in mostra emerge la spettacolare raffigurazione dei carri “falcati” (Torino, Biblioteca Reale, 1485ca), terribili carri d’assalto muniti di falci che Leonardo assai probabilmente aveva derivato dal De re militari di Roberto Valturio, a lui noto nella volgarizzazione di Paolo Ramusio pubblicata a Verona nel 1483.
Le mirabili conoscenze leonardesche in tema di tecnologia, meccanica e architettura, sono testimoniate nel progetto veneziano da quattro fogli di diversa provenienza. Si tratta di appunti grafici che integrano e “spiegano” le annotazioni scritte in rapporto all’infinità di sperimentazioni cui Leonardo dette vita con l’ambizione di elaborare vere e proprie teorie scientifiche. I lavori raccolti presso le Gallerie dell’Accademia spaziano dalla Veduta prospettica di una chiesa, conservata sempre a Venezia e già posta in rapporto con il progetto per la facciata della Certosa di Pavia, alla stupefacente “macchina volante” schizzata in un disegno degli Uffizi contenente, come d’abitudine nella pratica leonardesca, abbozzi disparati sul piano tematico (nello stesso foglio è presente persino la raffigurazione di un drago accanto a illustrazioni meccaniche).
La sesta sezione, molto ricca, è riservata agli studi preparatori per opere pittoriche e si suddivide in cinque categorie: vi sono esposti fogli dedicati ai progetti per l’Adorazione dei Magi, per il Cenacolo, per il Cristo portacroce, per la Madonna dei fusi e per i Ritratti ideali. La mostra consente, tra l’altro, di riesaminare lo Studio per l’Ultima Cena dell’Accademia, una sanguigna la cui paternità leonardesca è stata tante volte posta in discussione a causa della qualità dei tratti decisamente difforme rispetto a quella usuale del vinciano.
È inoltre esposto il disegno raffigurante il volto di Cristo portacroce e appartenente alle collezioni del museo veneziano, messo a confronto, secondo una prassi ormai divenuta canonica, con il dipinto di identico soggetto conservato presso la Scuola Grande di San Rocco e la cui attribuzione oscilla da anni tra Tiziano e Giorgione (vale la pena di notare come in questa circostanza l’opera sia data al maestro di Castelfranco, mentre pochi mesi or sono, nella mostra delle Scuderie del Quirinale, fosse assegnata al Vecellio).
La tela “giorgionesca” è stata a lungo considerata una derivazione dal foglio di Leonardo e qualificata come attestazione flagrante dell’influenza esercitata dal toscano sulla pittura lagunare. Le ricerche recenti hanno tuttavia indebolito l’ipotesi di una dipendenza diretta, ridimensionando almeno in parte la forza del suo esempio sugli sviluppi dell’arte veneziana.
La rassegna delle opere leonardesche termina con sei disegni che appartengono all’ultima fase della sua carriera, quando il maestro si trovava in Francia. Alcuni di essi costituiscono probabilmente studi per feste e spettacoli teatrali: è il caso ad esempio – secondo la curatrice – delle tre Figure danzanti (Gallerie dell’Accademia), che sarebbero legate all’attività di Leonardo come scenografo e costumista.
La mostra si completa con un’antologia piuttosto corposa di opere di allievi e seguaci dell’artista vinciano. Tra i dipinti è opportuno menzionare la Madonna con Bambino e Sant’Anna di Gian Giacomo Caprotti detto Salaì (Galleria degli Uffizi), la cosiddetta Madonna dell’Albero di Cesare de Sesto (Pinacoteca di Brera) e la Madonna del latte di Giovan Pietro Rizzoli detto Giampietrino (The Rossana & Carlo Pedretti Foundation, Pistoia). Segue una serie di disegni realizzati da artisti variamente influenzati dai modelli di Leonardo, tra i quali sono da annoverare Francesco Melzi, Giovanni Antonio Boltraffio, Andrea Solario e Giovanni Agostino da Lodi. In questa stessa sezione trova spazio anche la Vecchia di Giorgione, altro dipinto che si ritiene comunemente aver risentito delle indagini leonardesche sulla raffigurazione delle fisionomie “caricate”.
Un evento imperdibile, insomma, che permette agli studiosi di fare il punto della situazione sull’attività grafica di Leonardo, fornendo nel contempo al pubblico dei non addetti ai lavori l’opportunità straordinaria di una conoscenza diretta e ravvicinata dei fragilissimi fogli del maestro, sottoposti di norma a vincoli conservativi particolarmente rigidi.
Francesco Sorce, 7/9/2013
Leonardo da Vinci. L’uomo universale
Venezia, Gallerie dell’Accademia
dal 29 agosto al 1 dicembre 2013
Orari: lunedì: 8.15 - 14.00
dal martedì alla domenica: 8.15 - 19.15
chiusura della biglietteria ore 18.30
Infoline e prevendita:
www.polomuseale.venezia.beniculturali.it
www.mondomostre.it
tel. +39 041 522247- 041 5200345 - www.gallerieaccademia.org
Catalogo: Giunti Editore
Didascalie immagini
1. Leonardo Da Vinci, Le proporzioni del corpo umano (detto Uomo Vitruviano), Gallerie dell’Accademia, Venezia
2. Leonardo Da Vinci, Due mischie tra cavalieri e pedoni, Gallerie dell’Accademia, Venezia
3. Leonardo Da Vinci, Studio di fiori, Gallerie dell’Accademia, Venezia
4. Leonardo da Vinci, Studi di carri d'assalto falcati, Galleria degli Uffizi, Firenze
5. Leonardo Da Vinci, Studio per l'ultima cena, Gallerie dell’Accademia, Venezia
6. Leonardo Da Vinci, Testa di Cristo afferrato per i capelli da una mano, Gallerie dell’Accademia, Venezia
7. Giorgione (attr.), Cristo portacroce, Scuola Grande di San Rocco, Venezia
8. Cesare de Sesto, Madonna con Bambino (Madonna dell'Albero), Pinacoteca di Brera, Milano
9. Leonardo da Vinci, Testa virile di profilo incoronato di alloro, Biblioteca Reale, Torino