1209330_509350975821659_1803788417_nAbbiamo chiesto a Francesco Lauretta di regalarci un racconto “sentimentale” del soggiorno (trascorso solo da pochi giorni) che lo ha visto partecipe quest’anno della IV edizione di MADEINFILANDIA, un progetto libero e autofinanziato che prevede la convivenza, il confronto e lo scambio fra un gruppo di artisti ospitato per una settimana nei grandi spazi di una filanda del XIX secolo immersa nella campagna dell’aretino.


MAL DI FILANDIA
Ogni mattino un risveglio sboccia, sempre. Sempre finché noi siamo vivi. Poi, quando moriremo finirà il mondo, tutto, e così il risveglio.
Ogni mattina, presto, aperti gli occhi puntualmente un pennacchio, fronde, verde pallido e giallo sventolava dalle grandi finestre. Lo vedevo come un amico, sveglio e sentinella, e conforto, in un luogo a me estraneo.

Questo pennacchio che occupava lo schermo, a destra, era incorniciato dal bianco candido del velo del letto-baldacchino dove riposavo, poche ore a notte, tre quattro massimo e sopra era il blu Reale spesso, altre volte è stato d’argento e piombo il cielo, in altri mattine anche Blu, un blu profondo qua e là sputato di cenere.
Sette mattine in Pieve in Presciano, nella splendida tenuta di Made in Filandia, Toscana. Tre giorni per il pubblico.

1374230_10201754411655836_1391854069_nStavo alcuni minuti così come per immortalare quel momento, quella fronde che ho stampata negli occhi, poi cominciavo a respirare, spaventato. La stanza grande, ampia, immensa e bucata in tutti i lati dalle finestre enormi ha un pavimento che pare tenere vita propria, si muove, vacilla, respira, resiste. E dal primo passo, appena disceso dal letto-mostra, alle 7 e 30 del mattino, di ogni mattina di una settimana che chiude il mese, sempre elegante, di settembre e abbraccia i primi sei giorni di ottobre, qui, piovesse o meno, s’è svegliato un mondo straordinario: non ho dubbi.

Mi trascinavo verso il bagno e buttato l’occhio fuori vedevo, come bestia al lavoro, come dentro una scena di un film, dello stesso Lynch forse, una donna imbracata girare folle. Tutte le mattine dall’alto vedevo questa forma singolare tracciare un disegno sul campo verde, un sentiero infinito, un ulteriore campo, un bordo lei girava e girava imbracata come bestia consapevole che stava tracciando un corso che alla fine l’avrebbe trasformata, finita la fatica un segno sarebbe trascorso sempre, un cerchio perfetto solcata la terra, una violenza, l’estensione del dominio della lotta, inevitabile, ogni giorno coi nostri risvegli minimi, le nostre vite minime e immense d’ognuno.

Questo è il brivido regale che ho subito intuito al primo risveglio in quello spazio, poi cresciuto fino a raggiungere, dopo sette giorni, una struggente bellezza e consapevolezza che chi opera è pieno di grazia, e disgrazia allo stesso tempo.

Fatta toeletta scivolavo giù, in cucina1380716_10201754395295427_1869781723_n e ci vedevi, tu, noi i svegliati, corpi di passaggio, pronti, intanto come mosche intorno alle grandi caffettiere: Serena, Francesco, Ennio, Stefano, Antonio Luigi così elegante con la sua vestaglia di velluto nera, Elena, Vincenzo, Adalberto, e così via. Poco dopo entrava Stefania, sudata per la sua fatica campagnola e in un batter di ciglia, appena inzuppati i biscotti, terminata la colazione, svolazzavamo come farfalle verso il proprio lavoro.
Ho avuto il privilegio di condividere lo spazio assegnatomi con Vincenzo, con Claudia, con Pierluigi, a volte Eugenia. Vederli lì - Claudia a formare una specie di rosario, grani neri di filo inzuppati con strumenti vari alcuni davvero minacciosi; Vincenzo come un Dio formare la creta sotto la penombra di Wagner; Pierluigi con la sua mimetica intriso d’una libertà straordinaria che lanciava segni e bolle di colore verde e blu nei suoi fogli bianchi poi depositati sul pavimento -, e io li vedevo, sentivo, mi fermavo per vederli e sentirli, quegli artisti e soprattutto persone così diversi, arricchivano il belvedere, il bel sentire della vita. Un episodio di vita comune, donata a tutti, perché nei gesti di tutti quelli che abbiamo trascorso la settimana lì, in Madein, si sentiva la generosità della vita, la sua ricchezza spietata.
1380804_10201754393895392_1844146210_nPoi il pranzo, poi le cene. Gaetano ha preparato delle lasagne vegetali e classiche, sfiziose. Fabrizio ci ha donato piatti e dolci che ci mozzava il fiato come una signora (invisibile) che lavora, come ho capito, per Isabella dai capelli grigi bella come il sole, ci ha preparato ragù e altre delizie. Concetta, Stefania e io abbiamo impastato farina, fatto le scacce modicane.
E quei momenti sono inscindibili dalle opere esposte poi, sono stati quei momenti conviviali superbi e felici a volte. Per esempio, checché ne pensi Pusole ancora, a mio avviso, come sosteneva Pancrazi, l’ultimo disco di John Lydon This is PIL è importante per molti versi.
Come importante, anche se Pancrazi la pensa diversamente, la musica contemporanea che nasconde suoni imprevedibili e sempre ricchi di sorprese (Fausto Romitelli, per esempio).

1392559_10201754438856516_393683807_nNella notte iniziavano le danze, i momenti migliori con Luca alla consolle o Adalberto. Il mistero del corpo e della danza senza fine arava la notte fin quasi, così ci accompagnava il suo ritmo, al mattino. I fumi dell’alcol per alcuni, l’ebbrezza del ballo, la stanchezza felice - o infelice, ma credo di no - ci hanno avvolto ogni notte, proteggendoci.
Delle opere non so scrivere. Mi piace quella moto col suo occhio di luce che ringhia davanti al notturno dipinto da Eugenia Vanni. Mi piace la suite - così come ho imparato a chiamarla vivendoci - tutta dove ho abitato: la creta di Vincenzo Cabiati mi commuove come la lama nera d’ingresso dei grani di Claudia Losi o il tappeto fragile ma possente della scena liquida della pittura di Pierluigi Pusole accanto a tre splendidi esemplari di piante. E come poi non notare la costruzione abusiva incostruita di Adalberto Abbate che si estende nei campi di fronte alla tenuta di Madein, e via via le altre opere, tutte magnifiche, le performance, le conversazioni curate da Pietro Gaglianò intorno all’idea del viaggio, o L’età del dubbio che ci ha sorpresi un sabato pomeriggio così bagnato fuori e caloroso dentro.

Adalberto Abbate_AZIONE ABUSIVA_2013_cemento e ferroLe opere tutte, Dio mio, come fare ad elencarle tutte?, la messa in scena di Luigi Presicce, su in paese, coi suoi misteri e la soffusa bellezza; le lacrime inflitte dalla maestra Loredana Longo ai suoi scolari; il canto malinconico di Oh Petroleum nella suite gremita e attenta durante il vespro della domenica, e tutto è stato registrato dall’occhio di Egle, come ombra ci ha inseguiti, con grazia si scusava e registrava.
Il documento sarà messo a disposizione di tutti, una registrazione di un trascorso che ho cercato di tracciare su questo foglio ma che assicuro impossibile da tradurre in parole proprio perché non tutto si riesce a scrivere. Come, per esempio, descrivere i balli di Sauro? Come per esempio il suono delle campane la domenica mattina a Pieve suonate nell’antica maniera e come la compostezza dei morti quando una mosca si fermava sul naso o sulla fronte?
Francesco Lauretta, 09/10/2013

Shackleton - Moon Over Joseph's Burial


558418_10201754423416130_1969343294_nMADEINFILANDIA
è un originale progetto di residenza artistica concentrata in pochi giorni, che si svolge annualmente dal 2010 presso la Filanda di Pieve a Presciano (provincia di Arezzo): un edificio di archeologia industriale del XIX secolo, perfettamente integrato nel paesaggio e nella storia del luogo. Tra i fondatori di MADEINFILANDIA Luca Pancrazzi, Claudio Maccari, Elena El Asmar e Loris Cecchini.
MADEINFILANDIA è un luogo inventato da artisti per costruire occasioni di approfondimento dell’arte e di loro stessi. La quarta edizione si è da poco conclusa (il 6 ottobre) e ha visto la partecipazione di nuovi invitati e nuovi progetti, specificamente pensati in relazione agli spazi e all’esperienza di condivisione. Festa dell’arte e del pensiero, luogo privilegiato di scambi e di storie, MADEINFILANDIA è in primo luogo un progetto autofinanziato e sostenuto dagli artisti e dagli amici che vi partecipano, garantendone così la completa autonomia.
Il progetto dimostra che l’arte può esistere indipendentemente dai luoghi deputati e dalle dinamiche del potere curatoriale. Non c’è infatti un tema, gli artisti lavorano costruendo nuovi paradigmi legati alla generosità e alla costituzione di regole di gioco, per godere appieno della libertà disponibile. Le opere che si articolano all’interno e all’esterno della ex fabbrica sono il risultato di una residenza volta a stabilire una nuova condivisione dello spazio, per riflettere sul concetto di lettura e pratica dell’arte.

1392079_10201754424896167_697507502_n(1)Gli ospiti di quest’anno sono stati Adalberto Abbate, Bruno Baltzer, Leonora Bisagno, Vincenzo Cabiati, Tiziano Campi, David Casini, T-Yong Chung, Gaetano Cunsolo, Marta Dell’Angelo, Oliver Geils, Francesco Lauretta, Claudia Losi, Luigi Presicce, Pierluigi Pusole, Virginia Zanetti, Stefania Zocco. Con progetti speciali e performance, hanno inoltre partecipato Michelangelo Consani, Loredana Longo, Concetta Modica, Oh Petroleum, Sophie Usunier, Eugenia Vanni.
L’edizione del 2013 è stata documentata in un video eseguito da Egle Prati per Talking Art.

Questo l’elenco degli artisti approdati alla Filanda nelle edizioni precedenti:
Daniele Bacci, Francesca Banchelli, Luca Bertolo, Primoz Bizjak, Pierluigi Calignano, Chiara Camoni, Pietro Capogrosso, Sauro Cardinali, Francesco Carone, Fabio Cresci, Antonio Catelani, Loris Cecchini, Marco Cianciotta, Michelangelo Consani, Mario Consiglio, Vittorio Corsini, Cinzia Cozzi, Michele Dantini, Degal, Martina Della Valle, Mario Dellavedova, Daniela De Lorenzo, Flavio De Marco, Rolando Deval, Paola di Bello, Nathalie Du Pasquier, Elena El Asmar, Paolo Fabiani, Carlo Fei, Orietta Fineo, Serena Fineschi, Irene Fuga, Federico Fusi, Daniele Galliano, Bernardo Giorgi, Michele Guido, Helena Hladilova, Hanako Kumazawa, Yuki Ichihashi, Christiane Löhr, Loredana Longo, Claudio Maccari, Andrea Marescalchi, Amedeo Martegani, Jacopo Mazzetti, Alessandro Mencarelli, Jacopo Miliani, Concetta Modica, Andrea Montagnani, Massimo Nannucci, Maurizio Nannucci, Nero, Giovanni Ozzola, Pierpaolo Pagano, Cristiana Palandri, Luca Pancrazzi, Pantani-Surace, Paolo Parisi,  Robert Pettena, Steve Piccolo, Luca Pozzi, Vera Pravda, Fabrizio Prevedello, Francesco Pucci,  Anja Puntari, Marco Raparelli, Giacomo Ricci, Davide Rivalta, Pedro Riz’à Porta, Gak Sato, Serse, Gianluca Sgherri, Namsel Siedlecki, Studio ++, Sophie Usunier, Eugenia Vanni, Enrico Vezzi, Tayu Vlietstra, Regan Wheat.

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via Migliari, Loc.Filanda
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